Festival Fabbrica Europa, Firenze 1-22 maggio 2004

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 aprile 2004 21:15
Festival Fabbrica Europa, Firenze 1-22 maggio 2004

Il tempo non ha fine, varia, scivola, corre, scorre, sembra esitare ma invece continua inesorabile. Nel tempo all’infinito misuriamo il passato attraverso la memoria e il futuro attraverso l’attesa.

Questo festival vuole restituire, raccontare, reinventare e ritrovare il tempo della creazione calandosi nel presente, un tempo che non attende e che non ricorda ma tiene il ritmo della contemporaneità. Un festival come un metronomo che scandisce i battiti di linguaggi artistici, culture, tradizioni, stimoli e riflessioni, ovvero creazioni di genti e paesi del nostro presente.

Un laboratorio non fuori tempo ma che va a tempo con l’impegno, le emozioni, la ricerca, la poesia e la festa, un tempo che si traveste da spazio e accoglie artisti, architetti, politici, filosofi, operatori e cittadini in questa fabbrica delle declinazioni artistiche. Il tempo immaginario è forse più reale di quanto possiamo immaginare. Ma il tempo reale della creazione contemporanea ci piace immaginarlo a Fabbrica Europa.

Fabbrica Europa un cantiere e un laboratorio, una vetrina prestigiosa e un forum permanente per i linguaggi e le arti contemporanee, un luogo di incontro delle identità e delle tradizioni culturali più diverse che quest’anno inaugura un nuovo corso: il festival si appresta ad invadere la città aprendosi a nuovi spazi.

Quindi lo scenario di eventi e spettacoli non sarà solo la storica sede della Stazione Leopolda, ma alcune produzioni saranno ospitate in altri luoghi scenici di Firenze quali CANGO Cantieri Goldonetta, Teatro Cantiere Florida, Institut Français de Florence, la Sala Vanni. Le scelte artistiche e ideologiche ormai consolidate negli anni, il carattere multiculturale e interdisciplinare, gli eventi e i processi produttivi significativi della contemporaneità, rappresentano il contesto ideale ad accogliere i molti progetti che animano l’XI edizione del festival.

L'attenzione da sempre rivolta alle nuove tecnologie e alla loro applicazione alle arti sceniche è stata anche quest'anno alla base di diverse produzioni in cui l’architettura, la musica, il corpo, la parola e l’immagine video si sono incontrate.

MEDIA HOUSE
Così tra architettura e nuove tecnologie apre il festival un Progetto Speciale di Architettura e Media, il Media House Project, del collettivo Metapolis / Instituto de Arquitectura Avanzada de Catalunya: un’installazione multimediale e performativa che trasforma in arte ambientale il nesso tecnologie-tempo di vita.

Questo prototipo è il segnale per la possibilità di ambienti non degradati, per reazioni non artificialmente accelerate ma plurali e conviviali, tra persone e spazi, tra rete e contenuti, tra percorsi e frontiere. Così l’installazione abiterà e renderà abitabili i 3500 mq della Stazione Leopolda: maxi schermi, 25 altalene appese alle capriate, sala per videoconferenze, area relax, stanza dei giochi, giardino, cucina, ecc., il tutto dotato di sensori in grado di restituire un’immagine digitale in tempo reale.

Tra gli artisti che partecipano al progetto: Enric Ruiz-Geli, Ulrich Kölle, Eva Garcia, Laura Cantarella, Fernando Rojo, Area3, Ian+, BrajovicVandendriessche, José Manuel Berenguer, Paco Guzman, Innothna, Ivrea Interaction, Stalker.

L’installazione abiterà la Stazione Leopolda per l’intera durata del festival. La performance/concerto, che vedrà gli “abitanti” occupare e vivere le architetture sensibili del progetto Media House, avrà luogo nei giorni 6, 7 e 8 maggio.

Metapolis in collaborazione con l’Università di Firenze/Sesv, organizza, a cura di iMage, un convegno internazionale (5/5, Sesv, Santa Verdiana) aperto a professionisti, operatori, studenti, per indagare i rapporti tra architettura e multimedia nell’ottica della ricerca su nuove forme abitative.



