Posate, pugnali e coltelli da caccia del Bargello

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 aprile 1999 10:43
Posate, pugnali e coltelli da caccia del Bargello

E' un'esposizione che sarà inaugurata il 15 maggio e avrà corso sino al 30 agosto [orario di apertura del Museo: martedì-sabato 8,30-13,50; I III e V lunedì di ogni mese; II e IV domenica 8,30-13,50 di ogni mese]. Il Museo Nazionale del Bargello dispone di una raccolta di posateria da tavola particolarmente interessante per la qualità e per l'epoca dei pezzi, che nella maggior parte dei casi risalgono al Medio Evo e al Rinascimento. Il tema centrale della mostra è costituito dalla coltelleria, che viene messa a raffronto con altri strumenti muniti di lama, dalle armi alle forbici domestiche, per evidenziare gli elementi comuni e le particolarità specifiche. Per molti secoli l'unico strumento normalmente presente durante la consumazione dei pasti è stato il coltello.

Il moderno concetto di posate intese come un insieme stilisticamente unitario di coltello, cucchiaio e forchetta, che si ripete identico per tutti i commensali, è relativamente recente. Il legame tra l'arma e la posata era talvolta costituito dall'essere materialmente abbinate in un unico fodero, in modo che il proprietario potesse servirsi dell'una o dell'altra secondo la necessità del momento: tra i pugnali muniti di guaina che compaiono in mostra, più della metà erano accompagnati almeno da un coltellino, ancora presente o di cui è comunque rimasto l'alloggiamento.

Questo abbinamento è ancora più frequente negli apparati di caccia, dove alla particolare spada o alla dotazione per spartire le grosse prede si accompagnava quasi sempre il necessario per consumare il banchetto che si svolgeva alla fine della battuta. Risultano contigui con la coltelleria anche gli strumenti chirurgici e le lame da scrittoio, sia perché erano spesso realizzati dai medesimi artigiani, sia perché talvolta alcuni articoli, pur essendo impiegati per usi diversi, erano sostanzialmente simili (non sempre è facile stabilire se certe piccole lame servissero a praticare operazioni o a raschiare la scrittura; così come un seghetto da ossa, isolato e in assenza di elementi indicativi nella decorazione, potrebbe aver fatto parte di una dotazione di caccia o di uno strumento di chirurgia). Cucchiai e forchette erano già noti fin dall'antichità classica, ma non facevano parte dell'apparecchiatura della tavola: forchette più o meno grandi servivano per estrarre cibi bollenti dai recipienti di cottura, e i cucchiai accompagnavano solo quegli alimenti semiliquidi per la cui consumazione erano necessari.

Anche il coltello poteva mancare dalla mensa, se il modo di preparare gli alimenti non ne richiedeva l'uso al momento di mangiare. La forchetta da tavola, o almeno qualcosa che nell'uso le somigliava, aveva fatto già qualche sporadica apparizione prima del Mille, ma per un tempo particolarmente lungo venne considerata una ricercatezza leziosa rispetto alla prassi generale di portare il cibo alla bocca servendosi delle dita, e spesso fu apertamente osteggiata. L'impiego del cucchiaio non incontrò le resistenze di cui fu oggetto la forchetta, ma fu l'ultimo dei tre pezzi a entrare a far parte integrante di un insieme concepito in maniera unitaria.

Per molto tempo forchetta e cucchiaio vennero considerati oggetti del tutto indipendenti dal coltello, col quale non si ponevano quindi problemi di uniformità, neppure nei manici. I cucchiai di legno, di bronzo, di ottone, di argento o di altri materiali venivano realizzati con tecniche che poco avevano a che fare con quelle di chi produceva strumenti taglienti. Spesso era diverso anche il momento dell'acquisizione in quanto il cucchiaio, utile fin dalle prime pappe, poteva rientrare tra i doni di battesimo.

Anche quando l'abbinamento definitivo tra forchetta e coltello era ormai sottolineato dall'uniformità stilistica dei manici, o dalla loro assoluta identità, il cucchiaio restava spesso uno strumento a parte. Questa lunga indipendenza dalle altre posate gli ha consentito di seguire per molti secoli una propria evoluzione funzionale ed estetica. La maggior parte della posateria è stata acquisita dal Museo nel 1888 grazie al lascito testamentario di Louis Carrand, e successivamente da quello proveniente dalla collezione Ressman.

L'area di provenienza è comunque quella Europea, con particolare riguardo a Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi.

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