Ungulati, Remaschi: "E' un'emergenza, ora la legge per affrontarla con efficacia"

E’ un passo in avanti secondo la Cia Toscana. Sarti (Sì): “I cacciatori sono parte del problema e non la soluzione dei danni all’agricoltura”. Il capogruppo Mugnai: «Finalmente il cambio di approccio che chiedevamo da anni. Ora vigileremo sull’effettiva applicazione». Forestali: Regione eroga tre milioni subito. Al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna il censimento del cervo al bramito dal 24 al 26 settembre

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 settembre 2015 23:29
Ungulati, Remaschi:

Si è svolta oggi in Consiglio regionale la comunicazione dell’Assessore all’Agricoltura Marco Remaschi a proposito dell’emergenza ungulati. A maggioranza (Partito Democratico, Lega Nord, Forza Italia) è stato votato un ordine del giorno collegato. Contrario il Gruppo consiliare di Sì Toscana a Sinistra con i Consiglieri Sarti e Fattori. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza un ordine del giorno, primo firmatario Leonardo Marras (Pd), che condivide gli obiettivi contenuti nella comunicazione dell’assessore all’agricoltura Marco Remaschi a proposito dell’emergenza ungulati e che chiede che la commissione competente sia coinvolta non solo nella definizione della nuova normativa ma anche nelle attività di monitoraggio.

Hanno votato a favore i gruppi del Pd, della Lega Nord e di Forza Italia, mentre hanno espresso voto contrario i consiglieri dei gruppi M5S e Sì - Toscana a Sinistra. Respinto, invece, l’ordine del giorno presentato dalla consigliera Irene Galletti (M5S) che chiedeva di individuare modalità diverse e non cruente per risolvere l’emergenza degli ungulati.

 "Alle emergenze si risponde con provvedimenti d'emergenza. Per questo la Regione sta lavorando a un testo di riforma della norma regionale e dei regolamenti venatori, che possa dare attuazione a un'efficace politica di contenimento degli ungulati in tempi rapidi". Lo ha detto l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi annunciando la proposta di legge obiettivo per rispondere al problema ungulati selvatici, che stanno proliferando in Toscana e creando seri danni all'agricoltura, all'ambiente.

Oltre che minando la sicurezza sulle strade. Con Marco Remaschi c'erano il sottosegretario all'ambiente Silvia Velo e il direttore di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) Stefano La Porta. La Regione, grazie alla nuova normativa, potrà avere la gestione diretta in questo ambito, dove oggi la legge 157 del '92 risulta datata, grazie anche all'attivazione di un nuovo rapporto con Ispra, centrato sulla massima collaborazione fra le istituzioni. "Interverremo subito – ha proseguito Remaschi – con un articolato di legge che la giunta, mettendo insieme una serie di provvedimenti, predisporrà nelle prossime settimane e che poi affiderà al consiglio per la discussione perché si arrivi in tempi rapidi a una gestione faunistico venatoria che tuteli concretamente l'agricoltura e l'equilibrio ambientale del nostro territorio e riconduca la situazione alla normalità cioè all'interno della media nazionale.

Oggi in Toscana assistiamo a un fenomeno ungulati stimato 4 volte superiore alla media nazionale. Non è accettabile. Naturalmente dobbiamo arrivare al nostro obiettivo facendo un patto serio con gli agricoltori e il mondo venatorio e ambientalista perché senza la collaborazione delle associazioni e di soggetti terzi come il Ministero e Ispra non possiamo arrivare a buoni risultati. Abbiamo inoltre l'idea di attivare una filiera per la commercializzazione della carne e una anche per venire incontro ai tanti bisogni che oggi ci sono, penso alle mense dei poveri che sono in aumento, ai quali potremmo dare una piccola risposta.

Anche in questo senso sarebbe un bel segnale".

