Treni Alta Velocita': la galleria di Firenzuola deve essere ricostruita

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 agosto 2006 15:20
Treni Alta Velocita': la galleria di Firenzuola deve essere ricostruita

Lo rende noto una lettera inviata dall'associazione di volontariato Idra al Presidente della Giunta Regionale della Toscana, Claudio Martini, all'Assessore all’Urbanistica e ai Trasporti, Riccardo Conti, all'Assessore all'Ambiente, Marino Artusa, ed al Presidente dell’Osservatorio Ambientale Nazionale Alta Velocità per la tratta Bologna-Firenze, Raffaello Nardi.
Questo il testo della missiva a firma Girolamo Dell’Olio, Presidente di Idra:

OGGETTO: TAV, “Galleria Firenzuola” ammalorata: trasmissione di documentazione e richiesta di intervento e informazioni.

Gentile Presidente,
Le trasmettiamo in allegato alla presente la più recente nota di risposta ricevuta in questi giorni dall’ARPAT sulle attività di demolizione e ricostruzione della “Galleria Firenzuola”, classificata come ammalorata, sulla tratta TAV Bologna-Firenze.

Ne risulta un quadro abbastanza sconfortante, converrà. Ci domandiamo: è ammissibile che un tunnel così importante come la “Galleria Firenzuola”, che attraversa terreni così difficili e instabili come i sedimenti dell’antico bacino lacustre del Mugello, sia stato progettato e costruito senza armatura, e che si sia lasciato approvare ed eseguire tutto ciò fino al momento in cui si è reso necessario – a partire da febbraio 2005 – iniziare lunghi e complessi lavori di demolizione e rifacimento, progressivamente sempre più estesi, dei quali non si intravede ancora oggi un termine certo? Lo chiediamo con apprensione a Lei, che pure in passato ha descritto i lavori della TAV fra Firenze e Bologna come “un modello operativo di efficienza e rispetto per ambiente e sicurezza”.
Richiamiamo nella circostanza le considerazioni formulate per tempo alle autorità dal Comitato Tecnico-Scientifico dell’Osservatorio Ambientale Locale del Mugello (OAL) sulla natura particolarmente delicata e rischiosa dei terreni interessati dal progetto di galleria fra il fiume Sieve e l’area a nord dell’autodromo del Mugello, la cui attuazione ha determinato episodi anche gravi di danno idrogeologico.

Inutilmente l’OAL richiese già a novembre del ’98, “prima che il progredire dei lavori di scavo possa creare situazioni irreversibili, l’organizzazione di una campagna geognostica, ad integrazione di quella che risulta già svolta da CAVET, volta ad accertare le relazioni sopra illustrate. Tale campagna, consistente in un raffittimento dei sondaggi già eseguiti, dovrebbe servire anche per porre in opera una rete di monitoraggio continuo, mediante piezometri, del comportamento della falda durante la progressione dei lavori in galleria”.
Di fatto, nessuna “grande opera”, per quanto risulta a Idra, è stata così lenta nella sua realizzazione come l’Alta Velocità.

C’è qualcuno a cui giova la lievitazione dei tempi e dei costi?, ci domandiamo ancora. E temiamo proprio di sì, se sono credibili le conclusioni – che La invitiamo a considerare con ogni possibile attenzione - tratte nei due saggi dedicati dall’ing. Ivan Cicconi alla denuncia dell’architettura finanziaria della TAV SpA e delle modalità di affidamento ed esecuzione delle opere ispirate al suo modello: “La storia del futuro di Tangentopoli”, Dei – Tipografia del Genio Civile, e “Le grandi opere del Cavaliere”, Koiné Nuove Edizioni (quest’ultimo presentato in prima nazionale proprio a Firenze lo scorso 19 gennaio 2005).
Ricordiamo di averLe scritto più volte (27 giugno 2005, 12 luglio 2004, 23 settembre 2003, 23 gennaio 2003, 22 luglio 2002, 9 luglio 2002) per evidenziarLe le palesi criticità, insufficienze e incongruenze della tratta TAV Bologna-Firenze sia sotto l’aspetto progettuale sia sotto quello esecutivo, finanziario, trasportistico e ambientale.

