Unesco e Firenze: Grandi Opere, ma tu chiamale se vuoi Degrado

Incredibile ma vero, è accaduto anche questo nel ridente capoluogo toscano

Antonio
Antonio Lenoci
24 novembre 2015 11:40
Unesco e Firenze: Grandi Opere, ma tu chiamale se vuoi Degrado

Oggi c'è chi definisce "Inqualificabile" il comportamento del sindaco Dario Nardella davanti alla lettera dell’Unesco che non parlava di degrado sociale, ma bensì strutturale. Colpire i Minimarket per coprire le Grandi Opere, è accaduto questo?L'Unesco ha sottolineato di "NON" aver ricevuto informazioni in merito alla pianificazione dei lavori in corso in città dalla TAV alla Tramvia, ed ha chiesto "ulteriori dettagliate informazioni sui suddetti progetti, inclusa adeguata documentazione tecnica e VIA, così come le misure di mitigazione per i progetti sotterranei, con particolare riguardo ai problemi di vibrazioni e allagamento" ovvero quello che i Comitati cittadini hanno chiesto fin dal primo disegno abbozzato, prima che fosse inferto il primo colpo di martello pneumatico.Il Comitato No Tunnel TAV ricorda oggi di aver avanzato numerose segnalazioni già nel 2010 "Già avevamo provato ad interessare l'UNESCO dei rischi che il progetto TAV rappresentava per il patrimonio fiorentino, ma la cosa non ebbe esito, siamo felici che questa volta i riflettori di chi vuol difendere un patrimonio di tutta l'umanità siano puntati su Firenze".

L'eredità di Dario Nardella è sempre più pesante. La lettera, tenuta nascosta per alcuni giorni in Palazzo Vecchio, ha svelato contenuti sorprendenti che animano nuovamente il dibattito in città. L'ex consigliera comunale Ornella De Zordo accusa il primo cittadino di aver parlato di "degrado della città storica, dovuto alla vendita di alcolici ed ai minimarket, travisando il messaggio arrivato da Parigi. L’analisi tecnica segnala invece problematicità di ben altro calibro", legate ad interventi pesanti e invasivi, quali: il tunnel TAV; la vendita dei complessi monumentali pubblici o «semi-pubblici» a investitori privati, e il loro cambiamento di destinazione d’uso, la costruzione di parcheggi interrati nel centro storico, il progetto di metró sotterraneo sotto il quadrilatero romano, la realizzazione delle linee del tram passanti nell’area protetta dall’Unesco e infine l’eccessiva pressione turistica.

 "Un centro storico non pianificato - commenta De Zordo - troppo indulgente alle lusinghe del turismo internazionale, avviato verso la trasformazione in una luxury-city o wedding-city che espelle i residenti e cancella le funzioni civiche e gli spazi pubblici vitali per la convivenza civile".Secondo i No Tunnel Tav "Il sindaco tenta goffamente di coinvolgere i cittadini in una “maratona d'ascolto” che è la solita farsa in cui ad ascoltare sono solo i cittadini, mentre le decisioni importanti si fanno addirittura fuori del consiglio comunale, nei salotti dove le lobbies dominano incontrastate".La lettera "Non inchioda soltanto Nardella alle sue responsabilità, chiama in causa anche la Regione Toscana che tanto ottusamente continua a perorare la causa di un progetto morto, sepolto da scandali e problemi tecnici che è semplicemente ridicolo voler risolvere - prosegue Il Comitato No Tunnel - ci impegniamo a fornire alla struttura tecnica dell'Unesco, le analisi e gli studi fatti che danno addirittura un quadro ben più grave di quanto sospettato nella lettera: ed esempio non sono citati i danni maggiori del 50% in caso di scavo con una sola fresa invece che con due contemporaneamente, l'”effetto deriva” che provoca maggiori cedimenti del terreno in corrispondenza delle curve dei tunnel". Il fiorentino medio, capace di voltare le spalle se il cantiere incriminato è distante dalla propria abitazione, sembra porsi comunque una domanda: è possibile che Firenze non abbia avvisato l'Unesco? E se i progetti sono stati presentati, i lavori sono stati assegnati a grandi ditte finite sulle cronache nazionali e successivamente subappaltati a ditte più piccole per le quali ancora sussistono a tempi alterni problematiche inerenti la retribuzione delle manovalanze.

Se si è parlato di talpe sdentate, di materiali scadenti, di problematiche idrogeologiche e di ritardi di ogni tipo mentre in città intervenivano anche importanti ditte francesi in aiuto dei cugini incapaci di completare da soli 100 metri di binari. Se è vero che la lettera dell'Unesco è rimasta nel cassetto, tutto il resto è avvenuto alla luce del sole. Cosa aspettava l'Umanità ad interessarsi di Firenze?

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