Inaugurata Ruralia
Progetto primo parco della vite e del vino a Lamole

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 maggio 2005 15:20
Inaugurata Ruralia<BR>Progetto primo parco della vite e del vino a Lamole

E’ stata inaugurata questa mattina nel Parco Mediceo di Pratolino “Ruralia”, la mostra organizzata dalla Provincia di Firenze per presentare tutto quanto di meglio il territorio fiorentino offre in materia di agricoltura, allevamento, fauna, ambiente, cultura e tempo libero. Sono intervenuti all’inaugurazione il presidente della Provincia Matteo Renzi e l’assessore provinciale all’ambiente, agricoltura, caccia e pesca Luigi Nigi.
“Ruralia” si inserisce quest’anno fra le manifestazioni del “Genio Fiorentino”, e proprio il “genio agroalimentare” dei nostri produttori, che è possibile apprezzare direttamente negli stand e nel ristorante della mostra, è il filo conduttore della mostra, che si svolge sullo sfondo di un altro genio, quello degli artisti, dal Buontalenti al Giambologna, che hanno creato il fantastico Parco Mediceo di Pratolino.
L’ingresso a “Ruralia” è gratuito, l’orario è continuato dalle 10 alle 20.

La mostra propone tutti i giorni una grande varietà di esposizioni, esibizioni, spettacoli.
Vengono presentate le razze bovine (anche con esibizioni di mungitura e caseificazione), e quelle equine e ovine, i suini di cinta senese, gli asini amiatini, i conigli nani, altri animali da cortile ed uccelli. Mostre a tema sono dedicate ad uccelli acquatici, rettili, funghi, licheni e i frutti di bosco, insetti, conchiglie e i minerali, oggettistica venatoria e foto d’epoca.
A “Ruralia” sono presenti insieme agricoltori, allevatori, cacciatori, pescatori, ambientalisti, rappresentanti delle istituzioni e della società civile.

“Questi soggetti - spiega l’assessore provinciale Luigi Nigi - hanno a Ruralia la possibilità di confrontarsi, contribuendo così ad impostare nel modo più giusto e condiviso il forte impegno richiesto a tutti per sostenere il mondo della ruralità con i tanti valori di cui è portatore, produttivi e ambientali, culturali e turistici”. “Tutte insieme queste presenze – continua Nigi - offrono la possibilità di capire i valori profondi, nuovi ed antichi, del nostro territorio, presentandoli a chi ha pochi contatti con la vita delle nostre campagne e dei nostri boschi e anche a chi può pienamente apprezzarne l’elevata qualità.

E proprio il tema della qualità e delle tipicità è il segno distintivo di Ruralia”.
Il programma di sabato 28 si apre alle 10 con un raduno per il riconoscimento di due nuova razze canine: il “segugio maremmano” e il “piccolo lepraiolo italiano”. Il miglior amico dell’uomo è protagonista anche di un incontro sui cani guida per non vedenti, di dimostrazioni di razze da difesa e, nel pomeriggio alle 16, di una esibizione di unità cinofile dei Carabinieri. Fra le esibizioni sportive in programma durante la giornata, quelle di tiro con l’arco, di volantini di colombacci, di fischiatori.

Sarà anche possibile assistere alla realizzazione di oggetti in pietra con tecniche preistoriche, a cura del gruppo archeologico di Sant’Agata del Mugello. Per i bambini dalle 16.30 laboratorio di costruzione e volo di aquiloni.
Per i convegni sono in programma alle 10 un incontro a cura delle Associazioni Venatorie Fiorentine sugli ungulati e alle 15 una tavola rotonda sulla valorizzazione del compost agricolo a cura dell’Ato 6.
Un gruppo di maggiaioli si esibirà infine in corsi itineranti lungo i viali del parco.


Questa mattina, nell’ambito di “Ruralia”, la mostra inaugurata oggi nel Parco Mediceo di Pratolino, il presidente della Provincia Matteo Renzi e l’assessore provinciale all’agricoltura Luigi Nigi hanno lanciato il progetto della realizzazione a Lamole, nel Chianti, del nucleo di un primo parco pilota della vite e del vino.
Nel momento in cui il contesto ambientale, paesaggistico, storico e culturale contribuisce a determinare il successo ed il valore dei vini di qualità nella stessa misura in cui vi concorre il lavoro e l’esperienza del viticoltore, si pone il problema di come tutelare e di come valorizzare il paesaggio del vino.
Di questo argomento si parla molto e non sempre a proposito, non sempre con cognizione di causa; spesso se ne parla per stereotipi o per schemi ideologici, senza tenere nel debito conto che il paesaggio agrario non è un dato immutabile, ma varia con il variare delle forme di conduzione della terra e con il susseguirsi delle convenienze economiche da parte degli agricoltori.
Detto questo è tuttavia necessario mettere in atto tutti gli strumenti atti a far sì che quello che è un patrimonio non solo dei viticoltori, ma di tutta la comunità, se non, addirittura, di tutta l’umanità, non venga cancellato, disperso, abbandonato, sacrificato sull’altare di politiche produttivistiche che, specie nel campo del vino, sono ormai largamente superate.
Di qui l’idea di costituire una rete, in primis nazionale,ma, in seguito, europea, di parchi della vite e del vino.
Certo, non tutti i “luoghi del vino” hanno le stesse caratteristiche e gli stessi pregi ambientali, storici e paesaggistici.
Le grandi estensioni di vigneti concepiti, realizzati e gestiti su scala industriale non hanno lo stesso valore intrinseco dei vecchi vigneti realizzati in condizioni ambientali e morfologiche difficili.
La rete dei parchi della vite e del vino deve in primo luogo tutelare questi vigneti, quelli della viticoltura eroica (pensiamo alle Cinque Terre, alla Costiera Amalfitana, ma anche alla Valle d’Aosta o al Trentino Alto Adige) e quelli della viticoltura storica, con i suoi terrazzamenti, le sue sistemazioni agrarie, le sue opere idrauliche, i suoi sistemi di allevamento della vite ed i suoi vitigni autoctoni.
Nella misura in cui riusciremo a valorizzare questi luoghi e queste esperienze noi daremo un contributo reale all’accrescimento del valore aggiunto dei vini prodotti in questi contesti e, quindi, al reddito degli agricoltori, e, di conseguenza, ad incentivare la loro permanenza sul territorio nonostante le difficili condizioni in cui si trovano ad operare.
Lamole, con i suoi vigneti realizzati su fazzoletti di terra strappati al bosco, con i suoi terrazzamenti in gran parte mai abbandonati ed in parte recentemente recuperati, con i suoi muri a secco, con le sue particolari sistemazioni idrauliche per impedire l’erosione dl suolo, con il suo sistema di allevamento delle viti ad alberello, con il suo micro-clima e con i suoi antichi cloni di Sangiovese, ha tutte le caratteristiche per diventare il primo nucleo di un parco della vite e del vino.
Un parco della vite e del vino a Lamole sarebbe in grado di aggregare percorsi naturalistici fra i vigneti, un paesaggio praticamente intatto, un insieme di emergenze storico-architettoniche fatte di pievi, di case e di ville e una antica cultura del vino che si esprime nei vigneti e nelle cantine in un progetto pilota di valorizzazione del territorio anche in chiave turistica.

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