​Tramvia: a passo d'uomo tra il Tram e il Treno 

Dall'Aeroporto a Santa Maria Novella, vizi e virtù della linea fiorentina

Antonio
Antonio Lenoci
20 marzo 2015 14:37

Una Tramvia sola non basta. Avere la Linea 1 che collega Firenze con Scandicci è servito a capire quanto potenziale vi sia nel dotarsi di un mezzo di trasporto frequente, regolare, con precedenza sul traffico veicolare, ma anche quanto siano inutili pochi chilometri rispetto al bacino di utenza.Nel corso della settimana abbiamo approfondito le motivazioni che hanno portato alla scelta di una Tramvia: storiche, politiche e sociali, forse anche economiche salvo poi sforare tempi ed aumentare i costi in modo esponenziale e produrre così quell'incubo che tutti ricordano.Con la realizzazione delle Linee 2 e 3 non si fa altro che proseguire un lavoro già iniziato e dunque è ancora più grave il ritardo accumulato per una progettazione che poteva essere già pronta se solo il quadro d'insieme fosse stato compreso per tempo invece di procedere per "tentativi" fino al punto da ipotizzare, dopo 5 anni dall'inaugurazione del primo ramo, un sistema ibrido: metà Tram e metà Treno.

Parte dei 100 milioni promessi da Roma per completare la rete fiorentina sono destinati allo studio di fattibilità del sotto-attraversamento del centro storico. Per la vecchia guardia una scelta insensata, per la nuova amministrazione l'ipotesi più probabile. Nel mezzo la pedonalizzazione di piazza Duomo, vanto di Matteo Renzi e soluzione indiscutibile da parte del suo successore.Non è la sola incognita. Ce n'è una più grande che riguarda proprio la Linea 2 ed è la fermata di interscambio con la Stazione Foster dell'Alta Velocità. Secondo Stefano Giorgetti l'Amministrazione la realizzerà con i soldi di FS in attesa che nasca la Sottostazione agli ex Macelli.

Ma la Tav si farà? Il sindaco di Firenze all'indomani dell'ennesimo scandalo ha chiesto che qualcuno spieghi presto ai fiorentini cosa ne sarà del tunnel degli annessi e connessi. Può una situazione simile trovare serena la popolazione che spera di vedere presto la fine dei cantieri?Assistere ancora oggi a varianti in corso d'opera, dover ancora chiedere aiuto per i negozi, il rispetto degli spazi vitali, una segnaletica chiara e comprensibile, è per residenti e commercianti motivo di ansia ed incertezza tanto da arrivare a pensare che si navighi a vista.

Questa è l'impressione che abbiamo raccolto a Novoli. L'allestimento di un info Point al Parterre, a fine marzo, così come accadde ai tempi del Centro Informativo aperto allo Statuto durante i cantieri per lo spostamento dei sottoservizi in viale Morgagni, serve davvero? Quale certezza può infondere nella cittadinanza rispetto ad una newsletter dettagliata o ad una serie di dichiarazioni che non necessitano di smentite o di passi indietro? L'assessore alla Tramvia fiorentina per antonomasia, Giuseppe Matulli, ha messo nero su bianco il rapporto con i cittadini e la gestione dell'opera in un libro che il successore Stefano Giorgetti ha ammesso di non aver letto.

Poco male, si dirà: il vento è cambiato, ci sono altri canali di informazione e stili diversi di concepire la città. Come disse Dario Nardella all'atto di raccogliere l'eredità di Renzi "Ho il mio stile".Forse la grande pecca di questa opera è proprio quella di essere partita dai palazzi del potere con la malcelata intenzione che ad occuparsene sarebbero stati sempre altri diventando così un collage di vari stili.

Un patchwork della mobilità che vede Firenze con le dita incrociate.

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