STAZIONE ELETTRONICA
Dall’architettura alla musica: il binomio innovazione-sperimentazione è ancora protagonista grazie a un percorso sui differenti aspetti della nuova scena musicale elettronica con concerti, proiezioni video e installazioni (tra queste Il giardino sonoro del team Timet/Passerotti, prima esposizione ambientale d’arte sonora a Firenze, nella cornice della Limonaia dell’Imperialino a Poggio Imperiale dal 1 al 22/5).

Il programma prevede concerti/eventi, tutti alla Stazione Leopolda, che prendono avvio da una presenza storica, i Faust, l'ensemble leggendario che ha definito il "krautrock" tedesco nei primi anni '70: una miscela originale di art rock, sonorità industriali e ricerca post-minimalista (2/5).

Gli islandesi múm sono i nuovi protagonisti della scena che ha già consacrato Bjork e Sigur Ros. La loro proposta è ispirata dalla psichedelia e dalle tradizioni popolari del nord, rilette con sensibilità contemporanea in una dimensione narrativa e dinamica densa di emozioni e ammalianti melodie (12/5). E ancora, spaziando dall'Italia, all'Europa, agli Usa, prosegue il percorso che cattura alcuni dei gruppi cruciali della scena elettronica, che si misurano con le infinite possibilità concesse dai software per manipolare e creare suoni di sintesi: Fennesz, tra campionamenti sonori e un uso originale della chitarra elettrica (11/5); gli italiani The Dining Rooms, ovvero energia e originalità (18/5); Matmos, straordinario duo elettronico di base a San Francisco (20/5).

Tra i protagonisti delle serate djing ci saranno Boosta, eclettico tastierista e fondatore dei Subsonica (15/5), e Talvin Singh, padrino dell’asian underground, corteggiato da star come Madonna, Bjork e David Bowie (22/5).

FABBRICA TOSCANA JAZZ
Dall’elettronica che riempie gli spazi aperti della Stazione Leopolda al jazz che anima la Sala Vanni, il cui palco accoglie le anteprime di tre nuovi gruppi che propongono in esclusiva i loro cd appena usciti. Il clarinettista e sassofonista Mirco Mariottini suona in trio affiancato da due noti colleghi, il pianista Stefano Battaglia e il contrabbassista Paolino Della Porta (6/5); Nico Gori presenta il suo quartetto swing in cui figura il carismatico pianista Renato Sellani (8/5); il pianista Roberto Andreucci è atteso con il nuovo ensemble Trix per un sentito omaggio alla musica di Wayne Shorter (7/5).

LA RICERCA IN MUSICA
Molte sono le proposte che si situano tra sperimentazione, innovazione e tradizione secondo una logica di scelte aperte, interculturali, orientate verso le novità e i confronti originali.

Tra le avanguardie internazionali spiccano i Tuxedomoon, band di culto della new wave anni ‘80, protagonisti al festival di un progetto articolato: mostra fotografica, tavola rotonda, presentazione di pubblicazioni e video che raccontano le ricerche e le esperienze musicali di quegli anni, il tutto dedicato alla celebre band californiana che si esibisce naturalmente anche in concerto, unica data europea (13/5, Stazione Leopolda).

Inoltre Francesco Magnelli, per Stazioni Lunari 2004, dedica ai Tuxedomoon una serata con ospiti nazionali e internazionali (14/5, Stazione Leopolda).

Dalle band storiche ai giovani già consacrati dal grande pubblico. Gli angloasiatici Asian Dub Foundation offrono un’inedita combinazione di rabbia punk, elaborazioni elettrodigitali, furori del breakbeat e tradizione indiana in live set esplosivi (5/5, Tenax). Diverse le suggestioni della brasiliana Rosalia de Souza, ovvero l'eleganza flessuosa di una voce che, a detta del produttore, il noto dj Nicola Conte, “è velluto che non ha crepe né punte, picchi o cadute, è una brezza, un soffio di vento” ( 21/5, Stazione Leopolda).

