Villa Bardini: in mostra le sculture di Helga Vockenbauer

Nel Giardino di Villa Bardini, sino al 22 novembre 2015 la mostra Il Dono dell’Armonia espone opere monumentali della scultrice austriaca contemporanea Helga Vockenhuber.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
06 settembre 2015 17:58
Villa Bardini: in mostra le sculture di Helga Vockenbauer

La mostra, nata da un progetto culturale curato da Giuseppe Cordoni con il coordinamento generale di Patrizia Cerri, è stata accolta a Pietrasanta, in Versilia, nel 2013 e nel 2014, ha fatto poi tappa a Pienza in Palazzo Piccolomini sino al 30 di agosto scorso e dopo Villa Bardini si concluderà per quest’anno sempre a Firenze, in Palazzo Medici Riccardi dal 23 novembre al 11 dicembre 2015.

Proseguirà ancora a Venezia e poi in altre città europee dal 2016.

Pietrasanta e Pienza prima, e ora Firenze sono state quindi le prime tre tappe dell'ambizioso progetto espositivo itinerante.

In ognuna delle tre occasioni, nei diversi luoghi storici e nei differenti allestimenti creati, si è cercato di rinnovare un colloquio e un confronto fra le scenografiche architetture degli straordinari luoghi ospitanti e le sculture di grandi dimensioni in bronzo (volti estatici - emblemi - personaggi) dell’artista austriaca Helga Vockenhuber;: si dispone una scultura in un punto della struttura urbana storica, affinché, interagendo l’anima poetica delle forme preesistenti con quelle plastiche nuove, ne scaturisca un messaggio emozionale, spirituale e culturale sempre inaspettato.

La mostra nasce in particolare dall’idea di ricreare il binomio scultura - architettura, proprio per affermare, in un momento di profondo degrado estetico urbano, quale sia stato e quale potrebbe ancora tornare a essere tale connubio, un tempo inscindibile.

Il Giardino di Villa Bardini offre un importante contributo in linea con la filosofia della mostra, grazie, infatti, a quel suo straordinario affaccio dalla balconata sulla città: la vista spazia sul cuore di Firenze e prima di tutto sulla imponente cupola del Brunelleschi. In questo punto strategico è collocato il profilo di La nuova Eva di Helga che armonicamente s’incontra con quello della città di Firenze, amplificandone l’effetto della coscienza interiore di bellezza liberatrice che scaturisce proprio dalla sua femminile prerogativa: l’essere riposto in ogni donna l’emblema della madre dei viventi.

L’opera ha una valenza universale per il suo assorto profilo allungato con le grandi labbra protese a una tenerezza illimitata e le lunghe bande di capelli laterali che le scendono sino al seno, cerchiandole il capo e il volto come un manto regale. L’artista in quest’opera sembra voler convergervi i connotati dei volti femminili d’ogni etnia della Terra, privilegiando qui forse quella africana, come a chiudere un cerchio attorno al quale ruota, da sempre, l’avventura della vita.

L’equilibrio e l’armonia sono i principi fondanti e la metrica del linguaggio dell'artista austriaca. Un linguaggio che, affrancandosi dalla cronaca, ambisce a farsi chiave di lettura ancora efficace della contemporaneità. Con una stringatissima sintesi iconica le sculture di Helga Vockenhuber sembrano ruotare attorno alla percezione olistica di tre soggetti decisivi: il Cosmo e l’anima; il Corpo e il ritmo vitale; il Cuore e il sentimento.

Tutte le opere in mostra sono collocate in punti strategici del Giardino sfruttandone appieno le naturali scenografie per un effetto d’insieme di grande suggestione .

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