Torna a Firenze il “tecnico americano” di art/tapes/22: Bill Viola

Tra le opere imperdibili: la rielaborazione del Pontormo

09 marzo 2017 11:03
Torna a Firenze il “tecnico americano” di art/tapes/22: Bill Viola

Con la mostra “Bill Viola: Rinascimento elettronico”, il videoartist Viola torna a Firenze in grande stile, dopo averci vissuto e lavorato per quasi due anni, fra il 1974 ed 1976.

Un evento che vede protagonisti principalmente Palazzo Strozzi e la sua Strozzina, ma anche il Museo dell'Opera del Duomo, il Museo di Santa Maria Novella, le Gallerie degli Uffizi ed il Museo della Collegiata di Sant'Andrea (Empoli), dove sono esposte opere video di dimensioni importanti e di grande effetto.

Fra le opere allestite in Palazzo Strozzi ed a mio avviso più emblematiche, oltre a quella scelta per i manifesti della mostra e per la copertina del catalogo, vi è la sua The Greeting del 1995.

L'opera è una personale rielaborazione della tavola del Pontormo, Visitazione, in questo cordiale incontro fra Maria ed Elisabetta, tratto dai Vangeli, Viola coglie l'emotività degli attimi che precedono e seguono il caloroso saluto fra queste donne.

Come nell'opera di Pontormo, anche in questa il colore delle vesti assume un'importanza di primo piano, catturando l'attenzione dello spettatore e dando grande tridimensionalità e profondità alla scena.

Dall'inizio degli anni '60, fino alla fine dei '70, a Firenze, come nel resto d'Italia e d'Europa, c'è un grande fermento artistico, che vede la nascita di movimenti e gruppi, talvolta anche effimeri, che rifuggono dalle regole non scritte dell'arte, con la volontà di superare un momento storico assai pesante, sia dal punto di vista politico, che sociale.

A partire dal Fluxus e la Poesia Visiva, fino a gruppi che legavano l'arte all'architettura ed il design, come Archizoom, UFO, Superstudio ed altri, il comun denominatore è stato quello di ricercare nuove forme d'arte, una nuova comunicazione artistica.

Viola, in quel breve periodo nella nostra città, si trova in mezzo a tutto questo movimento e ne diventa parte attiva con i suoi primi video e la relazione con gli altri artisti che si muovono in questo panorama. Firenze, grazie anche a Maria Gloria Bicocchi, titolare di art/tapes/22 (la casa di videoproduzione d'artista dove Bill Viola lavorava e gli amici lo chiamavano, appunto, il “tecnico americano”), diventa punto di incontro di svariati artisti internazionali fra i quali Urs Luthi, Dennis Oppenheim, Giulio Paolini, Giuseppe Chiari e tanti altri.

Successivamente a questa ricca esperienza italiana, il giovane artista Bill tornerà negli USA con un bagaglio che lo continuerà ad ispirare anche nei successivi anni ed infatti, con la definizione “Rinascimento elettronico”, non ritroviamo soltanto il titolo di una mostra antologica, ma la caratterizzazione di gran parte delle opere di Bill Viola degli ultimi 20 anni.Accanto ai lavori di Bill Viola sono esposte la "Visitazione" del Pontormo, il "Cristo in pietà" di Masolino da Panicale, "Il diluvio universale" di Paolo Uccello, l'Adamo e Eva di Lukas Cranach e fuori mostra il dialogo tra contemporaneo e antico prosegue con la Maria Maddalena penitente di Donatello e la Pietà Bandini di Michelangelo al Museo dell'Opera del Duomo.La retrospettiva su Bill Viola si apre il 10 marzo e sarà visitabile fino al 23 luglio.

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