Proprio Irene Galletti, in apertura del dibattito consiliare, ha annunciato il voto contrario del suo gruppo, “pur trovandoci d’accordo su alcune parti della relazione dell’assessore Remaschi, a partire dal maggior sostegno agli agricoltori”. La consigliera ha spiegato che “il voto contrario nasce dalla nostra convinzione che la gestione degli ungulati può essere fatta anche in maniera non cruenta, come sostiene anche l’Ispra(l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale)”. Secondo Galletti, “si parla ora della necessità di un intervento tempestivo, quando la questione non è stata affrontata per anni ed è stata fatta precipitare fino a questo punto. La soluzione non può essere certo affidata ai cacciatori, che sono tra coloro che hanno causato il problema”.

"Il Ministero dell'ambiente è in prima linea per affrontare l'emergenza del sovra-popolamento degli ungulati, in particolare dei cinghiali, che negli ultimi anni ha raggiunto livelli eccezionali". E' quanto ha dichiarato il sottosegretario all'ambiente Silvia Velo - La Regione Toscana che sta intervenendo con una legge obiettivo, avrà il supporto del ministero dell'ambiente attraverso Ispra che fornirà un sostegno tecnico e legislativo con attività di monitoraggio e nella stesura del provvedimento.

In questo modo - ha concluso Silvia Velo - il modello della Toscana potrà fare da apripista per fronteggiare un'emergenza che sta assumendo una portata di carattere nazionale". Salutando l'iniziativa come la prima in Italia che vuole risolvere il problema anche in tempi definiti e limitati, Stefano La Porta di Ispra ha sottolineato la disponibilità e l'impegno con il quale l'istituto che dirige organizzerà le iniziative e le misure necessarie, dando organicità per tutto il corso dell'anno e garantendo il supporto tecnico/scientifico.

“Nella comunicazione odierna sull’emergenza ungulati la Giunta omette alcuni punti fondamentali, eludendo i quali è impossibile una seria discussione sull’eccessiva presenza in Toscana di cinghiali e caprioli e dei danni conseguenti nelle aree agricole” dichiara il Paolo Sarti, Consigliere di Si – Toscana a Sinistra. “E’ contraddittorio affidare ai cacciatori la risoluzione del problema, c’è un conflitto d’interessi”. “Questa emergenza esiste da anni e la causa principale è stato il lasciar fare ai cacciatori tutto quello che volevano, come l’introduzione di esemplari dall’est Europa, che hanno soppiantato per la loro prolificità i cinghiali autoctoni, e la pasturazione nei periodi invernali, con conseguente aumento ulteriore della popolazione”. “La Toscana ha uno dei calendari venatori più ampi di tutta Italia e ciò non è servito a contenere il sovrappopolamento: le ricerche scientifiche più aggiornate dimostrano, infatti, proprio il contrario, che la caccia non è un rimedio efficace per contrastare i danni dei cinghiali all’agricoltura, anzi, la perdita della sincronizzazione dell’estro e l’aumento della fecondità, può essere considerata come una causa dei danni stessi”.

“Metodi alternativi, quali recinzioni elettriche e il controllo della fertilità della fauna selvatica, sembrano invece essere molto efficaci”. “Si tace poi sulle conseguenze della caccia in Toscana come i morti e feriti, sia tra la gente comune, sia tra i cacciatori stessi: perché non sono pubblicati e resi pubblici anche questi dati?”. “Aumentare l’esercizio venatorio aumenterà anche questo tipo di tragici incidenti”. “Anche il voler mettere in piedi una filiera per le carni, e quindi una catena produttiva, come annunciato dalla Giunta, presuppone che la materia prima ci sia anche per il futuro e dunque contrasta con la proclamata volontà di riduzione degli ungulati”. “Inutile quindi usare slogan, servono azioni concrete, che abbiano solide basi scientifiche e il coinvolgimento del mondo ambientalista” termina Sarti.

