Toscana Energia: scontro a Palazzo Vecchio sul controllo pubblico del gas

La decisione dell'Amministrazione fiorentina "favorisce l'acquisizione da parte dei privati delle reti di distribuzione del gas"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 giugno 2018 20:12
Toscana Energia: scontro a Palazzo Vecchio sul controllo pubblico del gas

La delibera su Toscana Energia innesca uno scontro tra la gestione pubblica del bene primario e l'ingresso dei privati nella organizzazione della rete di distribuzione regionale. Approvata in Consiglio Comunale la delibera con la quale il Comune di Firenze accoglie le modifiche allo statuto e il patto parasociale di Toscana Energia Spa, società di cui il Comune di Firenze detiene il 20,61% delle quote. Nel dettaglio le modifiche allo statuto approvato in consiglio, che ha ribadito il mantenimento della partecipazione del Comune di Firenze nella società, prevedono le garanzie e le prerogative dei soci pubblici che restano nonché, oltre alle previsioni di legge in merito, le garanzie e le prerogative per la tutela dei lavoratori e lo sviluppo della società.Le dichiarazioni del Gruppo PD "Proviamo a dare la giusta lettura all'approvazione di oggi in Consiglio Comunale della delibera che modifica lo statuto della Società. Il Comune di Firenze nel suo piano di razionalizzazione delle società partecipate non ha mai messo in dubbio la sua permanenza in Toscana Energia e non ha alcuna intenzione di cedere le proprie quote. La Delibera prende atto della volontà di alcuni soci pubblici (per un valore di circa il 3% del capitale sociale) di dismettere la loro quota. I soci pubblici (90 comuni) ed il socio industriale di minoranza (Italgas) hanno quindi provato a negoziare l'uscita dei soci attraverso la modifica dello statuto e un nuovo patto parasociale che determina, sì l'uscita e l'acquisizione da parte di Italgas di tali quote ma particolari condizioni a tutela dell'interesse pubblico quali: tutele dei lavoratori in termini di occupazione e sede di lavoro, particolari maggioranze qualificate in assemblea per determinati atti, mantenimento dei dividendi attuali, impegno di Toscana Energia nella partecipazione alle prossime gare e non ultimo l'erogazione di un dividendo straordinario che sarà utilizzato per i servizi ai cittadini di Firenze. Crediamo in questo modo di aver anche determinato per Toscana Energia una vera prospettiva industriale grazie ad una società che opera da 180 anni nella distribuzione del gas ed è il principale distributore in Italia ed il terzo operatore in Europa.

E' una società in espansione che detiene il 34% del mercato nazionale e conta più di 3500 dipendenti in tutta Italia".

Arianna Xekalos, Capogruppo del Movimento 5 Stelle, commenta “Con questa delibera il PD favorisce l'acquisizione da parte dei privati delle reti di distribuzione del gas della nostra Regione. In questi giorni il Sindaco Nardella sta dichiarando ovunque di volere una gestione dell'acqua pubblica e nel frattempo privatizza la rete di distribuzione del gas? Delle due una, è sempre lo stesso partito? Non ne possiamo più di vedere questi cambi di rotta solo per fini elettorali, serve serietà e noi in questa Amministrazione non la vediamo. Il controllo in questo servizio deve rimanere pubblico, sia per tutelare i lavoratori, che per una corretta gestione del servizio stesso. Se per rimanere pubblico è necessario acquisire, come Comune di Firenze, le quote che gli altri Comuni vogliono dismettere, dobbiamo acquistarli.

Non provino a dirci che i soldi per acquistarle non ci sono, altrimenti ci devono dire dove sono stati spesi. Forse nelle due linee tramviarie che non riescono a far entrare in funzione? La verità è che i soldi ci sono ma non li vogliono usare per mantenere la gestione del servizio pubblico”.  

“Una scelta folle, assolutamente non condivisibile, quella dell’amministrazione comunale fiorentina, che ha scelto di favorire l’acquisizione da parte dei privati delle reti di distribuzione del gas nella nostra regione, piuttosto che tutelare la proprietà pubblica delle stesse. Peccato che oggi ci troviamo in un momento storico in cui, l’unica alternativa alla crisi, sia proprio il controllo pubblico territoriale dei beni e dei servizi”. Questo è quanto fa sapere il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale di Firenze, Francesco Torselli. “Firenze - spiega Torselli - dovrebbe fare l’esatto contrario rispetto a quanto sta facendo, ovvero tentare di rafforzare la propria posizione all’interno di Toscana Energia, magari acquisendo le quote che gli altri comuni vogliono dismettere.

