Cia e Lega Coop Agroalimentare Toscana insieme per rilanciare l’economia agricola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 marzo 2007 13:53
Cia e Lega Coop Agroalimentare Toscana insieme per rilanciare l’economia agricola

Firenze, 14 marzo 2007- Una serie di incontri pubblici e istituzionali per sensibilizzare tutti verso le produzioni agroalimentari della Toscana e creare dunque un modello economico con la finalità di dare efficienza alle filiere e avvicinare il consumatore ai principali prodotti delle produzioni locali. Sono questi alcuni degli obiettivi comuni presenti nel documento d’intesa che Cia e LegaCoop Agroalimentare Toscana hanno reso pubblico nel corso di un incontro al quale ha preso parte l’Assessore all’Agricoltura della Toscana, Susanna Cenni.

Obiettivo primario di questa intesa tra le due realtà regionali quello di favorire un rafforzamento del sistema associativo dei produttori e del prodotto agricolo toscano.
«Questo progetto – spiega il Presidente della Cia Toscana, Giordano Pascucci - nasce dalla comune valutazione sui caratteri della crisi dell’agricoltura toscana, dal punto di vista dei produttori, il cui modello soffre in modo particolare della carenza di strumenti economici capaci di unire le esigenze tecnico - organizzative della lavorazione e trasformazione, con quelle della tutela e valorizzazione nel rapporto con il mercato, con l’obiettivo anche di coinvolgere le altre componenti del mondo agricolo e gli altri soggetti della filiera».

Secondo Cia e LegaCoop i limiti e le carenze individuate possono essere superate proprio attraverso azioni che siano il risultato di politiche innovative sul versante della razionalizzazione e riorganizzazione degli strumenti associativi e di una messa in rete degli stessi secondo un disegno che abbia come obiettivo il rafforzamento del potere contrattuale dei produttori sul mercato. Le due Associazioni convengono inoltre sulla necessità di aprire un confronto in ordine alla nuova situazione che si è determinata, anche in Toscana, a seguito dell’entrata in vigore del D.L.102, per le conseguenze che tale decreto ha avuto in materia di promozione e riconoscimento delle Organizzazioni dei Produttori; ciò in relazione ai settori dove i soggetti associativi hanno provveduto alle operazioni di trasformazione in cooperative, sia nei settori dove tale trasformazione non è avvenuta.

«La caratterizzazione economica e di organizzazione del prodotto a cui la legislazione riconduce tali soggetti associativi – afferma il Presidente di LegaCoop Agroalimentare, Stefano Cecchi - consiglia l’impostazione di una strategia che punti al rafforzamento del sistema attraverso l’accelerazione di un processo di adesione di tali strutture all’organizzazione della rappresentanza del sistema cooperativo, processo che Cia e LegaCoop vogliono incoraggiare contestualmente all'impostazione di una più precisa strategia e progettualità economica e commerciale nei singoli settori di riferimento.

Il confronto, a questo riguardo, dovrà necessariamente coinvolgere i livelli territoriali delle rispettive organizzazioni e dei soggetti operanti sul territorio, soprattutto per dare concretezza alle politiche e alle azioni». Una strategia coordinata dunque per costruire strumenti economici efficienti e dimensionati secondo i bisogni dell’agricoltura nel rapporto con il mercato, oltre che per non disperdere nulla del patrimonio associativo dei produttori toscani, per conservare e valorizzare esperienze fatte, proseguendo nello sforzo di favorire l’orientamento della maggior parte delle imprese agricole verso il mercato.

«Le politiche di rafforzamento delle filiere produttive – specifica Pascucci - costituiscono l’impegno principale che Cia Toscana e Lega Coop Agoalimentare Toscana assumono, partendo dai settori più tradizionali dell’agricoltura toscana, fino ad altri settori con alta potenzialità economica, come il florovivaismo, l’ortofrutta, la forestazione, così come per l’agrienergie». «Per fare in modo che questa proposta possa trovare riscontro più immediato – continua Cecchi – dovremo coinvolgere tutte le parti in causa, dalle componenti politiche della regione fino alle realtà economiche sia sotto forma di singola azienda sia realtà consorziate».

Al documento d’intesa faranno seguito nei prossimi mesi alcune iniziative pubbliche.

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