In via Capponi l'occupazione dei Somali perdura da giorni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 giugno 2004 10:08
In via Capponi l'occupazione dei Somali perdura da giorni

Circa novanta somali, compresi una ventina tra donne e bambini vivono in uno stabile pericoloso e pericolante, senza niente di niente. Non c'è luce elettrica, non ci sono servizi igienici. Nelle stanze vuote hanno sistemato con molta dignità alcuni materassi e le poche cose che hanno.
Sono tutti richiedenti asilo sbarcati in Italia e poi sparpagliatisi in vari paesi europei nei quali avevano trovato una accoglienza decente.
Una casa, l'accesso al sistema sanitario, l'accesso alla scuola ed alle biblioteche.

Temporaneamente però. Sono stati rispediti in italia e l'unica cosa che gli viene data è un pasto al giorno, dalla caritas. Secondo Amnesty International sarebbe l'Italia, a dovergli dare asilo, ma a causa della mancanza, nell'ordinamento giuridico italiano, di una legge in materia, in pratica quello che può fare amnesty è un "in bocca al lupo". Stesso trattamento hanno ricevuto in comune, dove erano troppo impegnati con le elezioni. Gli solo hanno chiesto di eleggere due rappresentanti. Dal presidente dell'associazione somala, sempre a palazzo vecchio hanno saputo che non c'è nulla da fare.

In tutti i modi in cui si sono mossi per il momento non hanno avuto risultati. L'occupazione è stata promossa dal Movimento di lotta per la casa per dare visibilità al problema, ma ci sono anche difficoltà linguistiche visto che nessuno, a parte il loro portavoce, che è un somalo di cittadinanza canadese, di passaggio in Italia, parla italiano. Fino ad ora hanno dormito in parchi e giardini. Questa situazione va avanti da novembre e per arrivare qui hanno affrontato una odissea, sono partiti in 300, dopo il deserto ne sono rimasti un terzo.

Le storie che raccontano sono da brivido.
La situazione è di emergenza umanitaria. Questa gente ha bisogno di tutto. Due donne incinte sono le sole che hanno trovato assistenza, ma sopratutto un'alloggio con bagno, presso un'associazione di donne migranti.

Robe

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