Il DPEF 2004 della Regione Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 luglio 2003 13:00
Il DPEF 2004 della Regione Toscana

Firenze - Il Consiglio regionale ha approvato, dopo un lungo dibattito, la risoluzione di adozione del DPEF 2004, con il voto favorevole della maggioranza, contrari i gruppi di centro destra e Rifondazione Comunista. Il DPEF 2004 (Documento Programmazione Economica e Finanziaria) della Regione Toscana si colloca in uno scenario complessivo di forte debolezza dell’economia internazionale, dopo un 2003 ancora estremamente contenuto nei tassi di crescita, che potrebbe finalmente presentare nel 2004 segnali di ripresa.

Il PRS (Programma Regionale di Sviluppo) pone rilevanti obiettivi, come il mantenimento degli elevati livelli qualitativi raggiunti in Toscana, il riequilibrio territoriale e sociale, lo sviluppo sostenibile sul piano ambientale che trovano attuazione nel DPEF. L’obiettivo prioritario del DPEF 2004 è quello di fornire elementi in grado di dare sicurezza e serenità alla società toscana: alle famiglie attraverso un nuovo welfare regionale, alle imprese sulla base di un patto per lo sviluppo, al mondo del lavoro per affrontare in positivo la flessibilità.

Tra gli elementi di rilievo contenuti nel DPEF 2004 la partenza del Docup ob.2 e phasing out per rendere strutturato il sistema produttivo regionale, la sperimentazione dello strumento dei Progetti Pilota Integrati, la qualificazione delle azioni innovative nel campo della finanza, ricerca e trasferimento tecnologico. La messa a punto di procedimenti unificati per il governo del territorio, con forti integrazioni fra livello locale e regionale. Da evidenziare il Piano straordinario degli investimenti strategici che trova piena attuazione nel DPEF, il più grande investimento pubblico mai fatto dalla Regione Toscana, oltre 1.500 milioni di euro di risorse, che prevede interventi relativi a infrastrutture viarie, adeguamento strutture sanitarie, sociali e culturali, potenziamento infrastrutture telematiche e dei poli espositivi.

Il DPEF 2004 presenta un quadro finanziario di precarietà derivante dalla mancata attuazione del nuovo articolo 119 della Costituzione, nonché dall’interruzione del processo di federalismo fiscale a Costituzione invariata. Il DPEF prevede l’avvio dei primi interventi in materia di fiscalità ambientale e l’elaborazione d’ipotesi di tassazione di scopo, sia a livello regionale, sia comunale che provinciale. E’ inoltre evidente che, con le risorse disponibili, la Regione non è in grado di fronteggiare i maggiori fabbisogni sanitari.

Per il 2004 l’entrate tributarie complessive della Regione sono valutate in 5.900 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2003 di oltre il 6% imputabile alla “fiscalizzazione” di parte dei trasferimenti “ex Bassanini” ed alle maggiori entrate destinate al finanziamento del fabbisogno sanitario riconosciuto. Considerando le entrate patrimoniali l’ammontare complessivo di risorse disponibili per il 2004 risulta di circa 6.300 milioni di euro. Gli impegni che nascono dal bilancio pluriennale comportano un fabbisogno finanziario complessivo di circa 6.560 milioni di euro, si determina uno squilibrio tendenziale di poco meno di 260 milioni di euro, che si ridurrà a circa 200 milioni di euro con l’acquisizione dell’entrata una tantum, a titolo di compensazione delle minore entrate, per accisa sulla benzina e tasse automobilistiche.

Resta forte l’impegno a cercare di superare l’attuale momento d’incertezza finanziaria regionale, confermando l’impegno programmatico di mantenere inalterata la pressione fiscale complessiva a titolarità regionale, con azioni mirate alla razionalizzazione delle politiche di spesa per il suo contenimento, con manovre che non incidano negativamente sui parametri finanziari assunti dalle Agenzie di rating, ai fini della valutazione del merito creditizio della Regione. La risoluzione di approvazione del DPEF impegna la Giunta ad una oculata gestione dell’indebitamento; un monitoraggio costante della spesa sanitaria; la conferma delle agevolazioni IRAP con estensione alle imprese giovanili; l’avvio di un processo di definizione del sistema tributario regionale e locale prevedendo anche ipotesi di “tasse di scopo”; specifici interventi a favore delle organizzazioni di volontariato; proseguire nell’attuazione del Piano straordinario degli investimenti; dare priorità alle spese per investimenti finalizzate anche all’attivazione di cofinanziamenti statali e comunitari.

Sul versante programmatico la risoluzione prevede di avviare in tempi rapidi un testo unico sulla difesa del suolo, una normativa sui servizi pubblici a rilevanza industriale, di sviluppare un progetto Pilota Integrato sul sistema moda della Toscana.
Il presidente della commissione Affari istituzionali, Varisi Rossi (Ds), ha illustrato in aula, per la maggioranza, il Dpef 2004. Un documento che, a suo parere, si fa carico dei problemi e delle criticità esistenti, offrendo risposte importanti con il nuovo Programma regionale di sviluppo ed il Piano straordinario degli investimenti strategici per gli anni 2003-2005.