Gianni Maroccolo presenta il suo nuovo cd, 15 tracce ricche della collaborazione e del contributo di tanti ospiti significativi del panorama musicale italiano (2/5, Stazione Leopolda), e sempre sul fronte nazionale il concerto di Riccardo Sinigallia, in un percorso che privilegia il rapporto tra musica e testo, tra leggerezza e sperimentazione, tra sorgenti elettroniche e armonia, tra punk e melodramma, tra rap e rock (19/5, Stazione Leopolda).

E ancora una serata con gli alfieri del nuovo Indie Rock Nostrano: Giardini di Mirò, Yuppie Flu, Slugs, Velvet Score si alterneranno sul palco in un’atmosfera rarefatta ricca di nuove sonorità (16/5, Stazione Leopolda). Poi il CAM nel concerto Far fly music community su musiche di Luca Flores (9/5, Stazione Leopolda).

Francesca Breschi con Giovanna Marini, protagoniste di un bagaglio sonoro e musicale che parte dal secolo XIV fino ad arrivare al rock progressivo e a quello più contemporaneo, toccano la tradizione orale di culture mediterranee, passando attraverso le più nuove sperimentazioni elettroniche, con incursioni nella parola “detta” (4/5, Stazione Leopolda).

Tra parola e musica si situa anche Cantos, il concerto scenico della Compagnia Verdastro/Francesca Della Monica su testi di Ezra Pound e musiche di John Cage, che riflette sui diversi aspetti del reale, trovando in essi un’occasione di creazione musicale che spazia dalla riproposta di brani di compositori novecenteschi alla creazione di una nuova partitura di gesti e suoni (8,9/5, CANGO Cantieri Goldonetta). Bottega Bologna, una fucina di giovani guidati dal maestro di bottega Giovanni Lindo Ferretti: una 3 giorni di installazioni sonore e video, con ospiti e incontri, che culmina nella presentazione in anteprima del nuovo album dei PGR (19-21/5, Stazione Leopolda)

LA FRANCIA SI MUOVE
Un’iniziativa promossa da varie Istituzioni d’Oltralpe che si snoda tra maggio e giugno in varie città italiane e che mira a far conoscere e promuovere in Italia alcune esperienze di punta della danza francese.

La rassegna La Francia si muove è un progetto realizzato dall’Ufficio Culturale/BCLA dell’Ambasciata di Francia in Italia, ideato e sostenuto dall’Association Française d’Action Artistique (AFAA). Quattro spettacoli che spaziano dalla ricerca di nuovi linguaggi coreografici, alle contaminazioni con le nuove tecnologie, agli stimoli tratti dalla letteratura o dalla tradizione della danza di repertorio. Christian Rizzo mette in scena cinque danzatori su un podio circolare ruotante, che, di metamorfosi in metamorfosi, come “oggetti” di fantasia, vengono esaminati da ogni angolatura, oscillando tra la costruzione di figure riconoscibili e la rappresentazione di ibridi nati dalla mescolanza di storia del corpo e del costume (19/5, Stazione Leopolda).

Francesca Lattuada, coreografa italiana, di formazione francese, firma Ostinato, un assolo per la danzatrice Rita Quaglia: quattro partiture musicali che, come paesaggi in levitazione, volteggiano ostinatamente intorno a uno stesso tema, avvicinandosi, passo dopo passo, tra la forma e le parole, ai contenuti di un particolare linguaggio: la danza (22/5, Teatro Cantiere Florida). Il progetto di Rachid Ouramdane prende avvio da Le jeune homme et la mort di Roland Petit. La ricerca fatta in diretta sul palcoscenico tramite un motore Internet con le parole chiave “le jeune homme et la mort” traccia la drammaturgia dello spettacolo per produrre una narrazione non lineare attraverso una logica ipertestuale (18/5, Teatro Cantiere Florida).

