Aria di tempesta a Palazzo Medici Riccardi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 agosto 2005 20:13
Aria di tempesta a Palazzo Medici Riccardi

(30 agosto 2005) – Il Presidente della Provincia Matteo Renzi, che ha 30 anni, nell’ambito di un riassetto della Giunta, ha deciso di mantenere per sé la delega alle Pari Opportunità per tutta la legislatura. “Dobbiamo smettere, soprattutto noi del centrosinistra, di considerare le pari opportunità come la riserva indiana del femminismo ideologico – spiega Renzi, che è il più giovane Presidente delle Province italiane ed è espressione della Margherita – la vera priorità sono i giovani e la possibilità per le donne di conciliare maternità e carriera”.

Una scelta quella del Presidente, destinata a far discutere. “Pari opportunità significa asilii nido, significa tecnologia contro il divario digitale, significa valorizzare i giovani che sono i nuovi emarginati. C’è bisogno di più ideali e di meno ideologia. Ecco perché non trovo fuori luogo che la delega non vada a una donna come sempre, ma ad un giovane di 30 anni”.

"Il Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi, con l'atto di revoca delle deleghe agli Assessori Mauro Romanelli e Marzia Monciatti, ha prodotto una frattura politica e di fiducia con il partito dei Verdi -si legge in un documento dei Verdi- Le motivazioni di questo atto sono infatti pretestuose e generiche ed in alcuni casi perfino offensive, visto anche che la vicenda segue di pochi giorni un attacco giornalistico assolutamente incivile dal quale, a questo punto, non si può considerare del tutto estraneo il Presidente.
I contenuti, inoltre, che sono alla base delle vere motivazioni della rimozione di Romanelli e Monciatti, esprimono una chiara svolta centrista e moderata che i Verdi non possono accettare.
Monciatti e Romanelli esprimevano chiaramente all'interno della giunta le sensibilità particolarmente attente alle questioni dell'ambiente, dei diritti civili, della laicità, della solidarietà sociale.

Erano due Assessori pronti al dialogo con movimenti ed associazioni e poco disponibili ad appoggiare il Presidente Renzi in maniera acritica, come egli parrebbe pretendere da tutti.
La scorrettezza e la slealtà dei metodi, l'incapacità di mediazione e di dialogo, unite ai contenuti sempre più a destra che il Presidente esprime (producendo un'irresponsabile rottura proprio nel momento in cui in tutto il paese si cerca il necessario dialogo con Rifondazione Comunista), ci convincono dell'assoluta inadeguatezza di Matteo Renzi a rappresentare tutta la coalizione di centrosinistra e quindi a ricoprire il ruolo di Presidente con il voto dei cittadini della provincia di Firenze, cittadini che sono (e Renzi dovrebbe ricordarlo) principalmente di sinistra, laici e sensibili alle tematiche ambientali.
Per questi motivi i Verdi all'unisono, nel riconfermare il rapporto di alleanza con i Ds, la Margherita ed i Comunisti Italiani e la ricerca dell'intesa con Rifondazione Comunista, chiedono nuove elezioni per il Consiglio Provinciale ed un nuovo candidato che possa rappresentare davvero tutte le anime della coalizione".

"Renzi si sta dimostrando il migliore alleato possibile per la Casa delle Libertà -commenta il Consigliere provinciale Federico Tondi- sta ridimensionando il peso dei DS in Provincia; ha, di fatto, ammesso l’inconsistenza dei risultati ottenuti in un anno di governo come ormai, da tempo, diciamo; sta spaccando politicamente l’Unione.

Se aggiungiamo che tutto ciò accade a pochi mesi dalle politiche non si può non ringraziare Renzi per quanto sta facendo, se non fosse vero che, purtroppo, è il territorio a pagare il prezzo di un duello nella sinistra il cui contenuto non è ancora emerso. Ora la mossa passa ai Ds: hanno, oppure no, gli attributi per andare avanti nello scontro con Renzi? Come voteranno la mozione di sfiducia annunciata dai Verdi? Non c’è dubbio che la crisi deve essere portata con urgenza all’Ordine del Giorno del primo Consiglio provinciale, fissato per l’8 settembre, momento in cui la sinistra dovrà dire se ci sono o meno le condizioni per andare avanti.

