In equilibrio tra separazione e connessione, tra luogo marginale ed essenziale, la vallata che corrisponde all'alto corso della Sieve, sotto lo spartiacque appenninico segnato dai passi in direzione della Romagna è da millenni la via obbligata per i fiorentini che lasciano la valle dell’Arno per oltrepassare i crinali del Mugello. Storia e identità di questa terra toscana sono raccontate dal volume "Il Mugello dal Medioevo al Novecento", edito recentemente da Olschki nella Biblioteca storica toscana [Serie I, vol. 90, cm 17 × 24, vi-284 pp. con 31 figg. n.t. e 15 tavv. f.t. a colori € 38,00 ISBN 69423].
Il libro curato da Giuliano Pinto, professore emerito di Storia medievale nell'Università di Firenze, e da Veronica Vestri diplomata in archivistica e paleografia, prende in esame proprio l’epoca in cui il Mugello comincia a essere percepito come noi oggi lo riconosciamo. A partire dal medioevo infatti i territori smettono di essere soltanto le proprietà private di famiglie ed enti ecclesiali per assumere le sembianze di luoghi geografici in relazione tra comunità politiche. Il concetto stesso di confine si sviluppa in età comunale e il Mugello diventa perciò il lembo estremo di quella che poi sarà la signoria fiorentina, oltre il quale di distende lo stato pontificio.
E’ la stessa epoca in cui si rianimano i commerci lungo le riscoperte vie degli antichi. All’altopiano dunque viene riconosciuta una funzione strategica, supportata da apparati amministrativi, che si insediano per lo più nel centro di Scarperia. Ma sarà sopratutto il commercio a vivacizzare lo sviluppo demografico, con “mercati di frontiera” in cui si scambiano e mediano i prezzi dei prodotti tipici tra i due crinali appenninici.
Approfondimenti
Nel capitolo dedicato alle comunità locali in relazione a Firenze, il professor Pinto sviluppa proprio il tema demografico del rapporto tra la grande città e la sua proprietà fondiaria nell’altopiano, analizzando quanto le prospettive del Mugello siano legate ai bisogni fiorentini di latte, di pelli, di legna, che dal crinale appenninico scendono verso la valle dell’Arno. Pellami semilavorati, panni di lana e coltelli, a esempio, sono l’oggetto di manifatture più o meno fiorenti, a misura dell’andamento della domanda tra Firenze, Prato e la Romagna.
Il volume raccoglie gli atti del convegno di studi tenutosi a Borgo San Lorenzo nel 2023 su iniziativa della Deputazione di storia patria per la Toscana e con il patrocinio del Comune di Borgo e dell’Unione dei Comuni montani del Mugello. Le relazioni riportate nel libro offrono un’analisi di lungo periodo (dal Medioevo al XX secolo inoltrato) delle vicende storiche, artistiche, letterarie che hanno connotato questa terra, patria di Giotto e Beato Angelico nonché culla della famiglia Medici, la cui impronta ancora persiste sul paesaggio.
I saggi prendono in esame le modificazioni dell’assetto amministrativo, l’evoluzione demografica dei principali centri, i caratteri dell’economia e della società, la mirabile fioritura artistica. Il Mugello fu segnato a lungo dalla presenza, nelle fertili terre del fondovalle, della mezzadria poderale introdotta dai proprietari fiorentini, mentre nella fascia montana la popolazione rimase legata allo sfruttamento delle risorse silvo-pastorali. A partire dal tardo Medioevo non mancarono interessanti sviluppi della manifattura e del terziario, con una ricaduta sulla struttura sociale dei centri più importanti. Bisognerà aspettare la seconda metà dell’Ottocento per assistere al fiorire di un inedito confronto ideologico, quando il Mugello, al pari di altri territori, conoscerà una vivace dialettica tra le forze politiche emergenti.
Un libro essenziale per comprendere l’evoluzione di questa vallata situata a cavallo tra la piana di Firenze e l’Appennino, crocevia dei principali assi viari che portano da sempre verso il nord della Penisola. Una funzione strategica con cui il Mugello ha rivestito un ruolo significativo nella storia della Toscana.