Sipario Toscana fondazione in collaborazione con Fabbrica Europa presenta la Compagnia François Verret, nome storico della nouvelle danse, in Chantier Musil. La pièce, ispirata a Musil e al suo Uomo senza qualità, racconta di un mondo popolato da visioni dove figure-manichini evocano la meccanizzazione, come un motore impazzito. Questo spettacolo è un fuori programma di Fabbrica Europa, verrà infatti presentato il 4 giugno al Teatro Politeama di Cascina – La città del Teatro.

LA RICERCA NELLA DANZA
Dalla danza francese a quella italiana, sempre seguendo le tracce di nuove e inedite scritture coreografiche, tra tradizione, improvvisazione e nuovi canoni e modalità compositive.

Si chiama semplicemente A, come una dedica, il lavoro di Carlotta Sagna capace di ridefinire la distanza/vicinanza emotiva tra pubblico e attore e di introdurre una forma di teatro-danza dove gesto e parola coesistono come piani paralleli, specchio fedele dell’espressività umana.

I due attori/ballerini mettono in scena quei meccanismi interiori che fanno del performer una sorta di catalizzatore delle emozioni (4,5/5, Stazione Leopolda). Alcesti riprende uno dei temi classici della fiaba popolare: il sacrificio per amore. Michele Abbondanza e Antonella Bertoni in una danza ricca di amore e di fatica, sulla quale già incombe la sensazione di qualcosa di ingovernabile. Un ritorno alla forma, alla sua semplice ambiguità poetica (15/5, Teatro Cantiere Florida). Il Funambolo di Virgilio Sieni: un’elegiaca celebrazione della vita, una riflessione sull’audacia di fronte alla morte.

L’immagine del funambolo si associa a un profondo senso di rinascita e la precisa e ineluttabile concretezza del gesto, rigoroso e necessario, allude a un ideale di bellezza come atto d’amore nei confronti della vita (5,6/5, Stazione Leopolda). Inoltre, il 24 maggio ai Cantieri Goldonetta, la Compagnia Virgilio Sieni Danza presenta Vesalii Icones- omaggio a Sir Peter Maxwell Davies, in collaborazione con Contempoartensemble e Fabbrica Europa. Company Blu presenta due produzioni con la collaborazione di Mark Tompkins, Julyen Hamilton e Steve Noble.

Millepiani parla - attraverso l’interazione di danza, musica e parola - della molteplicità, riferita al corpo e alla danza, e di un pensiero coreografico mobile che parte dal lavoro sull’improvvisazione. La casa invisibile esplora poeticamente il tema dell’abitare, del rapporto tra corpo e spazio in una visione di nomadismo contemporaneo (18,19,21/5, CANGO Cantieri Goldonetta). E ancora una produzione firmata da Roberto Castello che, con Paolo Atzori e Nicole Laghissa, presenta Disperso, VII parte de Il migliore dei mondi possibili, progetto in 10 parti che affronta aspetti diversi del presente.

Mette in scena una situazione in cui gli attori accolgono gli spettatori e insieme a loro costruiscono un’azione che è al tempo stesso riflesso del momento e riflessione sul presente (19,20/5, Istituto Francese). Emigrati per necessità, poi nomadi per scelta: viaggi della necessità dunque, politica, culturale, religiosa, economica, viaggi dell’urgenza. Go! Billet aller simple della Compagnia Linga è uno spettacolo sulla tolleranza, multietnico, poliglotta e meticcio, coprodotto da Genova 2004/ Capitale Europea della Cultura.

I due coreografi, Katarzyna Gdaniec e Marco Cantalupo, hanno creato questa pièce per 7 danzatori e un attore, di varia nazionalità, che parla dell’emigrazione vista dagli emigrati (12,13/5, Teatro Cantiere Florida).

LA RICERCA TEATRALE ITALIANA
Prosegue la fertile ricerca di liaisons tra le arti, così il teatro si confronta con due mostri sacri della letteratura mondiale ne La poltrona scura, tratto da Pirandello, e Il raglio dell’asino dedicato a L’idiota di Dostoevskji, entrambi per la regia di Roberto Bacci.

