Cineteca di Firenze: I figli di Marx e della Coca-Cola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 gennaio 2007 08:29
Cineteca di Firenze: I figli di Marx e della Coca-Cola

Firenze 5 gennaio 2007- Per oltre un mese, da lunedì 8 gennaio a martedì 20 febbraio, la Cineteca di Firenze propone un magico e per molti misterioso tour nelle storie della storia del cinema e nei riferimenti degli eventi storico-politici tra gli anni '60 e gli anni '70, circa quindici anni di produzione cinematografica tra utopia e nuova comunicazione di massa. "I figli di Marx e della Coca Cola ", rubato da una allora provocatoria didascalia del film Un maschio e una femmina del maestro Jean-Luc Godard ,dà il titolo alla rassegna.

Viene colta una parte considerevole della condizione esistenziale di una generazione dai pensieri alternativi, ancora oggi scomoda. Il senso della vita inequivocabilmente antiautoritario, il senso politica molto libertario, trovava comunque margini di autonomia dal potere economico consolidato. L'arte e la creatività, anche in nuove concezioni di lavoro non-lavoro non dipendevano totalmente (anche in qualche produzione indipendente dei supercapitalisti States) dal "maledetto" principio edonistico, perchè il plusvalore era un optional.



Una fetta di cinema era intesa più come laboratorio che come industria, soprattutto in Europa con la Nouvelle Vague francese, il Free Cinema britannico, il nuovo cinema italiano e tedesco ovest-est, con la sorprendente Nova Vina cecoslovacca e qualche aria nuova nel cinema yugoslavo, polacco, ungherese e anche sovietico. Il Giappone smetteva di esportare i samurai del suo recente medio evo, per affrontare il mondo dei giovani. Una bella rivelazione il Cinema Novo brasiliano. E dagli Usa arrivarono i risvolti, non sempre teneri, della contestazione giovanile presto inglobati da Hollywood che diventò New, producendo opere importanti che quasi sempre veicolavano musiche e canzoni a garanzia comunque di un mercato.

La storia era quasi quella di oggi: gli Usa avevano invaso il Vietnam da cui uscivano perdenti, Fidel Castro era demonizzato, grandi movimenti contro la pena di morte, allora ancora in vigore nei maggiori stati d'Europa dell'ovest (Italia esclusa) e dell'est, la chiesa non condivideva le convivenze, i rapporti gay e il controllo delle nascite.

In Italia c'era il centro sinistra instabile (democristiani e socialisti), Pannella faceva le veglie per il divorzio e la legalizzazione dell'aborto, per gli interventi sulla procreazione (allora per interromperla) si andava all'estero, era difficile trovare un impiego stabile.

Tra gli anni '60 e gli anni '70 la nostra storia sociale e politica vista attraverso la storia del cinema con recenti ricostruzioni d'epoca, grandi classici e opere significative del periodo e soprattutto delle vere rarità, da I turbamenti del giovane Toerless (martedì 9 h.21,30) da Musil, dove Schloendorff, alfiere del nuovo cinema tedesco, attualizza i temi del bullismo della sopraffazione e dell'omosessualità repressa, a Chi lavora è perduto (martedì 16 h.

20,30) opera prima di Tinto Brass, innovatore del cinema italiano, da More (lunedì 22 gennaio), film antidroga di Barbet Schoeder, a La forza e la ragione (martedì 23 h.20.00, in occasione del ricordo di Pio Baldelli, maestro di comunicazioni di massa), dove il grande regista Roberto Rossellini intervista Allende presidente del Cile pre golpe Pinochet, dalla versione integrale di Io Sono Curiosa Giallo (martedì 23 h.21,30) e Blu (mercoledì 24 h. 22,00), dello svedese Vilgot Sjoman, a L'asso di picche (mercoledì 24 h.21,00), commedia sul quotidiano di Milos Forman importante autore della nuova ondata cecoslovacca emigrato negli Usa dopo l'invasione dei carri armati sovietici, da Mourir a trent'ans (lunedì 29 h.21,00), memorie fiction sul post maggio francese di Romain Goupil, a Il padre, critica alla dittatura dell'ungherese Istvan Szabo,da IF (martedì 6/2 h.

20,00), dell'irriverente Lindsay Anderson con Malcom Mc Dowell che anticipa Alex di "Arancia meccanica", al nuovo cinema brasiliano di Rocha del Dio nero e il diavolo biondo (martedì 6/2 h.21,30) e di Jabor Ogni nudità sarà proibita (martedì 13/2 h.21,30), dal road movie americano Punto Zero (lunedì 12/2 h. 20,15) di Sarafian con il conduttore di una radio libera che aiuta la fuga in auto di un inseguito dalla polizia, a Afferra il tempo (mercoledì 14 h. 20,00) dell'italiano Antonello Branca negli Usa tra le Pantere Nere.

Da tener d'occhio il film televisivo che celebra Castro e il Che, interpretato da Gael Garcia Bernal prima dei "Diari della motocicletta", Fidel storia di un mito (mercoledì 17/1 h.16,00) che con Soy Cuba (martedì 30/1 h.

21,30), quasi inedito film russo-cubano girato nel 1964 da Kalatozov, compone il miniciclo "Cuba libre" omaggio a Cuba e al cocktail rum e coca-cola.
(A.V.)

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