Uffici postali tagliati, toscani devono rinunciare ai servizi

Sono 100 gli uffici postali interessati: elenco in allegato a fondo pagina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2015 15:21
Uffici postali tagliati, toscani devono rinunciare ai servizi

63 chiusure e 37 riduzioni di aperture con 80 trasferimenti. Alla vigilia dell’incontro tra Regione e comuni i sindacati chiamano alla mobilitazione istituzioni e comunità locali.“La Toscana si mobiliti, dal vertice della Regione fino all’ultimo circolino di campagna, per impedire alle Poste di effettuare il taglio annunciato di 100 dei 1200 uffici postali nella nostra regione, in particolare di quelli più periferici.” E’ l’appello lanciato dai i segretari regionali di Slp-Cisl Vito Romaniello, Slc-Cgil Graziano Benedetti e Uilposte Renzo Nardi, che stamani hanno tenuto una conferenza stampa a Firenze, alla vigilia dell’incontro, domani, tra Regione e comuni interessati dai tagli.

“Il radicamento e la presenza capillare sul territorio è uno dei patrimoni più preziosi delle Poste –dicono i sindacati-; smantellare questa rete alla lunga costituirà un boomerang per le stesse Poste che così lasciano campo libero ai competitor bancari. Senza contare il grave danno per le comunità locali, soprattutto per i centri più periferici e in particolare per gli anziani, che già scontano la scarsità di servizi. Non lamentiamoci che le zone montane si spopolano se le lasciamo prive di qualunque servizio!” Poste Spa ha annunciato nei giorni scorsi la chiusura definitiva di 63 uffici postali e la riduzione delle giornate di apertura per altri 37.

A soli tre anni dal precedente taglio che aveva portato a 74 chiusure e 57 razionalizzazioni. Le chiusure non porteranno a licenziamenti, ma allaricollocazione di circa 80 lavoratori “che andranno così a coprire, ma solo in parte, il buco lasciato dai 130 lavoratori esodati del 2014. Altro che nuove assunzioni !” “Oltretutto –è stato detto- già in passato era stato attuato un piano di razionalizzazione che ha portato alla chiusura degli uffici meno redditizi.

Ma c’era stato un confronto per trovare una soluzione equilibrata. Stavolta l’azienda ci ha annunciato il piano già deciso, che prevede anche chiusure senza senso e che sarà operativo entro 60 giorni.” Per questo i sindacati lanciano la mobilitazione e chiedono il sostegno delle Istituzioni (Regione, Anci, Uncem) ma anche delle comunità locali. “Ci aspettiamo che dall’incontro Regione-comuni di domani esca una strategia comune per spingere Poste Spa ad aprire un tavolo di confronto.

Vorremmo che anche le comunità locali, a partire dai circoli e dalle associazioni di cui la nostra terra è ricca, si mobilitassero per il loro ufficio postale. Oggi, grazie alla telematica, nelle realtà più decentrate l’ufficio postale potrebbe diventare un presidio multifunzionale, offrendo –grazie ad accordi con il pubblico- tanti servizi, dall’anagrafe alla consegna di medicine. Quella finestra sul mondo insomma che per i più giovani è internet, ma che per i più anziani può essere rappresentata proprio dall’ufficio postale.”Un “No” netto e deciso di fronte a qualsiasi ipotesi di chiusura dell’Ufficio Postale di Castelnuovo d’Elsa.

E’ quello del Sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni, che ha incontrato i vertici di Poste Italiane dopo aver ricevuto la settimana scorsa una comunicazione mediante la quale si preannunciava l’interruzione totale di questo servizio, necessario agli abitanti della frazione. "Comprendo perfettamente – spiega il Sindaco, Alessio Falorni - le ragioni economiche che portano Poste Italiane alla gestione del piano di razionalizzazione degli uffici postali, ma non posso accettare che queste motivazioni vadano a danneggiare una parte della cittadinanza.

Di conseguenza, intendo lavorare insieme agli altri sindaci interessati dal piano di razionalizzazione affiché si proceda in un’ottica di contenimento delle spese, in modo che i cittadini possano concentrare in alcuni giorni tutte le loro necessità, ma non posso accettare – e non accetterò mai - la chiusura totale di un servizio necessario per gli abitanti di Castelnuovo. I vertici di Poste Italiane nella persona della dottoressa Sonia Focacci, responsabile provinciale della rete territoriale, mi hanno ribadito la loro impossibilità ad una trattativa che consenta di rivedere la chiusura dell'ufficio ma noi non ci arrendiamo.

Con i Sindaci dei comuni interessati dal piano (più di 100 casi in Toscana), insieme ad UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) e alla Regione Toscana, chiediamo a Poste Italiane e a AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) di valutare soluzioni alternative di razionalizzazione della spesa che preservino l’erogazione dei servizi, evitando disagi per i cittadini."

“No alla riduzione dell’orario di servizio dell’ufficio postale, decisione unilaterale presa solo guardando a criteri di bilancio”. Così il segretario del Partito democratico di Sinalunga Michele Catoni interviene sulla decisione di Poste Italiane riguardante l’ufficio di Rigomagno, che da lunedì 13 aprile, sarà aperto esclusivamente il martedì dalle 8.20 alle 13.45 ed il sabato dalle 8.20 alle 12.45. “Siamo decisamente contrari – aggiunge Catoni - a questa decisione per l’organizzazione territoriale di un servizio che proprio nelle frazioni a scarsa densità abitativa, più lontane dal capoluogo e con un’età media di popolazione più avanzata, assume ancora di più un ruolo sociale”.

“Vogliamo ricordare – sottolinea il segretario del Pd - che già qualche anno fa, quando si paventava la chiusura definitiva dell'ufficio postale di Rigomagno, che oggi serve anche parte dei cittadini di Santa Maria Lucignano, la comunità si impegnò per impedire che venisse tolto un servizio fondamentale per i cittadini e per le aziende della zona. Grazie ad una mediazione con il Prefetto e Poste Italiane fu effettuata una riduzione dell'orario di apertura, ma fu scongiurata la paventata chiusura dell'ufficio.

Oggi siamo nuovamente a chiedere un impegno per scongiurare una situazione che creerebbe grandi disagi. Il sindaco Riccardo Agnoletti si interesserà nei prossimi giorni per avviare una discussione con Poste Italiane su questa scelta, che speriamo possa non essere definitiva. La speranza è che Poste Italiane riveda i criteri di tutela degli utenti del servizio postale universale, con particolare attenzione a quelli che abitano in zone remote”.

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