Interpretate dal grande attore brasiliano Cacà Carvalho, tre novelle noir dell’autore siciliano ci offrono uno sguardo inquietante, lucido, crudele ma anche divertito e grottesco sulla condizione umana (12-15/5, Sala Vanni). L’idiota, ovvero il tentativo dello scrittore russo di sperimentare in un romanzo la possibile esistenza di un “essere assolutamente buono”. Nello spettacolo il protagonista fallisce nel tentativo di risvegliare dalla tempesta delle loro passioni il gruppo dei frequentatori di una squallida balera (18-20/5, Stazione Leopolda).

Alla Stazione Leopolda nella sezione giovani Silvia Guidi porta in scena Blu Carne, la suspence di un noir in un crescendo di leggerezza e parodia nel ritmo serrato di una partitura per voce, canto e suoni (15/5); Anonimascena presenta Narcissus set, un gioco di rappresentazione, ripetizione del mondo, ispirato al mito di Narciso ed Eco (11/5).

IL TEATRO INTERNAZIONALE
La volontà di continuare a testimoniare il lavoro di grandi maestri della scena europea con un programma in cui il teatro si contamina e si feconda con la danza, con la musica e con la letteratura.

Basato sull’adattamento del Mahabharata, La Mort de Krishna è il racconto della morte di un dio disceso tra gli uomini, evento che continua a evocare agli occhi dello spettatore la fine di un immortale.

La mise en espace di Peter Brook è frugale e onirica, pochi oggetti costellano l’universo scenico: un tappeto rosso, cuscini, candele, una testa di elefante, vapori di incenso in un’atmosfera dai toni foschi e purpurei (11,12/5, Stazione Leopolda).

Da segnalare il ritorno al festival dell’eclettico artista belga Jan Fabre, che presenta in prima nazionale un nuovo spettacolo per una danzatrice. Quando l’uomo principale è una donna è un’ode alla potenza, forza e capacità della donna.

La tensione tra maschile e femminile è centrale, infatti fino al momento della nascita, ogni uomo è parte di una donna. Questo assolo appare imbevuto della straordinaria leggerezza di un corpo in movimento, in perenne ricerca, a metà strada tra l’uomo e la donna (15,16/5, Stazione Leopolda). Leservedijeangenet – Genet Show di Andres Morte, tra i fondatori di Fabbrica Europa, fondatore della Fura dels Baus e direttore del Mercat de les Flors di Barcellona, è una sorta di conferenza teatrale che mostra il conflitto dell’impossibilità del ruolo dell’attore dal punto di vista dell’attore stesso.

La pièce segue un ritmo più fedele al montaggio cinematografico che alla composizione del testo di Genet e crea un’ambientazione che si ispira allo stile degli anni ’80 (13,14/5, Stazione Leopolda). Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards presenta Dies Irae, realizzato all’interno del progetto triennale europeo Tracing Roads Across. Basato sui Diari di Franz Kafka, interroga l’essenza dell’arte teatrale (1-6/5, CANGO Cantieri Goldonetta).

INTERNATIONAL FABBRICA FOR CHOREOGRAPHERS
Una tre giorni di spettacoli, workshop, conferenze, incontri tra giovani artisti provenienti da tutto il mondo: un’occasione per presentare e condividere diversi percorsi artistici e di ricerca coreografica.

L’iniziativa volta a dare visibilità ai talenti emergenti vede la partecipazione di esperti, critici e organizzatori. IFFC ha aperto un canale permanente di comunicazione, un osservatorio internazionale sulle produzioni delle formazioni più giovani, per favorire la circuitazione e la diffusione della cultura della danza contemporanea e per promuovere l’avvicinamento del pubblico a esperienze di interdisciplinarietà e contaminazione dei linguaggi. A questa seconda edizione hanno aderito artisti provenienti da: Italia, Austria, Olanda, Polonia, Finlandia, Egitto, Usa, Israele, Giappone, Cipro, Ungheria, Uk (6-8/5, Stazione Leopolda).

