Un Castello abbandonato alle porte di Firenze

Un gioiello medioevale, affreschi ed opere di ogni genere si trovano in stato di abbandono a soli 12 km da Firenze

Antonio
Antonio Lenoci
17 maggio 2016 15:47
Un Castello abbandonato alle porte di Firenze

Nel momento in cui le Amministrazioni locali si liberano dei propri beni immobili che non possono più mantenere per mancanza di soldi, e nelle ore in cui il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, presenta la lista delle proprietà di prestigio da mettere all'asta, una denuncia che invita ad aprire gli occhi arriva attraverso un video girato dagli studenti della Seconda Fotografi Multimediali dell’IIS “Leonardo da Vinci” di Firenze per il concorso nazionale “Le pietre e i cittadini” promosso da Italia Nostra. 

L'immobile che ha attirato l'attenzione dei ragazzi è il Castello di Castiglioni, fortino longobardo nell’Alto Medioevo, trasformato in villa rinascimentale dalla famiglia Catellini, citata da Dante tra le illustri casate della Fiorenza antica (Cacciaguida, Canto XVI del Paradiso). Patroni della Pieve romanica di Cercina, dominata dal castello nel cuore del Parco di Monte Morello, i Catellini hanno lasciato numerose tracce storiche del loro passaggio, i ragazzi le hanno cercate e documentate mostrando così che per cultura si intende la ricerca e la conoscenza delle proprie origini.

Oggi il rudere, perché di questo si tratta, si affaccia verso un pubblico che non adesso, ma 30 anni fa ha perso l'occasione di intervenire. Se l'immobile si fosse trovato in un'area povera di opere d'arte, avrebbe avuto una diversa considerazione? Questa una domanda che spesso si pone la gente di città che arriva nei borghi accorgendosi di quanto una vecchia fontana o una tegola spaccata rappresentino il monumento più importante del luogo.La risposta è anche nella testimonianza del proprietario del bene che, a sorpresa, si presenta alla proiezione del video: "Per anni ho fatto il fotografo a Milano.

Nel 2013 mio padre è deceduto ed io sono diventato Amministratore della sua Società immobiliare. E' stato lui ad acquistare il Castello 30 anni fa e da allora c'è stato un braccio di ferro con il Comune di Sesto Fiorentino affinché potesse prendere vita il suo progetto residenziale. Lui era un immobiliarista, intendeva quindi trarne profitto. Oggi la manutenzione del bene si presenta molto costosa ed il mio problema è: cosa ne faccio? Oggi la Società è in liquidazione ed ho dato mandato di vendere la proprietà.

Sono contento che abbiate preso a cuore il problema.. ma sappiate che se anche vi venisse regalato, servirebbero 6 milioni di Euro per metterlo in sicurezza. Se le istituzioni o direttamente il ministro Dario Franceschini manifestassero un interesse.. perché no".Fino ad oggi nessuno si è accorto dello stato di abbandono? "Solo negli ultimi 6 anni è stato accolto un piano di recupero. Il progetto residenziale studiato da mio padre però non è partito perché la ristrutturazione sarebbe stata già anni fa troppo cara rispetto ai prezzi di vendita al metro quadrato".Ma le Belle Arti hanno fatto richiesta di poter intervenire almeno sugli affreschi?"Non saprei..

il piano di recupero però ha avuto l'ok della Soprintendenza. Qualcosa evidentemente non ha funzionato". Ma se qualcuno avesse chiesto di poter effettuare uno strappo, ad esempio, per tutelare i beni? "Magari..".La Soprintendenza agisce senza fondi propri, partecipa alla progettazione imponendo veti e raccomandazioni, ma spesso si limita ad intervenire sulle opere edili in corso.Qualcuno forse ha sbagliato nel considerare poco la manutenzione del proprio patrimonio.

Gli enti locali, in special modo rurali, si lamentano di non poter costringere i privati a mantenere i loro beni, magari sotto la minaccia dell'esproprio. I privati si lamentano di non aver avuto l'opportunità di intervenire davanti a veti incrociati che corrispondono nel tempo solo ad attese inermi e non a tutele. 

"I ragazzi fanno grandi sogni, forse peccano di ingenuità" prendiamo le parole di Edoardo Bennato, quello delle "Notti magiche" per introdurre i possibili percorsi di recupero suggeriti dagli studenti del Leonardo da Vinci: si va da un agriturismo, foresteria, punto informativo, spazio multiculturale dove girare film, leggere o proiettare documentari, ed ancora il ricovero per animali con veterinari esperti, fino al centro di studi astronomici. Tutte proposte davanti alle quali la proprietà scuote mestamente la testa, mentre l'ente pubblico non si espone.

 “Fiorenza dentro da la cerchia antica…” è il titolo scelto per il video mostrato in anteprima alle Giubbe Rosse di Firenze, nel cui retro, sopravvissuto allo sventramento dell’antico ghetto, c'è proprio Palazzo Catellini. Una famiglia che ha intrecciato la sua storia con il Ghirlandaio e con Papa Leone X, oltre a Sant'Antonino arcivescovo venerato e passato alla storia per quel "Troppa grazia Sant'Antonio" legato proprio a questo Castello ed alla mancanza di prole dei Catellini che dopo l'intercessione del Santo ebbero 8 figli in 8 anni. Quella cerchia antica si stringe oggi nelle mura cittadine, dove però non trova pace né futuro neppure un ex Convento come Sant'Orsola. Un incubo.I ragazzi peccano d'ingenuità? Speriamo che qualcuno li aiuti a fare ancora grandi sogni.

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