Altrettanto spesso Le abbiamo scritto a proposito della difficile sostenibilità della soluzione in sottoattraversamento per il nodo ferroviario fiorentino. Non ricordiamo di aver ricevuto riscontri da parte Sua, nonostante l’apparente lusinghiera apertura nel corso del primo, brevissimo e unico appuntamento da Lei accordatoci il 12 dicembre 2001: “un incontro che getta le basi – ebbe a dirci - di un ragionamento da sviluppare" .
Già subito dopo le prime notizie sulle attività di demolizione e rifacimento della “Galleria Firenzuola”, peraltro, scrivemmo all’Assessore regionale all’Ambiente e al Presidente dell’Osservatorio Ambientale Nazionale Alta Velocità per la tratta Bologna-Firenze (21 marzo 2005) chiedendo che “la Regione Toscana e l’OAN si facciano parte attiva affinché l’ARPAT, l’ASL, l’OAL, il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze e la Direzione Difesa del Suolo della Provincia di Firenze ispezionino le gallerie del versante toscano della tratta AV Bologna-Firenze, allo scopo di verificare le condizioni dei tunnel, la rispondenza delle opere sin qui realizzate ai requisiti progettuali approvati, il rispetto delle normative in termini di affidabilità, stabilità e sicurezza, l’entità economica degli interventi aggiuntivi e gli eventuali oneri aggiuntivi a carico di TAV SpA o di altra Società a capitale pubblico derivanti dagli interventi di adeguamento resisi necessari”.

Richiesta che qui ribadiamo.
Il documento ARPAT in allegato descrive un quadro estremamente preoccupante, Presidente, per ciò che riporta e forse ancor più per ciò che non è in grado di riportare.
Adesso chiediamo di conoscere fino in fondo anche tutti gli altri aspetti di questo ennesimo ‘caso clinico’ dell’avventura TAV. Chiediamo che, nella Sua veste di massima autorità istituzionale locale, Ella si faccia parte attiva affinché vengano forniti finalmente tramite Idra all’opinione pubblica i dati che riguardano la ‘galleria dei misteri’ ammalorata: le tavole di progetto, le relazioni tecniche approvate, le varianti in corso d’opera, le valutazioni di impatto, l’identificazione delle responsabilità, dei costi aggiuntivi e dei soggetti che se ne fanno carico.

Non accettiamo di subire ancora oggi, a cinque mesi di distanza, l’imbarazzato, inquietante e pressoché totale silenzio che ha fatto seguito all’esposto inviato da noi il 13 marzo scorso agli assessori regionali competenti, all’Osservatorio Ambientale Nazionale, ai ministri del vecchio e del nuovo governo.
Interpelliamo direttamente Lei, Presidente, perché assicuri trasparenza alla vicenda e concorra a fugare tutti i dubbi che nel corso di questi mesi si sono venuti accumulando persino sulla credibilità ingegneristica e costruttiva del progetto TAV.

Le chiediamo naturalmente di far luce anche sugli aspetti della questione in merito ai quali l’ARPAT ha scritto di non essere competente a rispondere (ad esempio in merito alle procedure di pubblicità, valutazione e approvazione della cosiddetta “variante sicurezza”, richiesta da RFI probabilmente a fronte dell’assenza di un tunnel parallelo di soccorso per 60 km di galleria) o che l’ARPAT stessa segnala, quando ad esempio rimarca che il quadro di interventi di demolizione/ripristino “è da definirsi allo stato attuale ancora in evoluzione, in quanto si è in attesa della produzione da parte di CAVET di un documento di dettaglio sulla previsione lavori da effettuare, per il quale è già stata inviata richiesta (...) all’Osservatorio Ambientale”.

Quali nuovi scenari sono riservati al Mugello, dopo che da anni è saltato l’appuntamento con treni che qui comunque non si fermeranno, promesso per il 2003?

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