Nella quarta giornata del Festival dei Popoli anche un omaggio a Petri e “Il fare politica”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 dicembre 2005 23:25
Nella quarta giornata del <I>Festival dei Popoli</I> anche un omaggio a Petri e “Il fare politica”

Firenze, 4 dic. – Cresciuti sulle ceneri dei sogni e delle speranze di una generazione, non hanno nessuna voglia di cambiare il mondo ma piuttosto hanno scelto di vivere ai suoi margini, al di fuori della società. Gridano “No future!”, ma il tempo darà loro torto. Perché la generazione punk, protagonista di quella rivoluzione culturale che alla metà degli anni ’70 da Londra e New York si diffuse in tutto il mondo stravolgendo musica, pensiero ed estetica, ha lasciato segni che anche oggi riconosciamo; e non certo nello pseudo new punk da Mtv.

Lunedì 5 dicembre, il Festival dei Popoli rende omaggio al punk ed alle sue origini.

Una festa di compleanno volutamente anticipata, visto che le celebrazioni ufficiali si terranno, in tutto il mondo, il prossimo anno. In Punk Attitude (ore 21 Auditorium Stensen) il britannico Don Letts racconta la genesi e la diffusione della rivolta punk, la ridefinizione della musica pop e del costume, la minaccia alle regole sociali e l’indipendenza legittimata; il tutto alla luce del motto “Do-it Your Self Attitude”. Tra storiche star e nuove figure della cultura punk (Henry Rollins, Chryssie Hynde, Jim Jarmush, etc.), Letts combina recenti interviste con rare e famose performance d’archivio.

A seguire (ore 22.45 Auditorium Stensen), la visione Usa del fenomeno punk con Kill Your Idols di Scott Aaron Crary. Vincitore del Tribeca Film Festival 2004 come miglior documentario, il film ripercorre la storia della scena art-punk newyorkese, alternando esclusive interviste ai suoi fondatori Lydia Lunch, Glenn Branca, Suicide, Thurston Moore, ai protagonisti delle nuove generazioni.

Ma al Festival dei Popoli l’omogeneità sta stretta. Così ecco che dalla musica torna ad indagare la nuova Cina contemporanea, quella che subisce la costruzione del nuovo impero.

C’è chi ha scelto di andarsene per trovare fortuna come A Ming, clandestino in cerca di lavoro in Italia (A Ming, ore 15.30 Auditorium Stensen), e chi resta e aspetta che il progresso lo sommerga. Come gli abitanti di Fengjie (Yanmo - Before the flood, ore 18 Auditorium Stensen), una delle città più celebrate dalla poesia classica cinese ora al centro dell’area dove sorgerà la diga più grande del mondo, la diga delle Tre gole, spazzando via così secoli di storia.

Prosegue poi la retrospettiva su Jørgen Leth, con Life in Denmark (ore 21, Istituto Francese) e I’m Alive.

Søren Ulrik Thomsen: a Danish Poet (ore 21.45, Istituto Francese). Il grande regista danese incontrerà Fabrizio Grosoli della Fandango ed il pubblico alle 12, ala libreria Feltrinelli International.

Da non perdere Elio Petri, appunti su un autore (ore 20, cinema Ciak Alter), tributo ad uno dei più grandi autori di sempre del cinema italiano. Attraverso dichiarazioni, pensieri, ricordi, filmati, progetti e una serie di testimonianze d’eccezione, tra cui quelle di Vanessa Redgrave, Bernardo Bertolucci, Franco Nero, Mariangela Melato, Robert Altman, Ursula Andress e Flavio Bucci, questo documentario offre il suo contributo ad una non più prorogabile riscoperta di questo autore.

Da segnalare infine Il fare politica - Chronique de la Toscane rouge 1982 – 2004, di Hugues Le Paige. Fabiana, Carlo, Claudio e Vincenzo sono quattro militanti storici della sezione del P.C.I. di Mercatale. Per loro, come per tanti altri militanti di base, “fare politica” significava prima di tutto spendere le loro capacità di cittadini attivi e partecipi per confrontarsi con i bisogni e con le problematiche della comunità a cui sentivano di appartenere. Poi la crisi del panorama politico italiano; così, dopo lo scioglimento del P.C.I., i quattro amici intraprenderanno scelte di vita diverse.

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