Verifica 2015: L’avventura de “Il Moro”tra arte,critica e memoria storica

Allo studio Rosai una mostra rivisita le opere del collettivo “Studio d'arte il Moro”, gruppo artistico d'avanguardia attivo a Firenze tra gli anni Settanta e Novanta

Alessandro
Alessandro Lazzeri
14 aprile 2015 21:42
Verifica 2015: L’avventura de “Il Moro”tra arte,critica e memoria storica

Introdotto da una presentazione dibattito si è inaugurata presso lo studio Rosai di via Toscanella la prima tappa di una rassegna espositiva che per due mesi mostrerà le opere degli artisti che hanno fatto parte del collettivo “Studio d'arte il Moro un gruppo d'avanguardia che ha operato a Firenze dagli inizi degli anni Settanta alla metà degli anni Novanta. Il circolo culturale “Studio d’arte il Moro” era uno spazio auto gestito, che si proponeva di dar voce agli artisti di ricerca “underground”, soprattutto al di fuori ed in contrapposizione al mercato.

Il Moro affermava la necessità del superamento della separazione tra arte e società e si proponeva di essere uno spazio a disposizione dei gruppi di giovani c he facevano ricerca artistica . Nella Firenze degli anni Settanta, in una città dove una crescente contestazione richiedeva un rinnovamento radicale, il gruppo non ebbe grandi attenzioni dalle istituzioni ne da quelle forze politiche di sinistra che avrebbero dovuto considerare la sostanziale concezione gramsciana che ispirava la teoria e la prassi degli artisti de IL Moro.

Il gruppo ebbe soprattutto l’ostilità di quel mondo artistico fiorentino che, a parte le eccezioni di Vinicio Berti, di Eugenio Miccini e di pochi altri, sembrò guardare con dispetto all’attività di questi giovani artisti, che parevano mettere in discussione le certezze e la presunta autorità e professionalità dei maggiori esponenti del mondo artistico ufficiale del tempo. La rassegna che è iniziata con una mostra dedicata a Alberto Gallingani e Mario Daniele si articolerà in una serie di esposizioni che presenteranno ogni settimana due artisti del gruppo, da Franco Rosselli a Mauro Bini , da Paolo Favi e Fabrizio Gori, da Antonio Di Tommaso a Gabriele Perugini, da Pietro Gensini a Marcello Guasti, da Franco Bulletti a Emilio Carvelli a Nadia Benelli. L'iniziativa che prevede oltre l'aspetto espositivo , che si concluderà il 19 giugno, anche un dibattito storiografico sull'arte a Firenze tra gli anni Settanta e Novanta , intende verificare l' importante contributo dato alla ricerca artistica, dal gruppo”il Moro”, che ha promosso eventi espositivi con artisti di tutta Italia, ed ha raccolto una formidabile documentazione dell'attività artistica fiorentina del secondo Novecento.

Nel maggio 1995,infatti, lo “Studio d’Arte Il Moro” , dopo anni di intensa attività, chiuse il suo spazio espositivo e Mauro Bini con Nadia Benelli,Pier Paolo Castellucci e Federico Napoli, crearono a “Il Moro Archivio Arti Visive” che costituì una raccolta di documenti originali relativi ad artisti particolarmente significativi nella ricerca sull’arte contemporanea di Firenze. Aderirono all’Archivio circa settanta artisti scelti tra quelli che si erano distinti per il loro rapporto tra produzione artistica ,vissuto e impegno civile ,offrendo una preziosa quanto rara lezione di attualità nella ricerca dei valori artistici contemporanei nel difficile ,scettico,ambiente fiorentino.

Fu pubblicato un bollettino trimestrale dal titolo: “Firenze /Ricerca –Arti Visive- documenti ed esperienze dal dopoguerra ad oggi”che conteneva anche biografie (tre per numero) accurate ed aggiornate di artisti fiorentini.

Risulta evidente nella storia fiorentina più recente la straordinaria rilevanza dello Studio d'arte Il Moro che è stato non soltanto nelle sedi espositive che ha gestito, il luogo più importante a Firenze dedicato alle avanguardie artistiche, tra gli anni Settanta e gli anni Novanta, ma si è proposto di contro a una sorta di “damnatio memoriae” perpetrato nella nostra città verso una ricerca artistica non meramente commerciale, di organizzare uno straordinario archivio dell'arte a Firenze nella seconda metà del Novecento,un patrimonio prezioso per gli studiosi, gli storici e i critici d'arte.

Se la storia è la miglior cura per la nostalgia, questa serie di mostre, tracce e testimonianze di una più vasta attività, si propongono di rinnovare un dibattito storiografico sul gruppo “Il Moro” e su quegli anni Settanta e Ottanta fiorentini, così vicini eppure così lontani, anche per una più puntuale lettura della storia culturale della nostra città.

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