Vinitaly: il Consorzio del Chianti sarà presente con 142 aziende

Aumenteranno i vini a denominazione, i vini a marchio del distributore ed i vini tipici delle regioni – Preoccupazione per un aumento dei prezzi dovuto alla cattiva vendemmia del 2017. Il presidente Busi: “Tantissime richieste di partecipazione, l’obiettivo è valorizzare la qualità delle nostre etichette”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 aprile 2018 11:22
Vinitaly: il Consorzio del Chianti sarà presente con 142 aziende

L’appuntamento più atteso dai produttori italiani si conferma essere una vetrina importante, anche a livello internazionale. Lo scorso anno l’edizione del Vinitaly si è chiusa con oltre 128 mila visitatori e un aumento deciso dei buyer stranieri.

Nonostante un avvio moderato dei consumi nella grande distribuzione, il 2018 dovrebbe vedere un’ulteriore crescita delle vendite di vino, specie nei settori dei vini a denominazione d’origine, delle bollicine e dei vini tipici delle regioni. Potranno, inoltre, verificarsi rialzi dei prezzi, a causa della cattiva vendemmia nel 2017. Buone le prospettive di crescita dei vini offerti col marchio delle insegne della grande distribuzione. Dovrebbero aumentare anche le vendite di vino biologico, ancora un settore di nicchia sugli scaffali dei supermercati.

Questo il sentiment diffuso tra i buyer vino della grande distribuzione che parteciperanno all’evento “Gdo Buyers’ Club” organizzato da Veronafiere per Vinitaly2018 (Verona, 15/18 aprile). Da qualche anno le catene distributive stanno operando un doveroso recupero di valore dei vini venduti, con un prezzo medio che aumenta anno dopo anno. La ricerca IRI per Vinitaly evidenzia che le bottiglie da 0,75 si sono vendute nel 2017 con un prezzo medio di 4,32 euro al litro (quindi vicino ai 5 euro nella bottiglia da 0,75 cl) con un aumento del 2,3% sull’anno precedente.

Un processo di stabilizzazione del prezzo quasi fisiologico che però potrebbe essere disturbato da aumenti di prezzo sensibili dovuti alla cattiva vendemmia del 2017. La questione della definizione del prezzo più appropriato è ovviamente semplificata nei vini offerti col marchio dell’insegna distributrice, un settore che nel 2017 ha pesato per il 13,7% sulle vendite del vino e del 6% sulle bottiglie da 0,75 cl (dati IRI, supermercati, iper, libero servizio piccolo) e sul quale diverse insegne puntano per il futuro. Il 2017 ha fatto registrare un boom dei vini tipici delle regioni, che dovrebbe ripetersi nel 2018.

Ecco i vini preferiti nelle diverse insegne: Capetta del Piemonte, Montecchio dalla Toscana, Terre de Trinci dall’Umbria (Gruppo Pam); Vermentino dalla Sardegna, Gewurztraminer dal Trentino Alto Adige, Pignoletto da Emilia Romagna (Conad); Primitivo dalla Puglia, Pecorino e Passerina da Marche e Abruzzo e Prosecco (Italy Discount); Chianti, Vermentino e Prosecco (Coop Italia). Di vino e grande distribuzione si parlerà a Vinitaly2018 nei due tradizionali eventi organizzati da Veronafiere: la tavola rotonda del 16 aprile e il GDO Buyers’ Club del 16 e 17 aprile cui partecipano le seguenti catene: Coop, Conad, Gruppo Selex, Carrefour, Iper la Grande I, Gruppo Vègè, Gruppo Pam, EcorNaturaSì, Italy Discount, S&C-Consorzio Distribuzione Italia.

 142 aziende presenti, di cui 52 con un proprio stand, un'area espositiva di ben 300 metri quadri e un desk istituzionale ad hoc dedicato al Vin Santo del Chianti, con 60 etichette, per il terzo anno consecutivo. Con questi numeri il Consorzio Vino Chianti si presenta alla 52° edizione di Vinitaly, in programma a Verona dal 15 al 18 aprile. Ci saranno i prodotti di tutte le sette zone della Docg Chianti a rappresentare quasi tutto il territorio toscano con le provincie di Firenze, Siena, Arezzo, Pisa, Prato e Pistoia. L’anno scorso, si sono registrate ben 8 mila degustazioni nella sola giornata inaugurale

“Anche quest’anno abbiamo ricevuto tantissime richieste di partecipazione - commenta Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti - Le aziende toscane credono e investono in questi canali di promozione, come dimostra la presenza continua di tante realtà di eccellenza negli eventi più importanti a livello internazionale. Vetrine come quella offerta dal Vinitaly sono importantissime per il settore perché valorizzano la qualità delle etichette e danno alle aziende segnali e tendenze importanti su come si muove il mercato. Portare la Denominazione sui mercati di tutto il mondo è diventata una missione per il Consorzio e la risposta delle aziende e dei buyer è quanto mai incoraggiante e tangibile”

Lunedì 16 aprile, dalle ore 15.30, all’interno dello stand del Consorzio si terrà un incontro promosso dall’associazione “Le Donne del Vino della Toscana” dedicato al Vin Santo a cui seguirà una degustazione. Interverranno la delegata toscana Maria Giulia Frova, il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, e il wine advisor del Consorzio, Lorenzo Tersi. Sarà un’occasione anche per fare il punto sulla presenza femminile nel settore vitivinicolo: ad oggi su quasi 1.700 produttori, il 25% sono donne e il trend è in crescita.

