Festa della Toscana: inaugurata la mostra con le foto Ansa su bimbi e guerra
Anche a Prato la pace e la guerra viste con gli occhi dei bambini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 novembre 2004 20:17
Festa della Toscana: inaugurata la mostra con le foto Ansa su bimbi e guerra<BR>Anche a Prato la pace e la guerra viste con gli occhi dei bambini

Un dibattito in molti momenti coinvolgente e toccante ha aperto la mostra “Gli occhi dell’innocenza – Le immagini dei piccoli nelle guerre dei grandi”, organizzata a Palazzo Panciatichi da Consiglio regionale della Toscana e Ansa, in occasione della Festa della Toscana 2004, dedicata ai bambini in situazioni di guerra e aspettative di pace. All’inaugurazione hanno partecipato Riccardo Nencini, presidente dell’Assemblea toscana, il segretario questore Franco Banchi, Pierluigi Magnaschi, direttore dell’Ansa, il vicedirettore Carlo Gambalonga, il capo della redazione fotografica Giosuè Maniaci, Letizia Cini della Nazione, Massimo Alberizzi, inviato speciale del Corriere della Sera e il fotografo free-lance Mario Boccia.

La mostra, aperta fino all’8 dicembre, riunisce 75 immagini scattate dai fotografi dell’Ansa che ritraggono i bambini vittime dei conflitti: dal soldato che trasporta un piccolo superstite del massacro di Beslan, ai bambini soldato dell’Africa, ai ragazzini palestinesi che scagliano pietre contro le corazze dei carri armati israeliani. “Nell’ultimo decennio sono morti 2 milioni di bambini a causa di conflitti, 6 milioni sono invece gli invalidi, di cui oltre la metà in modo permanente”, ha detto Nencini.

“Questa mostra benché abbia immagini che possono sconvolgere deve essere vista proprio dalle scolaresche, per comprendere il dramma della guerra e la sua inutilità”, ha aggiunto il presidente. Nella prima sala della mostra un planisfero capovolto riporta questi e altri dati di una “mappa dell’orrore”: come i 300mila bambini arruolati nel mondo da eserciti nazionali o gruppi armati e i 10 milioni che hanno subito gravi traumi psicologici. “E’ necessario ricordare, come rispose Sigmund Freud a una lettera di Albert Einstein, quanto sia difficile trovare un modo per eliminare i conflitti”, ha affermato Banchi.

“Ogni giorno siamo sul crinale di un fiore che rischia di essere reciso e il fiore rappresenta un bambino”. Difficile stabilire il numero dei conflitti attualmente in corso. Un altro planisfero all’ingresso del Consiglio regionale aggiorna i visitatori, in base ai dati del sito WarNews, sulle decine di guerre in corso nel mondo. “Le molte immagini scattate dall’Ansa vanno ad ingrossare un archivio che consente di vedere la guerra alla moviola, anche perché una sola immagine vale decine di parole”, ha commentato Magnaschi.

“Lo spirito di questa mostra è soprattutto quello di educare i più giovani a sviluppare una cultura del rifiuto della guerra”, ha aggiunto il direttore. “Il bambino è un elemento forte per il fotografo che ha una responsabilità enorme quando lo ritrae”, ha spiegato Maniaci. “L’Ansa con questa e altre iniziative si apre al territorio e alla cittadinanza, portando la sua esperienza di stile e dialogo”, ha affermato Gambalonga. “Raccontando nelle immagini l’orrore, vogliamo aprire un dialogo, nello stesso modo in cui abbiamo creato il notiziario Ansamed che si propone di avvicinare i popoli del Mediterraneo”.

Sulla forza delle immagini si è soffermata Letizia Cini, parlando della foto della bambina vietnamita che scappa nuda e ustionata dalle bombe lanciate dagli aerei Usa. “Quella immagine è diventata così forte da simboleggiare insieme a qualche altro scatto un intero conflitto”. In un momento di commozione Alberizzi ha ricordato, in lacrime, le immagini di brutali massacri di bambini che l’Onu possiede ma non diffonde al pubblico per il contenuto raccapricciante. Il giornalista del Corriere è stato anche consulente del panel del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite incaricato di investigare sul traffico d`armi in Somalia.

