Incontro a Firenze su economia solidale, commercio internazionale e diritti
Sabato 3 Aprile alla Fortezza da Basso (ore 10.30-12.30) presente Susan George

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 marzo 2004 09:15
Incontro a Firenze su economia solidale, commercio internazionale e diritti<BR>Sabato 3 Aprile alla Fortezza da Basso (ore 10.30-12.30) presente Susan George

Alla Fureria della Fortezza da Basso il 3 Aprile (ore 10.30-12.30) l'Associazione Botteghe del Mondo Italia e il Coordinamento Toscano Botteghe del Mondo nell'ambito di TERRA FUTURA (Firenze, 1-4 aprile) presentano "Movimenti sociali ed Economie solidali dopo Cancun".
Interventi di: Susan George - presidente Transnational Institute, Amsterdam
Monica Di Sisto - ROBA dell'Altro Mondo
Andrea Reina - Associazione Botteghe del Mondo
Modera: Marco Bindi - rappresentante del coordinamento toscano delle BdM
Per info: Alberto Zoratti – albe@roba.coop - 349 6766540

Dal 1990 al 1999 la percentuale di popolazione mondiale che vive con meno di un dollaro al giorno è scesa dal 29al 22,7, progresso in gran parte dovuto all'industrializzazione di due Paesi: la Cina e l'India.

Eppure in India, che quest'anno ha ospitato il Forum Sociale Mondiale, abbiamo costatato che "crescita" non fa rima con "giustizia". Se l’economia indiana è cresciuta negli anni Novanta al tasso impressionante del 6,4’anno, in realtà, secondo l’osservatorio internazionale Socialwatch il 44,2della popolazione vive con meno di 1 dollaro al giorno. Circa il 70della popolazione vive di agricoltura, eppure il 53,7 7761282egli indiani è di fatto senza terra. Le popolazioni tribali, l’8,3 7761282el totale, sono ostaggio degli esodi forzati: negli ultimi 50 anni sono state sfollate circa 30 milioni di persone per far posto alle grandi infrastrutture, come industrie, dighe, elettrodotti. No, non diamo i numeri.

Il mercato internazionale, secondo le leggi dettate dall'Organizzazione mondiale del commercio, subordina i diritti di milioni di esseri umani umani agli interessi di un pugno di imprese. Interessi che scatenano la lotta per il controllo delle risorse strategiche come il petrolio e l'acqua, tutte quelle guerre, spesso silenziose, che insanguinano il pianeta. Il 19 gennaio scorso, durante gli incontri del World Social Forum, a pochi passi da una delle più grandi baraccopoli dell'India, Dharavi, operatori e volontari delle economie solidali hanno lanciato il marchio mondiale del commercio equo, una rete di solidarietà e giustizia internazionale in sostegno dei piccoli produttori.

Dharavi è un posto dove 700 mila persone - la classe media della città di Mumbai - guadagnano pochi euro per 14 ore di lavoro al giorno, riciclando e rilavorando rifiuti, in una catena del valore capovolta dove gli scarti sono l'unico tesoro. E se il commercio equo e solidale, l'Organizzazione mondiale del commercio giusto, rappresenta appena lo 0,01 degli scambi internazionali, il suo volume di vendite al dettaglio di prodotti che rispettano i diritti del lavoro e le convenzioni internazionali dei diritti umani, ha raggiunto nel 2003 in Europa i 400 milioni di euro e anche negli Usa ha superato i cento milioni di dollari.

Ma il commercio equo, secondo noi, non esaurisce il suo compito aprendo mercati ai produttori più deboli: deve cercare di cambiare le regole del gioco, insieme agli altri movimenti sociali, a partire dal Wto. ROBA, in collaborazione con Rete Lilliput, Assobotteghe, la rete di botteghe Pangea di Roma e il Coordinamento toscano delle botteghe del mondo ha chiesto ad alcuni dei professionisti dell'informazione che il 19 gennaio hanno condiviso con ROBA la speranza di un mondo diverso, di raccontare esperienza, impressioni e analisi, a partire da un reportage fotografico.

Ma ha chiesto anche anche alla studiosa altermondialista Susan George, "compagna di viaggio" a Cancun, e a rappresentanti delle reti locali, di fare il punto a Firenze, nel corso della fiera delle alternative Terra Futura, un aggiornamento sulle grandi campagne internazionali, e su tutti quegli esperimenti di mercati alternativi che stanno crescendo nelle nostre città. Economie solidali e pace, relazioni umane e commercio equo: testimonianze e riflessioni sull'altro mondo possibile, da Cancun, a Mumbai, Roma e Firenze, all'indomani della grande manifestazione della pace.

Un filo di migliaia di chilometri che unisce esperienze di solidarietà ed utopia concreta

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