È stato presentato ieri pomeriggio il libro "Quartiere 4: radici di una comunità" di Franco Ciarleglio. La bibliografia del quartiere in occasione dei 50 anni dell'Isolotto per conservare la memoria storica del territorio ma anche per guardare al futuro. Il libro vuole proprio suscitare curiosità e spingere tutti i cittadini, ma soprattutto i più giovani, a vivere il quartiere guardandolo con occhi più attenti. Accanto al libro, anche uno stemma, frutto dell'attento lavoro di ricerca svolto per la ricostruzione storica dei fatti raccontati nel libro e che raccoglie gli elementi fondamentali dai quali è nato, mezzo secolo fa, l'Isolotto: il verde, la quercia, gli ulivi, le colline, il ponte sulla Greve, le torri.
La coscienza delle proprie origini in un quartiere con una precisa matrice operaia (basti pensare alle esperienze del Pignone e della Società del gas) e contadina con centinaia di orti ancora esistenti, sta alla base di un processo necessario di attualizzazione dei valori della solidarietà sociale e della difesa dell'ambiente che devono essere patrimonio delle nuove generazioni. Da ciò l'importanza di conoscere le proprie origini: non per ricercare una nicchia dove rifugiarsi, magari nella nostalgia dei "bei tempi andati" ma per proporre un modello di globalizzazione diversa in cui le diverse culture non si annullino ma, come avvenuto nel passato, sappiano arricchirsi e contaminarsi reciprocamente grazie alla loro diversità.
Franco Ciarleglio (autore di questo libro e anche di "Lo struscio fiorentino") è stato scelto proprio per la sua capacità di tradurre tutti questi principi in un testo la cui lettura risultasse rapida e stimolante. Il libro ripercorre dal medioevo la vita del quartiere per cui si scopre ad esempio che, diversamente a quanto da molti pensato, "Pignone" è il nome dato dal quartiere alla fabbrica e non viceversa e che in particolare il pignone era una grossa pigna di pietra messa in Arno per permettere l'attracco delle barche.
Così si scopre anche che l'attuale biblioteca sorge in un luogo dove venivano effettuati gli scarichi della macellazione e per questo detto "sardinia" fino a poche decine di anni fa, poiché all'epoca si aveva una visione assai lugubre di quell'isola. Oppure che il ponte sospeso era una bellissima struttura in ferro che poi ha lasciato il suo ricordo nell'omonima via. Al lavoro curato da Leonardo Brunetti si sono poi aggiunti altri testi di Franco Quercioli, Grazia Asta e schede tematiche di Franceso Saverio Condorelli che hanno arricchito e completato la pubblicazione mantenendone immutato lo spirito.
Franco Quercioli ha in particolare curato la parte del novecento ripercorrendo tale epoca attraverso tratti di vite di uomini e donne vissuti nel quartiere: persone quali Potente, famoso capo partigiano o Tosca Bucarelli. Tratti di vita narrati anche attraverso brevi citazioni di romanzi e racconti. L'unificazione delle varie storie locali ha trovato poi nel testo del Ciarleglio un interessante ricerca di tipo araldico tesa a configurare uno stemma per il Quartiere 4 sintesi di vari emblemi che hanno caratterizzato il territorio nel corso della sua storia.
Così troviamo la quercia simbolo di Legnaia facente parte della comunità del Galluzzo o le colline con gli ulivi simbolo dei monaci di Monte Uliveto oltre al trecentesco ponte sulla Greve o alle torri della comunità di Casellina simbolo di Ugnano, Solicciano e Mantignano. Da questa ricerca è nato lo stemma che è stato presentato insieme al libro. Obiettivo è una diffusione capillare della pubblicazione nelle scuole e presso le famiglie del quartiere. (mr)