“Il problema dei bambini soldato non coinvolge solo i paesi africani o asiatici ma anche l’Occidente: basta pensare che negli Usa e in Gran Bretagna si possono arruolare anche volontari di 16 anni”, ha detto. “Esistono anche foto che salvano la vita come quelle che scuotono il pubblico occidentale su realtà che altrimenti rimarrebbero isolate e dimenticate dal resto del mondo”, ha spiegato Boccia. “Molto spesso si sente dire che il giornalista fa un lavoro sporco, in verità sono le situazioni ‘sporche’ che il giornalista deve raccontare”.

============

Il Comune di Prato partecipa alla Festa della Toscana, dedicata quest'anno al tema della pace e della guerra viste con gli occhi dei bambini, con una serie di iniziative (una mostra fotografica, un progetto di ricerca, incontri pubblici, interventi nelle scuole) organizzate dall'Assessorato alla Cultura, Politiche Giovanili e Distretto della Pace in collaborazione con la Presidenza del Consiglio Comunale, le circoscrizioni, l'ASL 4, Istituzione ai servizi Sociali,associazioni umanitarie, scuole cittadine, il Museo della deportazione, l'Archiviofotografico toscano.
E' un programma - inserito nel più ampio contesto provinciale - che intende sensibilizzare ed educare le coscienze di giovani e meno giovani ad una cultura della pace e del dialogo.
Parlare di bambini e ai bambini (che spesso sono per altro tra le prime vittime dei conflitti) è un investimento sul futuro, per costruire un domani migliore, "liberato" dalla tragedia delle guerre.

Presso gli spazi delle Antiche stanze di Santa Caterina (Laboratori Didattici) dal 30/11 al 18/12 sarà allestita una mostra di fotografie dal titolo “UN MONDO IMPERFETTO” con immagini di Uliano Lucas, Roberto Cavalieri, Carlo Bonechi.

Il titolo è stato scelto pensando di dover trasmettere, specialmente alle giovani generazioni, un messaggio nel quale la drammaticità delle situazioni non provocasse soltanto sconforto ed indignazione, pur legittimi e necessari, ma anche la voglia di reagire ed adoperarsi per cambiare lo stato delle cose. A partire dalla presa di coscienza, dalla conoscenza del reale. Ed in questo la fotografia è spesso, ed è in questo caso, uno strumento straordinario. Le immagini di Lucas, Cavalieri, Bonechi con grande efficacia e sensibilità, non mostrano soltanto bambini colpiti dalla guerra o dalla povertà e durezza di vita che essa provoca o della quale è spesso causa o esito.

Mostrano anche bambini e ragazzi nello sguardo e nei sorrisi dei quali non si spenge l’aspettativa di felicità, la curiosità della vita.
Così in Palestina e in Bosnia, a Bombay o in Cina, in Africa come in Nepal. Impegnarsi per rispondere a quella domanda, per non deludere quella richiesta è dovere di tutti.
Uliano Lucas nato a Milano nel 1942. Fotoreporter. E’ autore di numerosi libri fotografici. E’ stato direttore dell’immagine in prestigiose riviste. Ed è riconosciuto come uno dei maestri della fotografia contemporanea.

Roberto Cavalieri, Fotoreporter
Ha realizzato inchieste e fotoreportage sulle guerre dimenticate in Africa e in Asia per i più importanti quotidiani e settimanali italiani.

Ha pubblicato diversi libri su questi argomenti.
Carlo Bonechi, pratese è da molti anni impegnato in attività sociali e di divulgazione della fotografia come strumento di analisi ed intervento sulla società.
Uliano Lucas e Carlo Bonechi incontreranno il pubblico venerdì 3 dicembre presso la sede della mostra alle ore 17.00.

In evidenza