Si tratta di un “processo faticoso”, con la “perdurante incertezza nel completamento del processo di regionalismo-federalismo”, innescato con la riforma del titolo V della Costituzione. Gli obiettivi che si pone il Dpef, secondo Varis Rossi, sono per un verso molto chiari e per l’altro particolarmente impegnativi. Il primo è di contribuire a mantenere comunque i livelli di vita raggiunti dalle nostre popolazioni. “Siamo consapevoli che la qualità della vita in Toscana non è di oggi – ha detto - Le radicate tradizioni di democrazia e di buon governo non si inventano né si costruiscono in pochi anni”.

Varis Rossi ha sottolineato l’importanza di puntare sulle capacità locali di realizzare la crescita, con il conseguente affidamento sui sistemi produttivi locali, puntando sull’innovazione ed una maggiore integrazione sul territorio tra soggetti pubblici e privati. Il presidente della commissione ha poi messo in evidenza l’importanza della risoluzione relativa all’adozione del Dpef, che impegna la Giunta a precisi impegni sulla gestione dell’indebitamento, sulla spesa sanitaria, sul sistema tributario, con la conferma delle agevolazioni Irap, gli interventi per le organizzazioni di volontariato, la razionalizzazione di tutti i settori di spesa regionale.

Di diverso tono la relazione di minoranza di Angelo Pollina (Forza Italia), vicepresidente della commissione Affari istituzionali, secondo il quale il Dpef 2004 ripresenta, aggravate, le stesse carenze del documento dell’anno precedente, “accentuando la propaganda contro il governo nazionale”. A suo parere l’enunciazione dell’invarianza della pressione fiscale viene subito smentita da tre elementi: l’una tantum a titolo di compensazione delle minori entrate; l’ipotesi di interventi di fiscalità ambientale; l’introduzione della tassa di scopo sgradita alle stesse categorie economiche.

Secondo Angelo Pollina, inoltre, non si affrontano alcune debolezze storiche nel Dpef: la bassa percentuale di spesa per la ricerca, il crollo della spesa in investimenti fissi dell’industria toscana, la modesta offerta di corsi di formazione interna alle imprese, la scarsa capacità di innovazione. A suo parere, infine, l’inesistente equilibrio dei conti della spesa sanitaria trova conferma nella richiesta avanzata allo Stato di riconoscere un maggiore fabbisogno. “La Regione Toscana ha perseguito politiche di risparmio basate non su modifiche strutturali, bensì sulla contrazione delle prestazioni erogate” ha affermato il consigliere.

Sul piano delle risorse pubbliche, secondo Pollina, si ha una conferma dell’aumento delle risorse disponibili, con un incremento dell’entrate tributarie del 6,17%, mentre la crescita del Pil regionale fa registrare nel 2002 un catastrofico 0,2 %. “Sembra un documento scritto sull’acqua – ha affrmato - in troppe parti basato su dati irrilevanti e inattendibili”. “La nostra Regione rischia di perdere il treno della ripresa - ha concluso Pollina - L’immobilismo sostanziale delle risorse operate da questa Giunta, la contrarietà ad ogni novità, l’ostilità verso i vincoli imposti dal Patto di stabilità, la contrarietà preconcetta alla devoluzione e al disegno federalista, paralizzano di fatto qualsiasi prospettiva di sviluppo di breve-medio periodo”.

“Con un saldo negativo di 260 milioni di euro, il Dpef 2003 deve avere creato molti grattacapi alla Giunta e fatto intravedere la caduta nel buco del deficit di bilancio per i prossimi anni” ha dichiarato Virgilio Luvisotti di Alleanza nazionale, secondo cui “l’incertezza e la nebulosità delle previsioni ha trovato per la prima volta spazio nelle pagine del documento in discussione”. Prendendo ad esempio l’83% delle entrate tributarie che deve essere destinato alla copertura della spesa sanitaria, Luvisotti si è chiesto se ci sia un ravvedimento sulla decisione di non introdurre i ticket.

“Sono evidenti, infatti, i migliori risultati delle Regioni che hanno adottato misure di controllo della spesa, introducendo percentuali di compartecipazione”. Con il Dpef prende corpo quella scelta di una programmazione intersettoriale e integrata cui abbiamo affidato il compito di aggredire, secondo una nuova logica, i nodi cruciali dello sviluppo toscano: questo il parere di Alberto Monaci della Margherita. Monaci ha sottolineato che si deve creare quella massa critica necessaria a produrre il cambiamento e, soprattutto, a tradurne i benefici in elemento strutturale e quindi stabile del sistema Toscana.

Per quanto concerne i nodi strutturali, secondo il consigliere il programma straordinario degli investimenti ha tutte le capacità di consentire un superamento dei gap che da anni penalizzano la nostra Regione. Quanto all’invarianza fiscale per Monaci non si tratta di un dogma e può essere ritoccata, “a patto che sia chiaro quello che vogliamo fare con le maggiori risorse date dai nostri cittadini”.

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