Tramvia: Giuseppe Matulli e quel Duomo sfiorato

A distanza di anni è ancora in corso una contro-progettazione per bypassare il centro storico di Firenze

Antonio
Antonio Lenoci
19 marzo 2015 13:40
Tramvia: Giuseppe Matulli e quel Duomo sfiorato

 "Non mi occupo più di Tramvia" precisa subito l'ex vicesindaco e assessore alla Mobilità di Firenze Giuseppe Matulli, detto Beppe. 

L'Ufficio non è più quello di Palazzo Vecchio, adesso l'ex Deus ex Machina che ha sbrogliato la matassa della Linea 1 consentendo l'inaugurazione della tratta Firenze - Scandicci usa il Sirio per raggiungere il Municipio di Scandicci dove il Sindaco Sandro Fallani lo ha strappato alla vita da pensionato per riportarlo alla politica attiva come mentore di una giovane Giunta.Un tubo rotto, un Porto Leopoldino, un insediamento medioevale a Santa Maria Novella, l'ingegnere Bacci di Ataf, che aveva curato il progetto, e l'assessore Matulli erano i primi ad accorrere sul posto in assenza, spesso, del primo cittadino. Assemblee infuocate, faccia a faccia a muso duro, c'era sempre Beppe Matulli.

"E' stata dura - sorride, oggi - ma i riconoscimenti che ricevo oggi mi gratificano del lavoro fatto. Avremmo potuto fare di meglio: lo ammetto e lo spiego nel mio libro "La Tranvia e la città" (Recensione di Nicola Novelli), che ho scritto sperando che qualcuno potesse farne tesoro. Se avessi avuto io un manuale avrei fatto meno errori anche nel dialogo con i cittadini.

Ma ricordiamoci che adesso trasportiamo quasi il doppio dei passeggeri auspicati. Di più, si è ipotizzato persino di allungare il Sirio e ricordiamo che si gridava contro il treno in città. Un allungamento impossibile, poiché si dovrebbero ampliare le fermate, ma per ipotizzarlo significa averci visto bene".Qualcuno vive meglio grazie alla Tramvia? "Ci tengo a sottolineare che la peculiarità di una Tramvia non è la sua velocità, ma la regolarità.

Io stesso arrivando da Sesto Fiorentino a Santa Maria Novella non mi affretto se vedo che il mezzo è in partenza, perché so che a breve ne arriverà un altro. E' attraverso la regolarità che abbiamo dato ordine al sistema".Un sistema ridotto però, sono trascorsi anni prima di vedere altri binari lungo le strade di Firenze. "Il mio dispiacere è che si sia lasciato perdere un progetto già fatto e si sia perso del tempo nel non portare avanti l'attraversamento del centro storico e dunque il passaggio dal Duomo.

Il sottoattraversamento è valido se abbiamo le dovute proporzioni: se io devo scendere in sotterranea per prendere un mezzo non devo poter coprire con lo stesso percorso la distanza che mi separa dalla successiva fermata, altrimenti non ho risolto nulla. A parte la crisi, abbiamo perso tempo utile che ci avrebbe permesso di anticipare una fase economica che ha visto fallire alcune ditte. Anche a prescindere dal discorso delle penali poi, che si possono stabilire o imporre, sarebbe stato meglio anticipare i tempi".Firenze ci ha guadagnato? "In Francia uno studio parigino ha dimostrato che la Tramvia è il mezzo migliore per ammirare la città.

Puoi stare seduto rivolto verso i monumenti mentre in autobus devi stare attento all'equilibrio. Semmai il problema è cosa si vede fuori: Firenze era la capitale della Moda quando Pitti era la Sala Bianca di Palazzo Pitti ed eccelleva nell'Artigianato e nell'Antiquariato. Ora siamo una Disneyland del Rinascimento.. e magari c'è stato un errore nel consegnare la città ai turisti. E' quello che gli esperti chiamano "Effetto Venezia": le attività rivolte ai residenti spariscono dal centro e spariscono anche i residenti.

Proprio per questo dall'hinterland sarà sempre più necessario potersi collegare al centro".L'Area Metropolitana è pronta ad accogliere la Tramvia? "La Tramvia è fatta per un'area compressa in un contesto complesso. I migliori urbanisti insegnano che per ogni spazio da percorrere vi è un mezzo utile da adottare. Per fare 300 metri non uso una Tramvia, vado a piedi. Può sembrare una battuta, ma è pura verità: è la pratica applicata alla mobilità elementare.

Per questo stesso motivo arrivando dalla Piana in treno ci sono meno fermate di quante necessitano per una Tramvia e successivamente per un autobus". Per alcuni anziani è addirittura un ritorno al futuro. "Nel passato avevamo il Tram. Poi si è pensato che la mobilità si sarebbe sempre più individualizzata ed abbiamo rimodellato le città in funzione del mezzo privato. Adesso il sistema non regge più e c'è un ritorno al trasporto pubblico.

Per fare un esempio: tra Firenze e Scandicci potevamo riempire le strade di autobus, coprivamo il bacino di utenza, ma bloccavamo tutto. Nei paesi dell'Est Europa per questioni economiche non sono riusciti a dismettere le Tramvie e le hanno ancora. Altrove le abbiamo dovute riconcepire: perché i cittadini hanno necessità di spostarsi. Un domani con la Tav libereremo quelle Stazioni minori lungo il reticolo urbano concepite proprio per servire la città attraverso l'intermodalità".Matulli all'indomani del Referendum sul passaggio della Tramvia dal Duomo, che avrebbe dato il via negli anni successivi allo slogan "A passo DUOMO" con la pedonalizzazione che ha reso celebre il sindaco Matteo Renzi e fatto tribolare non pochi fiorentini costretti ad aggirare l'area rossa, proponeva il Tavolo della Mobilità che riassumeva la lezione imparata negli anni alla corte di Domenici: "Il Tavolo della Mobilità - spiegava Matulli nel 2008 - è una istituzione presente in diverse città europee, per esempio Madrid, con l'obiettivo di coinvolgere istituzioni, categorie economiche, sindacati e via dicendo. Il tentativo è quello di realizzare una conoscenza e una strategia condivisa e di avere un momento di verifica generale, una sorta di governance diffusa, tra i vari soggetti che, a diverso titolo, partecipano al progetto complessivo di mobilità, come le Ferrovie dello Stato, Ataf, cooperative dei tassisti".

Regole? "Serve un soggetto terzo, che non sia emanazione diretta dell'Amministrazione Comunale in modo che chi partecipa non si senta in dovere di svolgere il ruolo della maggioranza o dell'opposizione. Si deve evitare che il tavolo diventi una sorta di assemblea permanente che non riesce a decidere. Dovrà avere un numero di componenti limitato, che rappresenti i vari soggetti coinvolti a vario titolo sul tema della mobilità, prescindendo dalle contrapposizioni fra maggioranza e opposizioni e dal gioco dei ruoli".Le opposizioni chiesero allora: E i cittadini? "Avranno la possibilità di avere informazione e approfondimenti negli sportelli informativi che si apriranno in città anche per raccogliere le valutazioni ulteriori.

Stamani, per esempio, ha preso il via l'attività dell'infopoint alla stazione ferroviaria di Statuto". Era il 5 maggio 2008. Nel 2015, con i cantieri già in opera, e dunque in ritardo come confermato da Confesercenti e dallo stesso Assessore Stefano Giorgetti, aprirà a fine marzo l'InfoPoint del Parterre rivolto ai cittadini. Che sia il caso di leggere il libro di Matulli?

Foto gallery
In evidenza