Centro unitario rottamatori: ricorsi al tribunale amministrativo regionale e un esposto alla procura

Redazione Nove da Firenze
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27 febbraio 2007 10:13
Centro unitario rottamatori: ricorsi al tribunale amministrativo regionale e un esposto alla procura

Chiedono l'intervento della magistratura il consigliere di Alleanza Nazionale Giovanni Donzelli e il consigliere provinciale Guido Sensi, insieme agli altri componenti dell'associazione "Firenze Domani", sul centro unitario per i rottamatori fiorentini che sorgerà nella zona del «Ferrale», vicino a Ponte a Greve. A marzo dello scorso anno è stato firmato in Regione l'accordo di pianificazione tra Comune e Provincia di Firenze che dava il via libera alle procedure per realizzare in quell'area, alle porte di Scandicci, di un «impianto industriale per la raccolta e il trattamento dei motoveicoli e autoveicoli fine vita».

«Il procedimento urbanistico - hanno spiegato Donzelli e Sensi - è finito con l'approvazione, da parte del consiglio comunale e grazie alla partecipazione al voto del capogruppo di Rifondazione Comunista, della variante al piano regolatore. Nel nuovo impianto confluiranno 5 rottamatori sparsi in città e diventa fondamentale vincolare l'eventuale realizzazione del progetto ad una serie di indirizzi a tutele del territorio dove sorgerà il nuovo impianto. Non capiamo la fretta dell'amministrazione nel voler procedere a realizzare il progetto prima dell'approvazione del ptcp, il piano territoriale di coordinamento provinciale, e del piano strutturale.

L'area in cui dovrebbe sorgere l'impianto che produce rifiuti pericolosi, tossici e nocivi è a vincolo ambientale, soggetta ad inquinamento delle falde acquifere e a rischio inondazione. Probabilmente la meno indicata per un simile impianto. Quell'area era stata vincolata a parco pubblico proprio per lasciare un polmone verde a cuscinetto limitante l'impatto dell'inquinamento del vicino svincolo autostradale, l'insediamento abitativo di Mantignano e Ugnano e la vicina Villa Lisi, di interesse storico, sconsiglierebbero un impianto così invasivo in una zona così delicata.

Peraltro 2500 cittadini hanno sottoscritto una petizione contro questo progetto». «Con l'esposto alla procura - hanno spiegato i due esponenti del centrodestra che fanno parte dell'associazione - chiediamo che venga accertata la solidità, finanziaria e operativa, delle imprese chiamate a realizzare quanto prevede la valutazione di impatto ambientale, ovvero la "realizzazione di aree di invaso che potranno anche occupare l'intera superficie di perimetro dell'impianto e che tali aree dovranno essere in grado di compensare sia i volumi sottratti alla libera espansione delle acque sia quelli dovuti a maggiore impermeabilizzazione del terreno in seguito all'urbanizzazione dei suoli, sia i volumi di piena relativi al reticolo minore per effetto dell'intermittenza di scolo"».

«Resta anche da verificare l'utilità pubblica di tali opere - hanno puntualizzato Donzelli e Sensi - visto che alcuni rottamatori potranno beneficiarne e altri no». «Quanto al tar - hanno concluso i due esponenti di AN - non dobbiamo dimenticare che poco tempo fa la magistratura amministrativa a bocciato il provvedimento che riguardava i nuovi insediamenti abitativi in via Arnoldi, a Bellosguardo. Provvedimento di analogo a quello del Ferrale. Questo precedente ci rende fiduciosi sul buon esito del nostri ricorso».


"Tutti i procedimenti sono stati svolti nella piena correttezza amministrativa e con tutte le valutazioni, compresa quella ambientale. E non c'è stata nessuna fretta, visto che del centro unico di rottamazione se ne parla almeno dal 2004, quando fu adottato il Piano Strutturale che prevedeva appunto questa destinazione per l'area tra il nuovo svincolo autostradale di Scandicci e il carcere di Sollicciano". E' quanto precisa l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi in risposta alle prese di posizione di Giovanni Donzelli e Guido Sensi, rispettivamente consigliere comunale e provinciale di Alleanza Nazionale, che hanno annunciato la prossima presentazione di due ricorsi al Tar e di un esposto alla magistratura.

Il primo atto in cui è prevista la realizzazione del centro unico per i rottamatori fiorentini nella zona del Ferrale (o per essere esatti di un "impianto industriale per la raccolta e il trattamento di motoveicoli e autoveicoli a fine vita") è l'avvio del procedimento dell'accordo di pianificazione del progetto presentato dalla Società Ecofirenze, approvato dal consiglio comunale il 24 gennaio 2005. E al tempo stesso l'avvio del procedimento per la variante al Piano regolatore relativa all'area che, nel Piano Strutturale adottato dal consiglio comunale nel 20 aprile 2004, è già stata destinata a questa funzione.

Il 14 marzo 2006 è stato firmato in Regione l'accordo di pianificazione tra il Comune e la Provincia di Firenze, un accordo necessario per arrivare ad una variazione contestuale degli strumenti di pianificazione territoriali comunale e provinciale. Dopo una conferenza di servizi in cui sono stati acquisii i pareri necessari al progetto, il 29 aprile 2006 la delibera per l'adozione della variante urbanistica è stata approvata dalla giunta e il 22 maggio 2006 è arrivato il via libera anche del consiglio comunale.

L'ultimo passaggio risale al 12 febbraio 2007 quando il consiglio comunale ha approvato di nuovo la variante urbanistica al Piano regolatore e al tempo stesso ha ratificato l'Accordo di Pianificazione, che era stato approvato definitivamente il 20 dicembre 2006. "Sono trascorsi due anni dalla prima approvazione del consiglio comunale - aggiunge l'assessore Biagi -. Quindi non capisco di quale fretta parlino gli esponenti di Alleanza Nazionale. E comunque spiace constatare che chi è stato sconfitto democraticamente nelle aule degli eletti, ritenga di percorrere altre strade per far valere le proprie valutazioni politiche" conclude l'assessore Biagi.

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