La conquista della libertà del malato deve coincidere con la conquista della libertà dell’intera comunità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 ottobre 2004 21:04
La conquista della libertà del malato deve coincidere con la conquista della libertà dell’intera comunità

Questo, in estrema sintesi, il pensiero rivoluzionario di Franco Basaglia, lo psichiatra cui si deve l’introduzione in Italia della legge 180 e la chiusura dei manicomi. Una legge che ci vede all’avanguardia nel trattamento delle malattie mentali e per la quale l’Italia si meritò nel 2001 una menzione speciale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.).

Ma, incredibile ma vero!, in questi giorni è all’esame della Commissione per gli affari sociali della Camera una proposta di legge per l’abrogazione della Basaglia e il ripristino in forma nuova dei vecchi manicomi.

La proposta, a firma dell’onorevole Maria Burani Procaccini di Forza Italia, ha incontrato ed incontra forti opposizioni anche all’interno della stessa maggioranza (v. documenti ed articoli allegati), ma con vari aggiustamenti sembra ormai in dirittura di arrivo. Tra i tanti oppositori è in prima linea la Fondazione Basaglia, presieduta dalla sociologa Maria Grazia Giannichedda, che l’ha definita “una nuova legge quadro che offende le libertà dei cittadini e la dignità professionale di chi lavora in salute mentale, mentre ignora richieste e proposte di familiari, operatori e utenti.”
I punti salienti della Burani Procaccicini sono la riapertura di piccoli manicomi da 150 posti e l’idea di stabilire modalità precise di trattamento della depressione con tanto di programma di screening sui bambini fin dalle scuole materne e possibile utilizzo di psicofarmaci.

Viene inoltre precisato il TSO (trattamento sanitario obbligatorio, cioè il ricovero coatto in caso di crisi). Richiesto da un medico “permette di eseguire una valutazione diagnostica del soggetto” che può essere trattenuto per 4 ore “eventualmente con l’ausilio della forza pubblica”; questo trattamento in casi eccezionali può essere prolungato sino a 60 giorni, ulteriormente prorogabili dal sindaco, in strutture ospedaliere o extraospedaliere accreditate.

Tutto questo, in uno con una puntuale informazione su Franco Basaglia e la legge 180, sarà oggetto di una giornata d’incontro, riflessione, documentazione e spettacolo martedì 19 ottobre a San Salvi la città ri-nata nell’ambito delle iniziative per Ottobre, mese della salute mentale, promosse dal Comune di Firenze Assessorato alle Politiche Socio-Sanitarie.


Il progetto dei Chille vedrà alle ore 17 un incontro-tavola rotonda con la presenza proprio di Maria Grazia Giannichedda e di Paolo Tranchina, psicologo e tra i fondatori di Psichiatria democratica.
Alle ore 21 sarà proiettato il film-documentario “I grandi della scienza del XX secolo – Franco Basaglia”, curato da Enrico Agapito e Maria Grazia Giannichedda e prodotto da Rai Educational. A seguire, in collaborazione con la Fondazione Balducci, Claudio Ascoli presenta una lettura mise-en-espace della trasmissione radiofonica dell’incontro tra Padre Balducci e Franco Basaglia.

A tutti i partecipanti sarà data gratuitamente copia del testo della trasmissione.
Nell’occasione lo spazio di San Salvi ospiterà gli inquietanti disegni di art-brut, in un’esposizione intitolata I volti di Francesco Romiti. L’ingresso è naturalmente libero
Ideale prosecuzione di una riflessione sul tema della follia e ultima produzione dell’anno dei Chille de la balanza, debutta a San Salvi giovedì 21 ottobre VIENI A VEDERMI TI PREGO, TUO DINO di e con Claudio Ascoli.

Lo spettacolo apre un nuovo percorso di ricerca della compagnia nel segno del “Rifiuto”, inteso come ultima possibilità di realizzare e vivere l’incontro con l’Altro, visto come compagno di vita o di lavoro, e naturalmente come possibile spettatore.



Siamo nel mese di gennaio del 1918, per ordine del sindaco di Lastra a Signa Dino Campana viene ricoverato provvisoriamente al manicomio di San Salvi, mentre dentro gli divampa disperatamente l’amore-incontro-scontro con Sibilla Aleramo. Il 17 gennaio, proprio al primo piano del padiglione che ospita da alcuni anni i Chille, Campana scrive un biglietto indirizzato a Sibilla Aleramo presso l’Istituto Francese: “Cara, se credi che abbia sofferto abbastanza, sono pronto a darti quello che mi resta della mia vita.

Vieni a vedermi, ti prego tuo Dino”. Sibilla Aleramo non risponde e quest’ultimo, definitivo rifiuto fa precipitare Campana in un assoluto silenzio. Il 18 marzo dello stesso anno il poeta è trasferito nel cronicario di Castelpulci, dove morirà quattordici anni più tardi, senza più ritrovare alcun desiderio di comunicare con il mondo.
Claudio Ascoli sceglie proprio questo momento di rifiuto come energia per creare un nuovo, emozionato omaggio al poeta di Marradi quattro anni dopo “Il tempo è scorso”, delicata performance presentata con successo lo scorso anno anche a Parigi e Bruxelles.

Resta in VIENI A VEDERMI… la struttura, tanto amata da Ascoli, del racconto confidenziale tra l’attore e i suoi spettatori.

Ma assumono qui un rilievo centrale il doloroso rapporto con Sibilla, la forte eredità nietzschiana e soprattutto la grande utopia del poeta di creare una poesia musicale europea colorita, che Campana forse realizzò con Genova, poesia finale dei Canti Orfici. E in questo nuovo spettacolo, Ascoli festosamente confronta la sua lettura musicale di Genova con la straordinaria e indimenticabile fonè di Carmelo Bene che anni fa donò al mondo una sua personalissima interpretazione del capolavoro campaniano sino allora noto solo a pochi, eletti specialisti.

VIENI A VEDERMI TI PREGO, TUO DINO si replica sino a domenica 24 ottobre; ingresso 8 euro.

Posti limitati, prenotazione consigliata: telefono 055/6236195 o e-mail a chille@ats.it.

Collegamenti
In evidenza