LA FIABA DI CENERENTOLA DIVENTA VINO

C’era una volta una giovane bella e buona che si chiamava Cenerentola. Il principe invita alla sua festa le sorelle di Cenerentola ma lei rimane a casa finché non arriva una fata che la veste con un abito meraviglioso …. C’era una volta una giovane denominazione chiamata DOC Orcia. Anche lei con due sorelle, più vecchie e celebri, il Brunello e il Vino Nobile di Montepulciano, che hanno il loro territorio a destra e a sinistra del suo.

Anche lei vorrebbe andare alle feste dei principi, dove arrivano le bottiglie delle sorelle, ed ecco la fata nelle sembianze prosaiche di Donatella Cinelli Colombini, che veste la nostra DOC Orcia Cenerentola con un abito di luce e la manda alla festa del principe. Questa è davvero una storia che somiglia a una fiaba a lieto fine. La special edition in 50 esemplari magnum vestiti da una spettacolare lampada tuscan style sarà protagonista a Vinitaly 2018 al Pad.

6 Stand D4 di Donatella Cinelli Colombini. La giovane e grintosa Doc Orcia nasce il 14 febbraio 2000. Nel suo territorio c’è il comune di Trequanda (SI) dove si trova la Fattoria del Colle costruita, nel 1592, dagli antenati dell’attuale proprietaria Donatella Cinelli Colombini. Donatella crede in questa denominazione al punto da essere presidente del suo Consorzio. E crede nei vitigni autoctoni come elementi di un’identità antica capace di dare un timbro unico ai vini di specifici territori.

Per questo ha recuperato il vitigno senese Foglia Tonda, abbandonato da quasi un secolo, ed ha sperimentato il modo migliore per coltivarlo arginando la sua naturale tendenza a produrre troppa uva. Un lavoro lungo con qualche insuccesso e tante prove che trova l’aiuto del professor Cesare Intrieri dell’Università di Bologna e il sostegno convinto dell’enologa Valérie Lavigne dell’Università di Bordeaux.

Quest’ultima ha seguito il lavoro per individuare le botti più adatte finendo per scegliere dei contenitori da 5-7 hl di rovere eseguiti a mano in piccole tonnellerie francesi. Oggi la DOC Orcia Cenerentola ha ratings molto alti da parte dei wine critics più influenti del mondo e un successo commerciale che supera le migliori speranze, ma non basta …. L’obiettivo di Donatella è quello di arrivare sulle tavole reali. Ed ecco l’abito per il gran ballo del principe. Il progetto di vestire Cenerentola in modo spettacolare fa parte della fiaba ed era nella testa di Donatella Cinelli Colombini da alcuni anni.

Prende forma in un laboratorio artigiano ad alta tecnologia che fornisce oggetti a grandi maison della moda. Una creazione tutta toscana che parte come una scatola per la bottiglia di Cenerentola Doc Orcia e diventa una lampada ( cm 27 x 47 di altezza) con la base e il coperchio fatti con il legno delle botti ancora macchiate di vino e le pareti in plexiglas piene di corone principesche che si illuminano con un effetto nuovo e sontuoso ma anche raffinatamente colto e autenticamente toscano.

Ci sono i richiami alle torri più celebri del romanico-gotico toscano -quella pendente a Pisa e il campanile di Giotto a Firenze – con il loro finale piano. Il contrasto, che fa molto tendenza, fra le parti pesanti e le parti leggere e trasparenti, gli elementi moderni eleganti e quelli vissuti e volutamente grezzi. Ci sono virtuosismi tecnici, come il doppio rilievo nello stemma inciso sulla base, eseguiti con una tecnologia di ultimissima generazione e una componente grafica che nasconde nell’architettura i richiami aziendali.

L’effetto è spettacolare, un piccolo gioiello del miglior Made in Tuscany. Del resto il vero artigianato d’arte toscano, dal medioevo ad oggi, è un mix di maestria antica, talento creativo e uso di tecnologie d’avanguardia. I nomi degli artefici sono Simone Nannipieri mente grafica dell’intero progetto, Renzo Francini, Giammaria Belcore e Violante Gardini che ha dato anche il suo volto a Cenerentola nel video che si apre dal QRcode dell’etichetta. All’interno di ogni lampada c’è una magnum di Cenerentola Orcia DOC 2015 con la corona principesca nell’etichetta.

Cenerentola ha trovato la sua fata, il suo vestito sfavillante e il suo principe. Solo 50 esemplari numerati che partiranno dalla cantina con il nome di chi li compra scritto nella parte in legno della lampada e dentro scatole progettate appositamente perché il prezioso contenuto non si rovini. La raccomandazione è di estrarre la bottiglia e berla prima di tenere accesa la lampada che è bella anche senza il vino al suo interno.

Per chi rinuncia a questo capolavoro di artigianato artistico toscano e vuole solo lo splendido contenuto enoico c’è una scatola azzurra in cartone che si apre in verticale come uno scrigno. Da ora in poi il vino Cenerentola avrà sempre la corona principesca in etichetta, l’ha guadagnata con l’apprezzamento degli esperti e il successo commerciale. Wine lovers di tutto il mondo amano il suo carattere unico, il messaggio di coraggio di una giovane DOC che punta in alto ma anche il più intimo e personale significato del suo nome, offrirlo a una donna è infatti come dire << tu sei la mia principessa >>.

E questo è davvero un lieto fine.

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