Per quanto ci riguarda l’esperienza di questa giunta è gia finita: aveva ragione Renzi: Il futuro non può attendere".

"La crisi politico-istituzionale che si è aperta in Provincia di Firenze ci preoccupa fortemente -affermano in una lettera aperta i segretari di empoli e firenze del PdCI- In un momento di grave crisi occupazionale che vede la perdita di migliaia di posti di lavoro su tuto il teritorio provinciale, siamo convinti che questo dovrebbe essere il principale pensiero di una Amministrazione responsabile, come delle forze politiche che la sostengono.I Comunisti Italiani sono sempre stati contrari alla legge che ha istituito l’elezione diretta dei Sindaci e dei Presidenti di Provincia e Regione, e che attribuisce loro la nomina e la revoca insindacabile degli Assessori.

Questo va a detrimento della partecipazione democratica e del ruolo fondamentale che le forze politiche devono rivestire e che viene loro affidato dai cittadini attraverso l’esercizio del voto, conformemente al dettato Costituzionale. I Comunisti Italiani richiamano tute le forze di maggioranza della Provincia di Firenze alle proprie responsabilità ed al rispetto del voto dei cittadini, affermando al contempo l’esigenza di un maggior impegnosui temi sociali nell’ambito delle competenze dell’ente, a partire dalle politiche per il lavoro e la formazione.

Siamo infine preoccupati per l’esito al quale questa crisi potrebbe approdare, con uno spostamento moderato dell’assetto del Governo provinciale. I Comunisti Italiani sono pronti a svolgere il ruolo che compete loro, che non è certo quello di comparse. Pertanto chiediamo la riconvocazione del tavolo programmatico senza perdere altro tempo e, subito, un incontro con il Presidente Renzi per manifestargli la nostra forte preoccupazione per la situazione venutasi a creare e per ribadire la nostra posizione di forza di sinistra sui temi che più interessano e preoccupano le cittadine ed i cittadini della nostra Provincia".

"Dal 2004 il PRC svolge nella Provincia di Firenze la propria opposizione all’amministrazione Renzi -è il commento della Segreteria provinciale del PRC Firenze- Il giudizio fortemente negativo sull’operato di Renzi è per noi oggi confermato dalla sua scelta di revocare le deleghe agli assessori Mauro Romanelli e Marzia Monciatti.
In primo luogo, il Gruppo provinciale e la Federazione di Firenze denunciano il metodo usato per addivenire a tale provvedimento.

Il Presidente ha preferito esercitare la propria autorità piuttosto che impegnarsi nel confronto politico e programmatico fra le parti. In secondo luogo il PRC ritiene che tale gesto autoritario metta in evidenza una concezione aziendale della politica e della gestione delle istituzioni, all’interno delle quali Renzi, fin dal suo esordio, si è mosso prevalentemente per la promozione della propria immagine, più che nell’interesse dei cittadini.
In particolare sconvolge la totale assenza di motivazioni politiche alla base del gesto di Renzi.

E’ però evidente che questa stretta autoritaria coincide con un progetto politico teso ad imprimere una svolta moderata e centrista all’amministrazione provinciale. Non è un caso che vengano colpiti un esponente di rilievo dell’area ambientalista come Romanelli e le proposte della Monciatti in merito all’introduzione di formazione nelle scuole su differenza di genere e differenza di orientamento sessuale. Evidentemente Renzi la pensa diversamente e non ha esitato ad imporre la propria posizione.
Infine, il gesto di Renzi è ancora più grave se messo in relazione con il delicato processo di costituzione dell’Unione, che risulta chiaramente indebolito dalla sua svolta moderata.

Da questa vicenda esce sgretolata l’immagine delle forze moderate come garanti la stabilità e l’equilibrio della coalizione, come esce rafforzato il nostro giudizio che l’alternativa al governo Berlusconi c’è, ma soltanto a sinistra".

"La vicenda Renzi contro tutti esprime oggi -è l'opinione della consigliera comunale Ornella De Zordo- una cultura politica obsoleta, tutta centrata su posizioni di forza e lotte interne, personalismi e tatticismi, nella quale i contenuti non sono mai centrali e che deve deve essere combattuta e battuta sia nel centro-destra che nel centro-sinistra se l'Unione vuole veramente battere Berlusconi nel 2006 e il berlusconismo a partire da oggi.
Il fallimento del Forum programmatico dell'Unione a causa del dimissionamento da parte di Matteo Renzi, presidente della Provincia di Firenze, di due assessori rischia di avere esiti disastrosi ad un mese e mezzo dalla data delle primarie fortemente volute dal candidato dei riformisti dell'Unione.

