Visite ed attesa: in Toscana diritto a rimborso dal 2006, nessuno lo sapeva?

Il Consiglio approva all'unanimità una mozione per pubblicizzare un diritto al rimborso introdotto nel 2006 e per molti sconosciuto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 maggio 2016 17:17
Visite ed attesa: in Toscana diritto a rimborso dal 2006, nessuno lo sapeva?

Tutto vero. In Toscana esiste un diritto al risarcimento economico di 25 euro in caso di ritardo nella prenotazione di visite specialistiche. Lo sapevate?L’atto fa riferimento alla delibera di Giunta regionale 143 del 2006, che appunto prevede il diritto dell’utente di effettuare entro il tempo massimo di quindici giorni alcuni tipi di visita specialistica: cardiologica, ginecologica, oculistica, neurologica, dermatologica, ortopedica e otorinolaringoiatrica. Se i tempi non vengono rispettati dalla Asl, è previsto un diritto a un risarcimento di 25 euro che non sono erogati automaticamente sulla Tessera Sanitaria o nelle tasche del paziente, ma solo su istanza dello stesso.Vista la lunga querelle sulle liste di attesa e le continue accuse rivolte ad una Toscana bella, ma lenta, avremmo dovuto registrare una emorragia di rimborsi.

A quanto pare in pochi ne hanno fatto richiesta.Nel 2016 una mozione, approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, impegna la Regione Toscana ad "informare il cittadino". La mozione presentata dai consiglieri Andrea Quartini, Gabriele Bianchi, Irene Galletti, Enrico Cantone, Giacomo Giannarelli, è stata successivamente emendata su iniziativa di Paolo Bambagioni.

Ha spiegato Andrea Quartini illustrando l’atto all’aula, “c’è totale assenza di informazione nei cittadini sulla possibilità di usufruire del rimborso”. Per questo la Giunta è stata impegnata, dopo 10 anni, a pubblicizzare questo diritto, a farlo comunicare al cittadino dall'incaricato del centro di prenotazione, auspicando l’automatismo nel rimborso in caso di ritardata prestazione, senza che debba occorrere l’attivazione da parte del cittadino. Paolo Sarti ha annunciato voto favorevole “soprattutto in un momento come questo dove le liste di attesa sono lunghe”; secondo Paolo Bambagioni “la delibera è un atto di grande civiltà ed è giusto richiedere la sua applicazione”; anche per Manuel Vescovi “si tratta di un atto valido”.

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