A Careggi al via un progetto di ricerca sulle cellule staminali come arma per combattere i tumori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 giugno 2003 18:33
A Careggi al via un progetto di ricerca sulle cellule staminali come arma per combattere i tumori

FIRENZE- Sta per partire a Careggi un importante progetto di ricerca sull’utilizzo delle cellule staminali per la terapia di molte malattie cardiache, epatiche, ematologiche, neurologiche e immunologiche. E anche per la immunoterapia dei tumori, in particolare il melanoma, il carcinoma renale e quello prostatico.
Il progetto, coordinato dall’immunologo Sergio Romagnani, ordinario di medicina interna all’Università di Firenze, avrà la durata di tre anni e coinvolgerà specialisti di molte discipline: nella prima fase immunologi, biologi cellulari e molecolari; successivamente cardiologi, epatologi, dermatologi, ematologi, nefrologi, andrologi. La Regione Toscana ha finanziato l’intero progetto con 5 milioni di euro (quasi 10 miliardi di vecchie lire).


Il progetto è stato presentato stamani a Careggi, alla presenza del rettore dell’ateneo fiorentino Augusto Marinelli, dell’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi, del direttore dell’azienda ospedaliera di Careggi Andrea Des Dorides, del preside della facoltà di medicina Gian Franco Gensini, e del professor Sergio Romagnani. All’incontro è seguita una visita ai laboratori.
“La Regione Toscana – ha detto l’assessore Enrico Rossi – considera la ricerca e l’innovazione strumenti essenziali per la crescita del sistema sanitario regionale, e sta investendo in questo settore risorse consistenti.

Il progetto coordinato dal professor Romagnani sarà la base di partenza per la costituzione del centro regionale per la terapia genica e cellulare previsto dal Piano sanitario regionale”.
"Il progetto che oggi presentiamo – è la dichiarazione del rettore Augusto Marinelli - è di grande valore e conferma Careggi come luogo di eccellenza della ricerca medica, inserendosi in un momento molto importante di collaborazione istituzionale fra Azienda, Università e Regione per lo sviluppo di questa realtà".
“L’aumento della durata della vita pone con sempre crescente evidenza il problema della degradazione di alcuni organi o tessuti in funzione dell’invecchiamento – osserva il preside Gian Franco Gensini - Le ricerche del professor Romagnani andranno ad affrontare uno dei problemi centrali dell’attuale strategia riparativo-rigenerativa, che utilizza le cellule staminali adulte.

I campi di applicazione sono vasti e vanno dall’apparato di sostegno (ossa e muscoli), a quello cardiovascolare fino a quello endocrino, per citare solo alcuni esempi”.
Per il direttore generale dell’azienda ospedaliera Careggi Andrea Des Dorides “questo progetto sottolinea una volta di più la rinnovata e definitiva integrazione tra le vecchie anime ospedaliera e universitaria presenti da sempre in questa struttura sanitaria. Un’integrazione che sancisce per l’oggi e per il domani il ruolo di Careggi come polo di assistenza, ricerca e insegnamento ai più alti livelli regionali, nazionali e anche internazionali, come ben rappresentato dalla figura dello stesso professor Romagnani”.
Il professor Sergio Romagnani, coordinatore del progetto, sottolinea “l’importanza di una svolta di carattere strategico da parte della Regione Toscana, la quale con questa decisione ha voluto effettuare un importante investimento in un settore biotecnologico rivolto al miglioramento della salute e della qualità della vita”.

Dopo i numerosi riconoscimenti internazionali ottenuti nel corso della sua carriera, Romagnani si dichiara “felice di mettere le mie competenze ed il mio entusiasmo a disposizione della realizzazione di questo progetto”. E aggiunge: “Ringrazio l’assessore alla salute, il rettore dell’Università, il preside della facoltà di medicina e il direttore generale dell’azienda di Careggi per avermi affidato un compito così importante”.
Il progetto ‘Sviluppo e ottimizzazione delle tecnologie per la messa a punto di terapie con cellule staminali prelevate da soggetto adulto’ ha l’obiettivo di utilizzare le cellule staminali e le cellule dendritiche per la cura di molte patologie.
Le cellule staminali sono cellule neonate, immature e non specializzate: crescendo, possono dare origine a molti tipi di tessuti o addirittura a qualsiasi tessuto o organo. Le cellule dendritiche (a differenza delle staminali) hanno già avuto un indirizzo verso una differenziazione.
Le cellule staminali potranno essere utilizzate per eventuali terapie regenerative, con particolare riferimento a malattie cardiache, epatiche, ematologiche, neurologiche e immunologiche.
Le cellule dendritiche, ottenute da cellule staminali o da monociti di sangue periferico di soggetti con neoplasie, saranno ‘sensibilizzate’ in vitro con peptidi, proteine o Rna ottenuti dalle neoplasie, per poter essere poi reinfuse negli stessi soggetti, per indurre una risposta immune specifica potenziata nei confronti della neoplasia.

Le neoplasie prese in considerazione saranno il melanoma, il carcinoma renale e quello prostatico.
Il progetto si articolerà in due fasi:
1) valutazione delle possibili cellule staminali da tessuto di adulto e ottimizzazione delle metodiche di isolamento e caratterizzazione delle cellule, applicazione delle metodologie di coltura, espansione e differenziazione ‘in vitro’.
2) messa a punto delle tecnologie di separazione coltura in vitro di cellule staminali e/o di monociti di sangue periferico e di differenziazione delle cellule dendritiche, e delle tecniche di identificazione e di separazione di antigeni neoplastici significativi per la successiva utilizzazione ai fini della ‘sensibilizzazione’ delle cellule dendritiche.
Il compito della prima fase di studio sarà quello di analizzare i tessuti adulti potenziali sorgenti di cellule staminali e di procedere alla identificazione delle tecnologie ottimali per l’isolamento e la caratterizzazione delle cellule staminali.
Il progetto di ricerca, coordinato dal professor Sergio Romagnani, immunoallergologo, professor ordinario di medicina interna all’Università di Firenze e primario dell’unità operativa di clinica medica III del pioliclinico di Careggi, avrà una durata complessiva di tre anni.

Nella fase iniziale coinvolgerà immunologi, biologi cellulari e biologi molecolari della sezione di immunoallergologia e malattie dell’apparato respiratorio del dipartimento di medicina interna dell’Università di Firenze. Successivamente saranno coinvolti altri settori, come cardiologia, epatologia, dermatologia, ematologia, nefrologia, andrologia. Il progetto è interamente finanziato dalla Regione Toscana con 5 milioni di euro (quasi 10 miliardi di vecchie lire). Circa la metà (2.250.000 di euro) sono già stati erogati nell’ottobre 2002: con questa cifra è stato attrezzato il laboratorio, che ora è quasi pronto per partire con l’attività di ricerca.

Una seconda tranche di circa 1 milione di euro verrà erogata entro settembre 2003, il resto sulla base dell’avanzamento del programma di ricerca.

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