Parcheggio di Peretola: Tondi interviene sul suo inutilizzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 aprile 2004 18:28
Parcheggio di Peretola: Tondi interviene sul suo inutilizzo

Ecco il testo dell'intervento:«Nell'ambito delle opere previste per il Giubileo 2000, a cavallo degli anni 1998/1999, è stato progettato e realizzato un parcheggio attrezzato in Via del Palagio degli Spini a Peretola. L'intenzione era quella di realizzare una struttura ed un'area attrezzata ad ospitare i pullman di turisti che durante le celebrazioni del Giubileo avrebbero invaso la nostra città, struttura che poi sarebbe rimasta a disposizione di Firenze e che avrebbe potuto anche essere utilizzato come parcheggio scambiatore alla periferia della città.

La realizzazione dell'opera prevedeva un costo dell'intervento di 20 miliardi e 320 milioni di lire, comprendenti 4 miliardi e 800 milioni per espropriare i terreni su cui realizzare l'area attrezzata, 610 milioni per spese tecniche (consulenze e progettazione) e quasi 24 milioni per l'acquisto degli arredi. All'inizio del 1999 la delibera 1302/99 integra la precedente di 1.382.340.000 di lire elevando così il costo complessivo per la realizzazione del parcheggio a 21 miliardi 702 milioni 340.000 lire.

L'aumento del finanziamento, ha portato inevitabilmente anche ad una maggiore spesa per le opere tecniche (passate da 610.000.000 di vecchie lire a 720.000.000 £.) e per l'acquisto degli arredi destinati alla costruzione realizzata all'interno del parcheggio (che sono così passati da £ 23.898.730 a ben £ 613.0898.730). Una cifra rilevante, dunque. Peccato che al momento l'opera risulta essere completamente inutilizzata, le zone verdi a corredo della struttura sono infestate da erbacce, l'avveniristica costruzione realizzata all'interno dell'area è inutilmente arredata in stile moderno e l'area attrezzata, che fino all'altro giorno ospitava anche una carovana di nomadi, è inutilizzata e deserta.

Il progetto originario prevedeva il collegamento con l'aeroporto mediamente uno scavalco autostradale che nell'intenzione avrebbe dovuto così collegare due importanti zone periferiche che ancora oggi restano tagliate in due dalla sede viaria autostradale. Leggendo le motivazioni di adozione della delibera di approvazione del progetto, salta all'occhio come la realizzazione dell'opera sia considerata "urgente e necessaria". Nella stessa delibera, inoltre, viene addirittura previsto che la spesa di 5.800.000 annui per il consumo di energia elettrica per l'illuminazione, sia "interamente coperta dai proventi derivanti dall'utilizzo del parcheggio".

Questa struttura era stata pensata per risolvere un importante problema di Firenze: quello dei parcheggi per i pullman turistici che in massa invadono la città. A ciò andava ad aggiungersi l'importante opportunità di realizzare uno scavalco dell'area aeroportuale. Tutto ciò è rimasto un mero e dispendioso progetto, iniziato ma mai finito, come tante idee di questa amministrazione. Quest'opera lasciata a sé ancora una volta pone seri dubbi sulla capacità di previsione e gestione delle risorse da parte di questa amministrazione.

Quest'opera è la chiara dimostrazione della differenza tra ciò che la sinistra predica e quello che davvero realizza: dopo aver predicato la necessità di parcheggi scambiatori alla periferia della città per alleggerire il traffico interno e favorire il trasporto pubblico, si spendono milioni di euro e non si utilizzano queste strutture lasciandole, anzi, marcire inutilizzate! Non è la prima volta che questo caso balza agli onori delle cronache ma ora, alla vigilia di una campagna elettorale ricca di promesse per il futuro, la sinistra dia una spiegazione di ciò che non ha fatto in passato e nel presente.

Il degrado dell'area fiorentina passa anche da queste strutture teoricamente utili ma praticamente inutilizzate ed i cui costi, aspetto non secondario, cadono sulle tasche dei contribuenti. Visto che la maggior parte della spesa è stata fatta ci chiediamo quale futuro la Giunta immagini per quest'area. È necessario intervenire perché quanto già fatto non vada a deteriorarsi a tal punto da essere inutilizzabile».

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