Una “delittuosa mostruosità urbanistica e culturale” accanto a Boboli

Arrivano a puntate in giunta le stroncature dal mondo della cultura: oggi Fanelli, Baldini e Borletti Buitoni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 maggio 2021 11:55
Una “delittuosa mostruosità urbanistica e culturale” accanto a Boboli
Edvard Munch, 1893, L'urlo

“Scendono in campo i nomi di rango”, annuncia Idra dal suo sito. E non trova immagine migliore de “L’urlo” di Munch da associare ai pareri pervenuti “da numerose autorità scientifiche, accademiche e culturali sul caso emblematico della Variante di Costa San Giorgio”.

Pareri che, diligentemente, l’associazione spina nel fianco della Giunta trasmette da oggi a puntate a sindaco e assessori, proponendo loro un appuntamento informativo speciale: così, scrive l’associazione ecologista, “desideriamo accompagnare la fase di dibattito pubblico apertasi – a dispetto del diniego opposto dalla Giunta - sull’incrocio fra interessi privati e destinazioni urbanistiche di immobili di pregio nella nostra città”.

Un ‘incrocio pericoloso’ se è vero che, come lamentano i cittadini, la Variante accorda – a fronte dell’“adeguato mix funzionale” prescritto dal Regolamento Urbanistico, e avvalendosi di un mancato assoggettamento a Valutazione Ambientale Strategica - il 91 per cento di funzione turistico-ricettiva e direzionale a un complesso storico-architettonico monumentale a ridosso di Palazzo Pitti, del giardino mediceo di Boboli, della Fortezza di Santa Maria in San Giorgio del Belvedere, del Giardino e della Villa Bardini.

“Risultano evidenti a occhio nudo – osserva nella nota l’associazione - le interferenze della Variante adottata nei confronti dell’area del centro storico riconosciuto dall’UNESCO e dei contesti architettonici e paesaggistici tutelati ai sensi del Codice – D.lgs. 42/2004. Un caso che non sembra fare onore all’Amministrazione Comunale al cospetto dell’opinione pubblica nazionale e internazionale”.

Non rassegnati, i cittadini hanno invitato la giunta a seguire venerdì scorso la Maratona oratoria civile allestita alla Porta della Dogana, “allo scopo di attestare il prestigio e le motivazioni delle voci di dissenso raccolte da ogni parte d’Italia. Ci hanno fatto visita dei membri del Consiglio Comunale e del Consiglio di Quartiere 1, ma nessun esponente della Giunta si è presentato: precedenti impegni hanno certamente impedito di seguire l’evento, che potrete recuperare (al netto dei due primi interventi, dei quali non è stata purtroppo completata la videoripresa) al link https://youtu.be/t-HiaYoEypM.

I cittadini dell’Oltrarno sottopongono allora all’attenzione di Nardella e della giunta qualcosa, sostengono, di più concreto e definito: “A partire da oggi sarà nostra cura trasmetterVi in forma scritta alcuni dei più significativi contributi proposti dalle donne e dagli uomini di cultura firmatari del Manifesto Boboli-Belvedere, che ribadisce la stessa esigenza di informazione, trasparenza e dibattito argomentata e documentata da 677 cittadini residenti nell’Oltrarno, ma rigettata da codesta Amministrazione: “Si richiede di attivare, ai sensi della Legge regionale 46 del 2013, un percorso di conoscenza e confronto pubblico sulla nuova destinazione urbanistica prevista per l’area fra Palazzo Pitti e Forte Belvedere (complesso della ex Caserma “Vittorio Veneto” in Costa San Giorgio), attualmente allo studio degli organi tecnici e delle sedi politiche del Comune. L’obiettivo è di far conoscere ai cittadini e alle scuole un bene architettonico di significativo pregio storico, artistico e paesaggistico di fatto sconosciuto ai fiorentini ed analizzare, con il contributo di tutti i portatori di interessi, i possibili impatti (positivi o negativi) sull’Oltrarno in termini di vivibilità, accessibilità, fruizione sociale e culturale”.

Secondo loro, infatti, “Firenze Prossima” può e deve cominciare da qui!

