Torrente Carza: affluente del fiume Sieve, defluito ad alta velocità

Una ferita sempre aperta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 maggio 2015 19:35
Torrente Carza: affluente del fiume Sieve, defluito ad alta velocità

Nel Mugello i cittadini osservano le sorgenti e le falde acquifere che sarebbero state intercettate dallo scavo del passante Tav

"Nei periodi estivi i torrenti si trovano in crisi idrica o privi di deflussi, avendo modificato il loro assetto idrogeologico in seguito allo scavo - così scrive Paolo Chiarini, ingegnere ambientale che da anni milita tra gli attivisti a 5 Stelle e si presenta come candidato consigliere alle regionali toscane - il nuovo contesto realizzatosi può trovare una sorta di contenimento solo mediante delle opere di mitigazione, piccoli invasi per il rilascio idrico nei momenti di secca o rilasci artificiali attraverso bypass idraulici, ma nessun intervento potrà ridare la naturale vita a questi corsi d’acqua".

"Questo è "il costo del progresso”, ma questo genere di opere presentano un impatto ambientale che non può essere nullo, ammesso che l'opera fosse “essenziale” e “strategica". Tutto dipende dal tracciato che si sceglie per l’attraversamento in galleria e quindi dal contesto geologico da escavare: una via facile comporta maggiori impatti, mentre uno scavo più complesso ne genera minori" spiega in termini pratici il candidato pentastellato che ha affidato alle proprie competenze tecniche la campagna elettorale.

"La forma ad “S” della Bologna Firenze non si concilia con un risparmio di tempo, ma la retta via, più facile da farsi, non è stata poi la più economica. Avremmo potuto realizzare la stessa opera limitando gli impatti al minimo tecnicamente possibile. Per compensare i “danni ambientali” sui territori sono stati destinati dei fondi per opere di mitigazione che però ancora devono essere realizzate" sottolinea Chiarini a coloro che lo seguono attraverso i canali Social. Il Ministero dell’Ambiente e il Ministero delle Infrastrutture hanno stanziato alla Regione Toscana alcuni milioni di euro, destinati in parte anche ad interventi mitigatori degli approvvigionamenti idrici.

Un programma di interventi redatto e gestito dalla Regione Toscana e Provincia di Firenze attraverso un Protocollo d’Intesa con i Consorzi di Bonifica, Unione dei Comuni e comuni interessati che individua gli interventi da realizzare mediante un Piano di monitoraggio e conseguenti attività di gestione e manutenzione delle opere. Sul monitoraggio di queste opere, secondo gli esperti, oltre che sulle opere ancora in cantiere, si giocherà gran parte della futura legislatura.

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