Tra una settimana partirà il TIR giallo di Prodi per il suo viaggio lungo la penisola per cercare di convincere della necessità di affidare alla coalizione di centro-sinistra i destini dell'Italia sottraendoli al centro-destra di Berlusconi. L'assunzione della delega delle Pari Opportunità da parte di Renzi è poi paradossale. Marzia Monciatti è stata dimissionata, a quanto è emerso, per aver promosso corsi di formazione a associazione "sospettate" di difesa e diffusione della cultura di libertà di scelta di orientamento sessuale.

Semplicemente assurdo in uno stato laico come ancora viene definito il nostro Paese nella Costituzione della Repubblica."

"In maggioranza si litiga con gruppi che vanno, gruppi che vengono -sono le parole di Graziano Grazzini, Capogruppo Forza Italia in Provincia di Firenze- In giunta si litiga con assessori che vanno e altri che verranno e per i quali la contrattazione è in corso: lo spettacolo è quello di sempre.
Il vento di novità che la giunta Renzi doveva portare è rimasto, come le buone intenzioni, nel cassetto.

Se non ci fossero importanti scadenze come l’accordo con la Regione per il termovalorizzatore potremmo anche ironizzare su queste beghe di palazzo.
Azzardo un pronostico: la querelle andrà avanti ancora un po’ e alla fine i Ds ricondurranno a più miti ragioni il Presidente che, al solito, farà buon viso a cattivo gioco. Con foto di rito alla nuova Giunta con tutti che sorridono".

"La resa dei conti è iniziata -sorride il Capogruppo AN, Piergiuseppe Massai- La rivoluzione della Giunta Provinciale annunciata da Renzi è partita e si è rivelata per quello che avevamo annunciato: un problema politico di compatibilità fra la Margherita ed il resto della coalizione.

Un programma di legislatura inadeguato e inattendibile, frutto solo di una mediazione elettorale e non della volontà di amministrare la Provincia e la scusa di un “documento di indirizzo puntuale e di respiro” e di un forum programmatico, piccoli escamotage per nascondere le difficoltà di una coalizione che si regge solo su do ut des. Renzi, forte della citazione “Voglio 12 assessori che lavorino sui problemi dei cittadini” accanto a quella presa a prestito da Seneca “Siete i depositari dei sogni della gente”, ha fatto venire gli incubi alla sinistra, DS in testa.

Renzi ha posto le basi per distruggere a Firenze l’Unione, sapendo di essere lui il problema dell’alleanza con Rifondazione. Silurare gli assessori più a sinistra della sua Giunta è un tentativo di difesa da quell’alleanza che, inevitabilmente, silurerebbe lui. Cogliendo l’occasione di un tavolo di verifica potrebbe chiedere, per favorire la nascita dell’Unione anche in Provincia, un bel candidato a Sindaco a Figline (magari per il fedelissimo Davide Ermini attualmente all’opposizione in modo duro in quel Comune, quindi, non molto gradito agli alleati) ed un bel seggio parlamentare, sicuro chiaramente, che lo consoli dal dover abbandonare la poltrona di Presidente della Provincia.

Tutto con il minimo sforzo della farsa politica di aver messo alla porta una pasionaria (ruolo financo demodé) come l’Assessore Monciatti ed un Assessore al Poco o Nulla come Romanelli. Altri Assessori, altrettanto inutili o assenti, restano al loro posto, tanto il segnale è lanciato, inutile farsi ulteriori nemici.
A questo punto il Presidente Matteo Renzi, visto che le caselle sono al loro posto e, con il coraggio dell’eroe, ha posto le basi per il suo futuro politico, si presenti dimissionario, con un gesto altrettanto eroico e coerente con la sua passione civica.

Lasciando che i cittadini della Provincia di Firenze, a cui Renzi dice sempre di pensare, scelgano chi potrà veramente amministrarli senza utilizzare lo scranno per mere ragioni di bassa bottega politica".

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