In questo modo, il peso decisionale di Firenze nell’azienda aumenterebbe, così come, più brutalmente, aumenterebbero anche i dividendi annui che Toscana Energia porta nel bilancio di Palazzo Vecchio”. “Purtroppo - conclude il capogruppo di Fratelli d’Italia - il comune di Firenze dimostra ancora una volta scarsa lungimiranza (in futuro, nelle reti di distribuzione del gas, potranno scorrere anche fibre e nuove tecnologie), ma per il comune di Firenze, Toscana Energia rappresenta evidentemente poco più di un salvadanaio da svuotare per finanziare qualche concerto o, peggio ancora, una poltrona da presidente da riservare a qualche amico degli amici”.

Le dichiarazioni del consigliere Giacomo Trombi e della consigliera Donella Verdi del gruppo Firenze riparte a sinistra "Abbiamo provato in ogni modo a porre l’attenzione sul merito, a discutere sui punti politici, e soprattutto a salvaguardare il ruolo centrale del pubblico in un settore chiave come quello energetico, ma il PD ha voluto ostinatamente, e con arroganza, chiudere questa pessima delibera per poter garantire l’acquisto di Italgas, privato, delle quote dei comuni Toscani che si sfilano da Toscana Energia.

E non ci vengano a raccontare la favola della tutela degli interessi del Comune di Firenze: Toscana Energia genera utili, anche solo per un ragionamento di cassa, nel breve periodo varrebbe assolutamente la pena di investire per aumentare le proprie quote. I soldi per fare in modo che i soci pubblici rilevino le quote peraltro ci sono, ma evidentemente il PD la considera una scelta rischiosa a ridosso delle elezioni. A nulla sono valse le richieste di sospendere la delibera per tutelare il Comune di Firenze rispetto a eventuali deferimenti di fronte all’Autorità Garante per la Concorrenza o alla sezione enti locali della Corte dei Conti, che sono pur menzionate ma non sono state interpellate neppure per un parere preliminare, che avrebbe potuto mettere al sicuro l’operato del Comune di Firenze.

Inascoltate anche le richieste di un maggior coinvolgimento dei sindacati, i grandi esclusi da questa operazione. Crediamo sia una scelta miope, in un momento storico come questo, in cui il PD ribadisce con fierezza non solo l’assenza di una linea politica realmente alternativa alle destre, ma anche la propria incapacità di riuscire anche solo a leggere i segni dei tempi. E a leggere i risultati dei ballottaggi non crediamo ci volesse poi molto: parlano di un partito che ha perso la base, ha perso il sostegno dei lavoratori e di tutti coloro che si sentono vessati da scelte politiche che, negli ultimi decenni, hanno smantellato la nostra sanità, i nostri servizi educativi, tutti quelli che erano i fiori all’occhiello della Toscana.

Nonostante tutto, spalancando le porte del settore energetico al privato, il PD ha scelto di aggiungere un piccolo tassello alla sua corsa verso il baratro".Le dichiarazioni del capogruppo di Articolo 1-Mdp Alessio Rossi e della consigliera Stefania Collesei "Siamo contrari alla delibera che cambiando lo Statuto di Toscana Energia fa perdere la maggioranza ai Comuni a vantaggio di Italgas. È sbagliato consegnare al privato un'azienda che ha una ottima gestione economica e una buona redditività.

Sbagliato sotto il profilo dei dividendi perché il Comune di Firenze avrebbe potuto rafforzare il suo ruolo e invece ha rinunciato. Sbagliato sotto il profilo del controllo pubblico perché la maggioranza pubblica garantisce l'interesse degli utenti e dei territori. Sbagliato sotto il profilo della tutela dei lavoratori. Toscana Energia che aveva scelto di usare la clausola sociale come farà adesso a garantire gli assetti occupazionali, l'organizzazione del lavoro o il controllo sulle ditte in appalto? Per noi la strada giusta rimane quella di non cambiare lo Statuto e casomai acquistare le quote dei Comuni che vogliono uscire perché in difficoltà economica.

Possibile che dobbiamo essere ostaggio del Comune di Massarosa? Come gruppo abbiamo presentato emendamenti alla delibera, abbiamo richiesto l'audizione dei sindacati e del cda, abbiamo richiesto approfondimenti e documenti che non abbiamo ottenuto. Oggi il partito democratico e la Giunta scrivono una brutta pagina del consiglio comunale che abbiamo inutilmente cercato di fermare". 

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