“Questa è un’emergenza - ha ricordato Stefano Scaramelli (Pd) -. Lo dicono i dati e lo ricordano i lamenti dei nostri agricoltori”. Secondo Scaramelli “una legge obiettivo specifica è lo strumento migliore e la posizione dell’assessore è estremamente equilibrata: non ci deve essere antitesi tra agricoltura e caccia, e la Regione deve fare da cerniera tra questi due mondi”. Necessario inoltre, ha aggiunto il consigliere, un monitoraggio sulla legge ogni anno per valutare l’efficacia degli interventi e apportare eventuali correttivi.

Roberto Salvini (Lega Nord) si è detto “meravigliato che il mondo dei cacciatori sia additato come responsabile di questo sovrappopolamento”. “L’applicazione della legge non ha funzionato - ha commentato Salvini -. Negli Ambiti territoriali di caccia, che dovevano controllare il territorio, i rappresentanti dei cacciatori sono stati sempre in minoranza, quindi dare la colpa a loro è demagogico”. “Il fatto è che – ha aggiunto il consigliere – il 40% del nostro territorio è protetto; inoltre tra le specie protette ci sono proprio i caprioli.

Dobbiamo spogliarci di un certo ambientalismo becero, la presenza di queste specie deve essere riequilibrata”. Per il consigliere è anche necessario non mettere un limite all’abbattimento, altrimenti non si risolve il problema vista la rapidità di riproduzione; positivo inoltre il fatto di creare una filiera per la vendita delle carni, ora acquistate all’estero, che può essere alimentata con il “surplus” di capi registrato ogni anno.

“Dispiace che si parli più di attività venatoria che dei reali contenuti del problema, e cioè dei danni ingenti che gli ungulati provocano all’agricoltura e dei problemi che arrecano alla sicurezza dei cittadini”, ha detto Marco Niccolai (Pd) esprimendo apprezzamento per il percorso individuato dall’assessore Remaschi per superare l’emergenza. Niccolai ha giudicato positivamente l’indicazione di rafforzare le attività di prevenzione e “quella di pianificare con chiarezza le aree” per tornare ad “una situazione di compatibilità della presenza degli ungulati con l’ambiente e con l’agricoltura”.

Secondo Enrico Cantone (M5S) “è strano sentir denigrare la Toscana dicendo che il 60% del territorio è boschivo o che il 40% del territorio è protetto. Questi dati sono un fiore all’occhiello e non motivo di lamentela”. Cantone ha parlato di affermazioni “piene di ipocrisia, perché si parla di emergenza non dicendo che questa si è creata con la gestione del territorio e l’attività venatoria così come consentita fino ad oggi”. Per Cantone si dovrebbero invitare i cittadini “a moderare la velocità” sulle strade interessate all’alta presenza di ungulati e “prevedere metodi non cruenti per diminuire il loro numero”.

Gianni Anselmi (Pd) ha sostenuto che “è sbagliato contrapporre i temi dell’ambiente e quelli della caccia. Siamo di fronte a un problema complesso e lo si deve affrontare con la complessità che richiede, così come fa il nostro ordine del giorno e il percorso individuato dall’assessore Remaschi”. Anselmi ha sottolineato che a fronte di un “quadro non ordinario, la soluzione non può che essere non ordinaria, anche se transitoria perché l’obiettivo deve essere quello di tornare a una corretta gestione del territorio”.

Andrea Quartini (M5S) si è detto perplesso circa il fatto che “la politica continua a non essere lungimirante, lavorando solo in un contesto di gestione dell’emergenza”.

Per il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi, è necessario “trovare un equilibrio” per affrontare e risolvere il problema degli ungulati. “Il raddoppio della presenza di questi animali”, ha sottolineato, “è un problema per l’agricoltura e per la sicurezza dei cittadini, ma anche per gli stessi boschi, perché un’eccessiva presenza di ungulati provoca danni al territorio e al paesaggio”. Rossi ha ricordato che un equilibrio “dovrà essere trovato, con patti chiari e regole certe, anche con il mondo venatorio”.

