The Shadow Dancer: un film americano girato proprio in questi giorni tra la Val d’Orcia e Abbadia San Salvatore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 giugno 2004 23:32
The Shadow Dancer: un film americano girato proprio in questi giorni tra la Val d’Orcia e Abbadia San Salvatore

La troupe è alloggiata in vari alberghi di Abbadia San Salvatore (solo i divi dormono a Fonteverde, a San Casciano Bagni. Le riprese vanno avanti da aprile e dovrebbero terminare verso il 20 giugno. Brad Mirman è il regista.
Dice di trovarsi benissimo sull’Amiata e che i suoi ospiti sono disponibili e gentili, “molto dolci”.



Perché ha scelto questa zona della Toscana?

Ho fatto molti sopralluoghi e ho trovato il posto ideale a Rocca d’Orcia: avevo bisogno di un paesino piccolissimo, con pochi abitanti e una bella piazza antica, dove il mio protagonista, interpretato da Harvey Keitel, potesse ritirarsi dopo una carriera folgorante di scrittore.

La storia narra di un uomo che abbandona le grandi metropoli dopo la morte della prima moglie e si ritira in un posto isolato e silenzioso con le sue tre figlie. Ebbene, Harvey va a vivere nella Toscana di venti anni fa, prima che la zona diventasse di moda. The Shadow Dancer è sì una storia di scrittori, ma è soprattutto una storia sulla gente e sui sogni. Keitel smette di scrivere dopo la morte della moglie e usa questo pretesto per non fare più letteratura. Se c’è un messaggio nel film, è che qualunque cosa si voglia fare nella vita va fatto, ma per sé, non per la gente.





C’è anche uno scrittore giovane.

Sì, è il personaggio di Jason Jackson. Uno scrittore che si nasconde dietro il ruolo di editor di una importante casa editrice e che ha il compito di convincere Keitel a tornare a scrivere. In realtà, si tratta di un personaggio unico, visto in due momenti e tempi diversi della vita.



Che tipo di Toscana metterà nel suo film, una Toscana reale o una sognante, un paesaggio interiore?

Quest’ultima.

Keitel si è ritirato in un luogo isolato, che poteva adattarsi al suo stato d’animo e per lui il tempo si è fermato all’epoca della morte della moglie. I costumi, le automobili, gli accessori – sono tutti di trent’anni fa e non ci sono persone molto giovani nel film. Anche il personaggio di Giancarlo Giannini, quello del prete del villaggio, è bloccato nel tempo: un sacerdote che gioca a carte e beve vino insieme ai contadini. Non conoscevo la Toscana prima di fare i sopralluoghi per il film.

La mia storia avrebbe potuto ambientarsi dovunque, ma questo posto era adattissimo alla sceneggiatura. Adesso la Toscana è diventata una delle star del film, insieme a Keitel e Giannini. Ovunque io giri la macchina da presa, trovo cose belle. La mia idea di Toscana, adesso che vivo qui per le riprese, è quella di gente semplice e buona che lavora a stretto contatto con la terra.



Ma lei vorrebbe vivere qui?

Amo questa terra, però sono nato a Los Angeles e ho sempre vissuto in grandi città: Buenos Aires, Londra etc.

Mi piacerebbe avere una casa qui, per passare qualche mese all’anno di vacanza, ma sono abituato a una dimensione diversa.



Quali sono i suoi film preferiti?

È una domanda difficile. Amo molto film come Il Cacciatore di Martin Scorsese, ma apprezzo anche le pellicole in cui c’è un grande raggiungimento a livello di tecnica, quali Matrix o Il signore degli anelli.

Collegamenti
In evidenza