Aeroporti Vespuci e Galilei in pericolo per la riforma del trasporto aereo?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 dicembre 2006 10:55
Aeroporti Vespuci e Galilei in pericolo per la riforma del trasporto aereo?

Firenze, 27 Dicembre 2006- «Mentre a Peretola e in Palazzo Vecchio si discute di ribaltoni e di cambi di poltrone -dichiara Enrico Bosi, consigliere di Forza Italia- nessuno in città ha reagito all'annuncio delle gravissime novità che scaturiscono dalla riforma del trasporto aereo, presentate dal Ministro Bianchi nel Consiglio dei Ministri dello scorso venerdi. In gioco ci sono diversi milioni di euro e la libertà di operare da uno qualunque dei 36 scali più importanti d'Italia, quelli con un numero annuo di passeggeri considerevole diretti verso il resto d'Europa.

Nella riforma tracciata dal Ministro la "soglia" è di 5 milioni di passeggeri annui, una soglia al di sotto della quale scattano limitazioni per i collegamenti internazionali. In Toscana quindi vi rientrano i due aeroporti di Firenze e Pisa con le conseguenze economiche che è facile immaginare. Soprattutto, nel caso di Pisa, ormai base di Ryan Air, la scure di Bianchi si abbatterebbe in modo pesantissimo. Nelle intenzioni dell'esecutivo c'è la volontà di ridurre a 7, al massimo a 8, il numero degli scali abilitati al medio e lungo raggio.

Negli altri casi si sta pensando a delle deroghe che però si riferirebbero a singole rotte internazionali e alla creazione di un network locale che colleghi gli scali italiani tagliati fuori dalla riforma. In parole povere un vero massacro per il sistema aeroportuale toscano e perfino per la "concorrente" Bologna. Ma ovviamente di tutta questa "rivoluzione" c'è chi gioisce e vede quindi prossima la chiusura di Peretola ridotta a scalo regionale. Solo il sindacato FIT-CISL LOMBARDIA si è accorto, insieme al Senatore Paolo Amato, della gravità della situazione ricordando che la decisione del governo rappresenta una pratica anticompetitiva dato che ormai quasi il 25% dei passeggeri utilizza scali minori e una compagnia aerea low cost.

In questo modo si usano in maniera irrazionale le risorse pubbliche e non si aiuta certamente Alitalia».

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