La morte di Welby: nel fine settimana Radicali ancora in piazza a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 dicembre 2006 14:08
La morte di Welby: nel fine settimana Radicali ancora in piazza a Firenze

Firenze, 22 dicembre 2006- Piergiorgio Welby è morto mercoledì a tarda sera. Qualcuno ha esaudito le sue volontà staccando la spina, dopo la sedazione somministrata dal medico anestesista Mario Riccio di Cremona. Welby aveva 61 anni e da quaranta era malato di distrofia muscolare, negli altimi anni era leader politico radicale e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni. Welby ha finito di soffrire. Ma non di ruotare intorno a polemiche.
Dopo la scomparsa del leader radicale, l’Associazione radicale fiorentina ‘Andrea Tamburi’ promuove per il fine settimana due giorni di raccolta firme sulla petizione che chiede al Parlamento l’avvio di una indagine conoscitiva sul fenomeno dell’eutanasia illegale e clandestina, oltre che la calendarizzazione della discussione dei disegni di legge già presentati sull’eutanasia.

La richiesta alle Istituzioni e alla politica di occuparsi di questi temi fu fatta propria, il 23 settembre dal Presidente Napolitano, proprio su sollecitazione di Piero Welby. Dalle Istituzioni, dalla politica, non è arrivata la risposta che ci auguravamo ma, anzi, anche l’ulteriore incomprensibile rifiuto del Parlamento – proprio in questi ultimi giorni - di avviare almeno e intanto una indagine per gettare uno sguardo sulla realtà dell’eutanasia clandestina, che in tanti medici, operatori sanitari, denunciano inascoltati ed è, oggi, completamente fuori da ogni controllo.

Anche per questo serve che l’iniziativa politica radicale su questo fronte prosegua. Per questo prosegue la raccolta di firme sulla petizione promossa dall’Associazione ‘Luca Coscioni’, primo firmatario proprio Piero Welby, e come Radicali, militanti della Rosa nel Pugno, diamo intanto appuntamento a tutti i cittadini: a Firenze, sabato 23 e domenica 24 dicembre, dalle 16 alle 19, sotto i portici di Piazza della Repubblica.

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