Il punto sull'adozione in Europa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 gennaio 2006 18:55
Il punto sull'adozione in Europa

Firenze, 26 gennaio 2006- Il punto sull'adozione in Europa Incontro a Firenze di ChildONEurope, la Rete europea degli osservatori per l'infanzia. Il 26 e 27 gennaio all'Istituto degli Innocenti, un seminario sui problemi e i servizi del "dopo-adozione"


Dei ventitré paesi che compongono ChildONEurope, la Rete Europea degli Osservatori Nazionali per l'Infanzia, l'Italia è l'unico nel quale le persone sole non possono adottare un bambino.
In Italia non è consentita neanche l'adozione a persone omosessuali, ammessa invece in altri paesi europei (quattordici), sulla base del fatto che l'individuo non può essere discriminato per via dell'orientamento sessuale.
In Europa i servizi di supporto all'inserimento scolastico dei ragazzi adottati esistono solo in quattro paesi dell'ex blocco sovietico, oltre a Olanda e Germania.

Questi e altri dati sono al centro del seminario di ChildONEurope, che si tiene oggi a Firenze, all'Istituto degli Innocenti, incentrato sul tema del "post-adozione".

Nell'incontro viene presentato un rapporto elaborato dalla Rete su legislazione internazionale e nazionale dei 25 paesi membri dell'Unione Europea, su tipologie di adozione, revoca e protocolli operativi, servizi informativi a coppie e singoli e criteri di idoneità, sia per la coppie che per i single che hanno intenzione di adottare.
I minorenni adottati in tredici paesi che aderiscono alla Rete Europea, tra il 2001 e il 2003, sono stati quasi 11 mila. L'Italia, (che segue la Gran Bretagna per numero complessivo, ed è seguita dalla Francia) registra 2.760 adozioni (dati 2003), delle quali e il 49% riguardava bambini in età tra 1 e 4 anni e il 32% bambini tra i 5 e i 9 anni.
Ma cosa succede dopo l'adozione? Che supporto viene dato alle famiglie e ai bambini che hanno "nuovi" genitori? Il seminario di ChildONEurope è l'occasione per confrontare le normative europee su adozione nazionale ed internazionale, mettere assieme informazioni, dati, esperienze e soluzioni che rispondano anche alle problematiche che si presentano dopo l'adozione.


In questa breve intervista, Raffaella Pregliasco, giurista esperta di adozioni nazionali e internazionali per ChildONEurope e per il Centro nazionale di analisi per l'infanzia e per l'adolescenza di Firenze ed Erika Bernacchi, responsabile del coordinamento tecnico del Segretariato di ChildONEurope, fanno il punto sulla situazione dei lavori svolti dalla Rete e sul seminario europeo.
Dottoressa Pregliasco, quali sono le novità emerse in materia di acceso alle informazioni sulle origini dei bambini negli ultimi anni?
Il diritto alle origini è stato riconosciuto dalla Convenzione ONU nel 1989 e successivamente dalla Convenzione dell'Aja del 1993.
"L'Italia, con la legge 149/2001, ha ulteriormente sottolineato il diritto ad accedere alle informazioni identificative e non identificative sulle proprie origini.

In conseguenza di ciò si prevede un o sviluppo dei servizi finalizzati alla raccolta e alla conservazione dei dati e al sostegno di tutti coloro che intendono intraprendere tale percorso".
Cosa si intende per servizi post adozione e quali sono le questioni chiave?
Si intende il sostegno e l'accompagnamento al bambino e alla famiglia adottiva a partire dal momento in cui il minore entra nella nuova famiglia. Tra le questioni chiave c'è la capacità da parte dei servizi di gestire nel migliore dei modi i casi di disagio e di difficoltà che possano emergere nella famiglia adottiva.

Gli eventi critici conseguenti a un'adozione sono quindi una realtà di cui tutti i Paesi della Rete Europea sono consapevoli. E' sentita la necessità di sviluppare in tal senso l'offerta di servizi perché siano in grado di effettuare un'idonea attività di prevenzione e per fornire interventi di supporto.
Dottoressa Bernacchi, perché un seminario sul "Dopo-adozione"?
L'incontro del 26 gennaio nasce come continuazione di una ricerca sull'adozione che è stata anche la prima tematica analizzata da ChildONEurope.

Abbiamo pensato a una continuazione attraverso una seconda fase che trattasse le problematiche del periodo successivo all'adozione. Il seminario risponde alla necessità di realizzare un confronto e un approfondimento a livello europeo su un tema così importante.
Che risposta hanno dato i paesi europei?
"I ventitre paesi partner del progetto della Rete Europea hanno mostrato un forte interesse sulla tematica del "post-adozione" aderendo in venti all'iniziativa e inviando le informazioni rilevanti sulle buone pratiche nel post adozione".
Come è strutturato il seminario?
"Ci saranno gli interventi di organizzazioni internazionali che si occupano di queste tematiche come la Conferenza dell'Aja, l'Unicef IRC e l'International Social Service.

Dai Paesi partner della Rete Europea saranno fatti alcuni interventi con la presentazione delle buone pratiche sul "post-adozione". La seconda parte prevede la formazione di gruppi di lavoro che permetteranno di approfondire le tre tematiche centrali: servizi e sostegno alle famiglie adottive, accesso alle origini ai genitori biologici e i fallimenti adottivi. L'intenzione è poi quella di verificare come proseguire la ricerca su queste tematiche in particolare come identificare gli indicatori per la definizione di buone pratiche".
Cosa ha avuto maggior successo nell'ambito di ChildONEurope e di quali altri temi si occupa?
"La Rete, dalla sua nascita nel 2003, si è allargata arrivando a coprire la quasi totalità dei paesi dell'Unione Europea e ha permesso un importante scambio sulle politiche per l'infanzia attuate nei vari paesi.

Inoltre ha contribuito alla creazione di Osservatori per l'infanzia nei paesi nei quali non erano ancora stati istituiti. La Rete si occupa anche di abuso dell'infanzia, di minori stranieri non accompagnati. Durante il loro semestre di presidenza due paesi hanno inoltre richiesto al Segretariato ricerche specifiche: il Lussemburgo un'indagine sulla mediazione familiare mentre l'Austria una ricerca comparativa sulle osservazioni conclusive del Comitato ONU sui diritti dell'infanzia rispetto al rapporto di attuazione della Convenzione ONU.

Questo studio verrà presentato durante la riunione del Gruppo intergovernativo che si svolgerà nel maggio 2006".
Che sviluppi prevedete per ChildONEurope? "Innanzitutto includere i due paesi mancanti dell'Unione europea e rendere sempre più attiva e sistematica la partecipazione dei partner. A questo fine stiamo migliorando anche i nostri strumenti di comunicazione attraverso l'ampliamento del sito web e la creazione di un forum on line aperto anche a coloro che non fanno parte della Rete.

Inoltre l'Assemblea della Rete che si svolgerà il giorno successivo al Seminario deciderà quali ulteriori temi formeranno l'oggetto delle future ricerche". (sp,ln)

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