Toscana meta internazionale del "turismo di studio"

Un settore da 150 milioni giro d'affari, 3mila posti di lavoro, 5mila studenti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 gennaio 2015 12:17
Toscana meta internazionale del

FIRENZE– Il territorio toscano si caratterizza, unico in tutta Italia insieme al Lazio, per la presenza di numerosissime strutture di formazione che ospitano studenti stranieri. Si tratta al momento di 6500 presenze per studio di 76 nazionalità, e si calcola che abbiano immesso in un decennio un valore di 1 mld di euro nei conti economici regionali,con un beneficio facilmente intuiibile. Sono i risultati più immediati ricavabili dalla ricerca condotta dall'Irpet Educating in Paradise, focalizzato sui programmi delle università americane in Toscana e illustrata venerdì nel corso dell'incontro Istruzione e cultura nell'era della globalizzazione:gli studenti stranieri negli istituti di alta formazione in Toscana, organizzato dalla Federazione regionale dei lavoratori della conoscenza Cgil e dall'Association of scholars at American Universities in Italy, che ha anche commissionato lo studio, con il patrocinio della Regione. Oltre ai programmi americani all'estero, sul nostro territorio operano anche strutture di formazione italiane che si rivolgono a una clientela prevalentemente straniera, come scuole d'arte, di design, di cultura, italiano per stranieri.

Si tratta di riflettere sull'impatto culturale che ha la presenza di studenti stranieri di lunga permanenza, anche per valutare non solo il valore aggiunto alla didattica della presenza prolungata sul territorio, ma anche lo stimolo culturale che il territorio può ricavarne in cambio.In Toscana ci sono almeno 50 università/scuole americane o straniere che si rivolgono a studenti stranieri. Sono almeno 5.000, l'80% dei quali al termine dell'esperienza dice di voler tornare in Toscana, i ragazzi coinvolti per periodi medio lunghi (per il 25% di loro un aspetto negativo è il costo della vita in Italia).

Il giro d'affari è di circa 150 milioni di euro (la Toscana è seconda solo al Lazio), prodotti dalle seguenti fonti:

- investimenti delle varie istituzioni, pubbliche e private

Approfondimenti

- le rette degli studenti

- fornitori delle scuole (edilizia, affitti o compravendite immobili, alimenti, attrezzatura per ospitalità o gestione struttura, ecc.)

- recuperi di immobili di prestigio del territorio

- 3000 posti di lavoro, di cui 1000 di personale delle scuole, con varie forme contrattuali

- interesse turistico prodotto dall'indotto e grande promozione del territorio rispetto agli aspetti economici, culturali.

“Si tratta di un settore frammentato e poco rappresentato dalla narrativa classica sull'economia, ma è un settore che nella crisi economica va in controtendenza, perché si rivolge ai Paesi più ricchi, e sul quale vale la pena investire, anche in termini organizzativi”, ha detto Leonardo Croatto (Flc Cgil Firenze), al seminario a Palazzo Sacrati Strozzi a Firenze “Istruzione e cultura nell'era della globalizzazione: gli studenti stranieri negli istituti di alta formazione in Toscana”. “E' in questo settore che si può dare senso alla retorica degli investimenti sulla cultura. Il seminario di stamani è un esempio positivo a cui dare seguito, perché dimostra che il modo giusto di lavorare è quando si mettono intorno a un tavolo il soggetto pubblico, le parti sociali, i datori di lavoro e il mondo della conoscenza. Serve un impegno congiunto”, ha aggiunto Croatto.

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