Vittime del Salva banche, manifestazione davanti ex sede di Banca Etruria

Venerdì 26 gennaio ad Arezzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 gennaio 2018 12:57
Vittime del Salva banche, manifestazione davanti ex sede di Banca Etruria

Prevista per domani, venerdì 26 gennaio, dalle ore 10:40 fino alle ore 12:40 un sit in di fronte la sede dell'ex Banca Etruria, (adesso Ubi). Per l'Associazione Vittime del Salva banche Letizia Giorgianni dichiara "Sono passati più di due anni da quel decreto che con un colpo di penna ha azzerato soldi e futuro di 135mila risparmiatori, responsabili di essersi fidati della loro banca. Quel giorno 4 piccole banche sono state fatte affondare da un governo che invece di salvaguardare l’interesse dei più deboli ha prestato il fianco ai potenti. E da due anni ormai ci sentiamo ripetere lo stesso falso ritornello che si è agito così per salvare i correntisti, quando in realtà i correntisti fino ai 100mila euro erano già salvaguardati da una legge in merito che utilizza un fondo interbancario creato ad hoc".

 Aggiunge poi "La verità è che per inefficienza e scarsa attenzione di un territorio, con la firma del famoso decreto si è azzerato i risparmi di tanti cittadini, ma allo stesso tempo si sono cancellati 135 anni di storia di una città. Le insegne, nelle filiali come nell’ex centro direzionale di Arezzo, sono già state sostituite. Il nome di Banca Etruria è stato cancellato definitivamente, rimanendo forse solo nei fascicoli giudiziari. Per Arezzo significa dire addio a un pezzo fondamentale di storia economica e sociale.

Oggi al posto di Banca Etruria, c'è una banca completamente avulsa dal territorio, ed il timore è che insieme al marchio Banca Etruria tramonti per sempre su Arezzo l’epoca dell’oro. Con un decreto si è impoverita un'intera comunità. I risparmiatori ma anche le imprese, che, da un giorno all'altro hanno dovuto restituire i finanziamenti ottenuti. Chissà se il colosso Ubi, che ha comprato con un euro una banca e un territorio, intenderà dimostrare una benché minima riconoscenza.

Ne dubitiamo fortemente".

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