Un marketing strategico al profumo di Tartufo Bianco

I progetti promozionali di San Miniato nella prospettiva dell'inserimento nel patrimonio di tutela Unesco

Nicola
Nicola Novelli
16 settembre 2017 11:24
Un marketing strategico al profumo di Tartufo Bianco
Fotografie ZaniChesi

“Una grande manifestazione, che a tutti gli effetti è una risorsa per il territorio” ha detto giovedì sera il sindaco Vittorio Gabbanini alla presentazione della 47^ edizione della Mostra Mercato del tartufo Bianco. La rassegna si svolgerà nei fine settimana centrali del mese di novembre (11-12, 18-19, 25-26). E sarà preceduta come sempre da altri appuntamenti nei dintorni di San Miniato. Alla Serra il 22-24 settembre la Sagra del tartufo bianco e del fungo porcino, a Corrazzano il 30 settembre-1 ottobre dalla Fiera-mercato del tartufo bianco, il 14-15 ottobre a Balconevisi dalla Sagra del tartufo bianco e del fungo porcino, a San Miniato Basso il 4-5 novembre, dal Tartufo al Pinocchio.

Ma la peculiarità di questa edizione è il progetto di marketing strategico centrato sul tartufo, che sta impegnando da mesi l’amministrazione comunale di San Miniato, in particola l’assessore al turismo Giacomo Gozzini. Per questo una presentazione così anticipata della rassegna. Perché il lancio di giovedì scorso alle Piscine di San Miniato è solo l’inizio di un percorso di promozione che vedrà il tartufo bianco samminiatese ospite delle istituzioni europee a Bruxelles, in collaborazione con i deputati UE Simona Bonafé e Brando Benifei, poi al Parlamento italiano grazie all’interessamento del presidente della commissione agricoltura Luca Sani, infine al Consiglio regionale della Toscana.

Sul versante pubblico la “tournée” del tartufo bianco di San Miniato inizia il 21-22 settembre al Salone dei Siti Unesco a Siena, per poi passare a Rimini alla fiera Ecomondo. Infine l’8 novembre all’Accademia dei Georgofili per il tavolo delle tipicità ANCI Toscana, di cui il Comune di San Miniato e coordinatore.

Ha bisogno di tutto questo battage il celebre Tartufo Bianco? Sì se lo si considera l’ambasciatore delle tipicità enogastronomiche locali. Allora potrebbe diventare strategica la candidatura a decimo patrimonio di tutela Unesco in Toscana. Per questo “La macchina organizzativa è al massimo dei giri -hanno spiegato giovedì il presidente Delio Fiordispina e il vice Cesare Andrisano della Fondazione San Miniato Promozione- Quest’anno sarà massimo l’impegno per dare al territorio un evento all’altezza della sua bellezza”.

In un’agricoltura toscana che cresce sempre più nelle superfici dedicate, il tartufo di San Miniato può avere una funzione trainante. Basti pensare che i 2 mila cercatori del territorio circostante (solo 400 riuniti in associazione) si stima che raccolgano almeno un quarto dell’intera produzione nazionale di tartufo bianco. Oltre all’indotto delle aziende di distribuzione e trasformazione, i noti marchi Gazzarrini, Gemignani, Nacci, Savini, e dei ristoranti locali i cui chef sono vocati al tartufo a tavola.

Ecco perché ogni anno decine di migliaia di persone accorrono a San Miniato e dintorni in occasione delle manifestazioni tematiche. E’ all’ombra delle querce samminiatesi, o dei territori circostanti (32 comuni a sud dell’Arno in direzione di Siena) che sono stati raccolti il tartufo bianco più grande del mondo, un colosso di 2 chilo e mezzo nel 1954, o quello più pagato della storia, 330 mila dollari nel 2007 per un tartufo di un chilo e mezzo. Da più di cento anni San Miniato è la capitale dei primati della tavola.

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