Nella sua replica l’assessore agricoltura Marco Remaschi ha sottolineato che “il problema rappresentato è reale” e che la proposta di una legge obiettivo della durata di tre anni “è la conferma che è vero che non si può procedere sempre sull’onda dell’emergenza”. A chi ha invocato metodi non cruenti, l’assessore ha risposto “con la semplice cattura degli animali in sovrannumero non si risolve il problema”. E ha aggiunto: “Avere il 60% del territorio ricoperto da boschi non è un limite, ma si deve riconoscere che questo favorisce il ripopolamento degli ungulati”. Rispetto al problema del foraggiamento, ha concluso, “ricordo che è vietato sull’intero territorio regionale, con l’eccezione del foraggiamento dissuasivo purché autorizzato dalle Province”.

Secondo Leonardo Marras (Pd), che ha illustrato l’ordine del giorno della maggioranza, “la determinazione e l’equilibrio sono le due parole che dovremo tenere presenti per affrontare la soluzione del problema” e ha definito come “soluzione giusta, il complesso delle risposte individuate dall’assessore Remaschi”. Marras ha anche definito importante il nuovo rapporto instaurato con l’Ispra.

«Sull’ormai drammatico proliferare di ungulati nella nostra regione, finalmente assistiamo da parte della maggioranza al cambio di approccio che chiedevamo da anni. Per questo votiamo sì all’atto di indirizzo che oggi ci è sottoposto ma intendiamo vigilare per garantire la sua effettiva applicazione e traduzione in atti»: lo ha detto poco fa nell’aula del Consiglio regionale il il Capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai. Effettivamente, la presenza di ungulati – in particolare cinghiali, ma non solo – sul territorio regionale sta producendo effetti devastanti mettendo in pericolo, soprattutto in alcune zone, persone ed interi segmenti economici legati al settore agricolo: «Il problema – ha ricordato Mugnai – è stato evidenziato da Forza Italia più volte negli anni, poiché il fenomeno cresce in maniera geometrica.

Finalmente la maggioranza inizia a prendere atto che una simile situazione non si risolve con le belle parole e i buoni propositi, ma che serve una presa in carico forte da parte della Regione, anche per scongiurare il rischio di eventuali soluzioni ‘spontanee’ da parte della popolazione costretta ormai a situazioni insostenibili. Vigileremo dunque affinché da parte dell’ente ci sia un’azione regionale decisa e incisiva, con l’opportuno coinvolgimento del mondo venatorio».

Era l’ora che si trattasse il tema come una priorità assoluta senza delegare ad altri la ricerca delle soluzioni. Finalmente la proposta per una legge regionale sugli ungulati, con l’obiettivo di rimediare al sovrappopolamento di cinghiali e caprioli. Adesso servono interventi immediati. Apprezzamento da parte della Cia Toscana di una legge specifica sulla gestione degli ungulati selvatici, per contenere la proliferazione di cinghiali e caprioli in Toscana, proposta dall’assessore all’Agricoltura Marco Remaschi, che ha presentato oggi in Consiglio regionale una comunicazione sull’argomento. Dopo anni che di lavoro svolto dalla Cia in questa direzione, è un passo in avanti.

Era arrivato il momento che il tema venisse affrontato in modo organico, non è più tempo di sottovalutazioni del tema né di delegare la ricerca delle soluzioni agli “addetti ai lavori”. Occorre la piena consapevolezza del rilievo politico ed istituzionale di questo tema, che richiede opzioni strategiche chiare e condivise. La Cia Toscana si riserva comunque di dare una valutazione definitiva dopo aver analizzato nel dettaglio il documento della proposta di legge.

La strada sembra essere quella giusta, adesso basta perdere tempo.