Si inaugura dunque oggi la pubblicazione di una galleria di riflessioni provenienti dal mondo della cultura, con i pareri di Laura Baldini, Ilaria Borletti Buitoni e Giovanni Fanelli. Preannunciato, per la prossima puntata, l’intervento di Anna Guarducci.

Somiglia un po’ a un’altra iniziativa di comunicazione adottata da Idra da settembre a dicembre del 2008, in quel caso sul tema dei danni ambientali provocati dalla TAV in Mugello e a Monte Morello. Tutti i venerdì vennero pubblicati, sotto il titolo “Guai TAV in pillole”, stralci della requisitoria che i Pubblici Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini avevano pronunciato al processo in corso presso il Tribunale di Firenze a carico dei costruttori della TAV fra Firenze e Bologna. E se questa su Costa San Giorgio non è una requisitoria collettiva… poco ci manca!


Non è necessario occuparsi direttamente di un bene ‒ paesaggio o tessuto urbano, monumento o giardino che sia ‒ per capirne l’importanza, la bellezza, la fragilità; ma se si è avuto la ventura di farlo, di occuparsene cioè per anni, ogni ferita inferta a quel patrimonio inestimabile la si percepisce ancor più dolorosa, perché si è consapevoli che, dopo, quel luogo sarà ‘altro’ e che si sarà distrutto qualcosa di unico.

Ho parlato di ferita; ma ferita non è solo l’intervenire pesantemente su un terreno estremamente fragile dal punto di vista idrogeologico, come è stato giustamente osservato; è anche ignorare la specificità di un territorio, è stravolgerlo trasformandolo da mèta di passeggiate a luogo di passaggio: via San Leonardo e Costa San Giorgio sono strade in cui si va per godere di serenità e bellezza, non da cui si passa per andare altrove o per raggiungere strutture che niente hanno a che vedere con la vocazionalità del territorio e con la sua storia.

E ferita, ma soprattutto offesa, è avere anche solo pensato di usare Boboli come luogo di transito, come tragitto per comodo degli ospiti di un resort di lusso, declassando un giardino storico ‒ il giardino di Pitti e di tutto l’Oltrarno ‒ a scorciatoia per turisti.

Laura BALDINI

già funzionario architetto presso la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici, Firenze


Un ennesimo caso in cui il concetto di tutela e di valorizzazione si scontrano invece di rappresentare uniti in unica visione un’ispirazione corretta per il mantenimento del patrimonio culturale italiano. L’utilizzo della caserma di Costa San Giorgio come solo resort turistico con tutto quello che comporta per renderlo accessibile e economicamente conveniente, nonostante i presupposti e le chiare indicazioni della Direzione Regionale del Mic che prevedevano un’attenzione ben maggiore all’uso come “bene comune” di quegli spazi, è certamente un vulnus gravissimo non solo per il mancato ascolto della voce della comunità e dei tanti esponenti del mondo della cultura ma, e soprattutto, per l’impatto che la realizzazione di questo progetto avrebbe su un contesto straordinariamente importante per la città.

Ilaria BORLETTI BUITONI

già sottosegretaria ai Beni Culturali


Giovanni Fanelli, Firenze architettura e città, Mandragora

Dovrebbe essere evidente e addirittura scontato che:

1) la destinazione ad albergo del complesso dell'ex ospedale militare di Costa San Giorgio è assolutamente impropria rispetto anche solo a una elementare visione urbanistica e una basilare corretta gestione urbana;

2) il complesso di Costa San Giorgio inserito in un progetto di valorizzazione coordinata delle realtà Boboli- Forte Belvedere -Giardino Bardini, costituirebbe un sistema di spazi culturali e ricreativi di eccezionale valore per l'intera città tanto da proporsi come esemplare all'attenzione (ammirazione) della cultura mondiale.

Spero che si riesca a fermare questa delittuosa mostruosità urbanistica e culturale.

Giovanni FANELLI

già professore ordinario di Storia dell'architettura, autore dei libri

Firenze architettura e città, Vallecchi , Firenze 1973;

Firenze, "Le città nella storia d'Italia", Laterza, Roma-Bari 1980

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