EXTRAFESTA E AFRICA CONTEMPORANEA
Un progetto con le comunità immigrate che riflette su integrazione e identità, su modernità e tradizione, e che quest’anno rivolge uno sguardo privilegiato su Africa e Balcani.

Africa Contemporanea conferma l’interesse per quegli artisti che, attraverso forme nuove di spettacolo, vogliono far rivivere le antiche radici della cultura d’origine; ecco dunque tre artisti a rappresentare il teatro, la danza e la musica. La Compagnia Bena Zingui (Camerun) porta in scena, alla maniera dei griot, una favola antica e moderna che si interroga sul ruolo della giustizia e sul binomio tradizione/contemporaneità (21,22/5, Stazione Leopolda).

Il coreografo/danzatore keniota Opiyo Okach, come un griot che reinventa la trama delle sue storie, ricrea il mondo dei popoli nomadi dell’Africa dell’Est e rinnova l’ancestrale Mitologia delle Pietre (20/5, Teatro Cantiere Florida e 22/5, Stazione Leopolda). Una voce che tocca le corde dell’emozione è quella dell’algerina Souad Massi, che mescola il folk ai vocalismi orientali, il rock alla tradizione chaâbi, le chitarre elettriche al flamenco, i liuti arabi alla batteria e al guembri, uno strumento suonato nel Sahara (4/5, Stazione Leopolda).

Sotto il marchio Extrafesta una nuova co-produzione musicale di Badara Seck che, con il progetto Rungpung, propone una sintesi della sua straordinaria esperienza umana e artistica, e, insieme ad altri artisti, realizza un progetto interdisciplinare, interafricano, multiculturale (21,22/5, Stazione Leopolda).

Extrafesta ospiterà inoltre la giornata finale del Premio Mostafà Souhir per la Multiculturalità nei Media, progetto - sostenuto da Fabbrica Europa in collaborazione con Controradio, Cospe e Comune di Firenze - che mira a valorizzare le professionalità di origine immigrata nel campo dei media e delle nuove tecnologie (22/5, Stazione Leopolda). Sempre sulla valorizzazione delle professionalità e la tutela di ogni lavoratore Extrafesta festeggia quest’anno il 1° maggio con una giornata dedicata a lavoro e cultura: incontri, dibattiti e naturalmente una serata in musica.

Ivo Papasov, il virtuoso bulgaro di Tracia, discendente da una stirpe di suonatori di zurna e di clarinettisti, è il più famoso musicista di wedding music, alle prese con brani macedoni, greci, rumeni, turchi e originali; Banda Improvvisa, composta da oltre 50 musicisti, attinge colori e suggestioni dalla musica popolare, dai ritmi balcanici, dal jazz e dalle musiche etniche (1/5, Stazione Leopolda).

NOKIA 6600 - OBIETTIVO IMMAGINE
Immagini esclusive del Festival Fabbrica Europa: concorso e mostra di immagini scattate con il cellulare (1-22/5, Stazione Leopolda).

Nell’area Obiettivo Immagine gli spettatori con cellulare dotato di fotocamera integrata, Nokia 6600 o altro modello Nokia, potranno consegnare le loro personali interpretazioni fotografiche scattate durante il Festival. Compilando il modulo d’iscrizione si ha diritto a inviare attraverso il sito dedicato o in modalità wireless (trasferimento a infrarossi e bluetooth) le immagini realizzate, che saranno poi proiettate su maxi-schermo, attraverso un Image Viewer SU-2 (accessorio Nokia). Il nome dell’autore sarà sempre in evidenza sul maxi-schermo.

Una giuria composta da artisti e professionisti dell’imaging ogni weekend premierà lo scatto migliore con un volume sulla fotografia digitale. Sarà infine scelto un solo vincitore, premiato con un Nokia 6600, il telefono Nokia che permette un avanzato utilizzo delle funzioni imaging attraverso la sofisticata fotocamera integrata.

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