«Ben venga una legge regionale “speciale” per la risoluzione del problema ungulati ma deve essere solo il primo passo di un più ampio impegno concreto e mirato a normative d’immediata esecuzione per la difesa delle nostre colture. Ne va del futuro degli agricoltori e dell’economia legata alla terra che, come tutti sappiamo, in Toscana e in provincia di Siena in particolare rappresenta, una gran fetta dell’occupazione». Così il direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena Gianluca Cavicchioli interviene a margine della presentazione da parte dell’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi di una legge obiettivo contro il sovrappopolamento di ungulati. «E’ ormai finito il tempo dei proclami e quello delle misure preventive – aggiunge Cavicchioli – ed è il momento delle azioni fattive e delle normative urgenti e risolutive.

Quasi quotidianamente i nostri associati si rivolgono a noi lamentando danni da fauna selvatica. Anche gli indennizzi e i risarcimenti sono ad oggi palliativi per un’azienda che non solo rischia di vedere in fumo il lavoro di una stagione ma quello di un’intera vita. Basta pensare che in un mercato come quello attuale sempre più concorrenziale se un produttore esce anche solo per una stagione è quasi tagliato fuori. Accogliamo con favore le parole e l’impegno del neoassessore Remaschi – prosegue il direttore di Upa Siena – che si è fatto carico delle istanze degli agricoltori ed ha inserito il problema ungulati in cima alla lista della sua agenda politica.

D’altronde lo stesso problema era in cima alla lista delle priorità per l‘agricoltura senese che avevamo stilato prima delle elezioni e sottoposta a tutte le forze politiche. Ora non dobbiamo perdere d’occhio l’obiettivo della risoluzione che non può prescindere dalla drastica riduzione dei capi. Un obiettivo che deve passare anche dalla stretta e fattiva collaborazione tra agricoltori e cacciatore tramite il coinvogimento diretto, anche dap arte delle istituzioni, delle nostre associazioni di categoria, dell’Atc e delle associazioni venatorie.

Tutti insieme non dobbiamo più incappare in provvedimenti che non sono risolutori come ad esempio recinzioni o dissuasori che addirittura sono impattanti da un punto di vista ambientale. Tutti insieme – conlude Cavicchioli – dobbiamo adoperarci per recuperare il tempo perduto dietro a proclami e mancati provvedimenti, dobbiamo seguire la strada dell’emergenza e la nuova legge “speciale” annunciata dalla Regione Toscana mi pare vada in questa direzione».

Mancano ormai appena due settimane al consueto appuntamento con il censimento del cervo al bramito nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, previsto per quest’anno dal 24 al 26 settembre. Intanto nei boschi e nelle radure dell’area protetta dell’Appennino tosco-romagnolo i primi cervi stanno iniziando a bramire, in attesa del picco previsto proprio nei giorni del censimento. Gli organizzatori comunicano a tutti gli aspiranti censitori che il termine per le iscrizioni è stato prorogato a domenica 13 settembre: pochi i posti ancora disponibili.

Per maggiori informazioni potete scrivere a cervo@parcoforestecasentinesi.it o consultare il sito ufficiale del Parco. Un evento, quello organizzato dall’ente Parco e dal CFS in collaborazione con D.R.E.Am. Italia, che vedrà anche quest’anno un ricco programma di contorno alle serate di conteggio: seminari formativi, momenti conviviali, e la possibilità di scoprire i sentieri e le bellezze dell’area protetta nelle ore libere delle tre giornate di attività. Per il terzo anno consecutivo inoltre, dopo gli ottimi risultati dello scorso anno, sarà riproposta l’esperienza sperimentale del wolf howling: i partecipanti al censimento, oltre ai bramiti, avranno la possibilità di ascoltare e segnalare anche le risposte dei branchi di lupi alle emissioni registrate di ululati, che saranno lanciate da alcuni punti strategici su tutto il territorio dell’area protetta. Il re della foresta dunque, insieme al predatore n°1 delle nostre montagne: due animali simbolo della salvaguardia della natura selvaggia e dell’integrità dei suoi ecosistemi, da sempre fortemente presenti nell’immaginario collettivo, ed oggi “avvicinabili” grazie ad esperienze di gestione faunistica aperte a tutti i volontari curiosi ed amanti della natura.

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