Teatro Puccini, presentata la stagione 2014/2015

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Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 luglio 2014 19:19
Teatro Puccini, presentata la stagione 2014/2015

FIRENZE - È stata presentata la nuova stagione teatrale 2014|2015 del Teatro Puccini. 

Ricchissimo il calendario degli appuntamenti. 

Spettacoli in abbonamento

La stagione teatrale 2014/2015 è molto eterogenea e si struttura nei quattro filoni che da sempre caratterizzano la programmazione del Teatro Puccini: satira, prosa, contaminazione tra teatro, danza e musica e infine teatro off. I pacchetti abbonamenti sono studiati per andare incontro alle esigenze degli spettatori e hanno un costo inferiore rispetto a quelli degli scorsi anni, proponendo comunque lo stesso numero di spettacoli e la medesima qualità.

È con uno spettacolo all’insegna della satira che debutterà la stagione: Alessandro Bergonzoni in “Nessi” il 7-8 novembre. Seguiranno quindi Maurizio Colombi in “Caveman” (15 novembre) e il nuovo spettacolo di Paolo Hendel nei panni di Carcarlo Pravettoni in “Come truffare il prossimo e vivere felici” (20-21-22 novembre). Il 27 novembre andrà in scena un monologo satirico di stand-up comedy con Giorgio Montanini e il 5 dicembre Rita Pelusio in scena con “Eva, diario di una costola”, un one woman show dove si ride e si riflette sulla contemporaneità delle donne di oggi. Gioele Dix si propone al pubblico in veste di solista con il recital “Onderòd”, repertorio di monologhi che ironizzano su mode gusti correnti (12-13 dicembre). 

“Non c’è duo senza te” è un happening semiserio a sorpresa con Katia Beni e Anna Meacci (30-31 dicembre); Margherita Antonelli, Alessandra Faiella, Rita Pelusio e Claudia Penoni sono protagoniste di “Comedians” (7 marzo), riflessione seria in chiave comica che parte dal mondo dello spettacolo per diventare metafora della vita. Microband, duo formato da Luca Domenicali e Danilo Maggio, è una delle più conosciute ed apprezzate formazioni di teatro comico musicale a livello internazionale e andrà in scena con “Classica for dummies” il 14 marzo.

Max Paiella andrà in scena il 26 marzo con “Stasera Paiella Per tutti, Offro Io”, un concentrato di pezzi comici, canzoni e personaggi creati all’interno della trasmissione di RadioRai2 “Il Ruggito del Coniglio”, le caricature surreali di personaggi del giornalismo e della politica del programma “Parla con Me” e “The Show Must Go Off”. Chiuderà il filone legato alla satira“Cronache Sessuali”, ovvero il sesso in Italia secondo Antonio Cornacchione (17 aprile).

Ampio spazio è dedicato alla prosa: Edoardo Erba firma “Maratona di New York” con Cristian Gianmarini e Giorgio Lupano (28 -29 novembre), Cesare Bocci è protagonista di “Ospiti”, commedia divertente, cinica ma anche romantica (16-17 gennaio), Nada porta in scena “Scompagine” (29 gennaio), commedia drammatica in cui è protagonista una donna, di età avanzata ma indefinibile, inchiodata a una vecchia poltroncina, personaggio idiosincratico ed eccessivo, sopra le righe e umanissimo.“Chiamalo ancora amore” con Daniela Morozzi e Gianni Ferreri è una esilarante commedia su una coppia arrivata al 25° anno di matrimonio (30-31 gennaio) mentre Marco Columbro e Gaia De Laurentiis portano in scena “Alla stessa ora il prossimo anno”, una delle più famose e amate commedie romantiche scritta da Bernard Slade.

Guascone Teatro propone “Zona torrida” (6 febbraio), di Donato Sannini e Daniele Costantini, spettacolo comico, sagace, brutalmente ridicolo, terribilmente attuale, un fiume di risate e battute con la complicità di un linguaggio coloritissimo.Sergio Assisi e Bianca Guaccero portano in scena il 27-28 febbraio “Oggi sto da Dio”, commedia che con assoluta leggerezza ci fa ridere di noi italiani e della tipicità del nostro carattere; dopo i successi di “Trappola per Topi” e “La tela del ragno”, continua il felice sodalizio della Compagnia Attori & Tecnici con Agatha Christie che porta in scena uno dei suoi titoli più famosi: “Assassinio sul Nilo” (10 marzo).

Gennaro Cannavacciuolo è protagonista in “L’invisibile che c’è”, commovente e al tempo stesso brillante commedia del giovane drammaturgo napoletano Antonio Grosso dove si affronta il tema della morte, in particolare l'imperscrutabile e cinica tragedia rappresentata dalla perdita di un figlio (19-20 marzo). Giuseppe Burschtein e Ugo Caffaz portano in scena l’11 dicembre “Gan Eden Restaurant”, una sorta di sfida fra la cucina ebraica "ashkenazita", quella dell'Europa centro orientale (sostenuta da Burschtein) e la cucina "sefardita" quella di origine spagnola e quella ebraica italiana (sostenuta da Caffaz).

La contaminazione dei generi, insieme alla satira, è peculiarità del Teatro Puccini e in questa stagione diversi sono gli spettacoli che ne sono caratterizzati: Andrea Kaemmerle con I Gatti Mézzi in “Marinati ‘43” (23-24 gennaio), la compagnia di danzatori acrobati Sonics con lo spettacolo “Duum” (12-13 febbraio), i Marlene Kuntz con la compagnia di danza Mvula Sungani in “Il vestito di Marlene” (6 marzo).

Nell’ambito del teatro off si elencano gli spettacoli “92. Falcone e Borsellino vent’anni dopo”, una moderna tragedia classica scritta da Claudio Fava (13 marzo) e “Angelica” di Andrea Cosentino, artista tra i più interessanti degli ultimi anni, che nei suoi monologhi intreccia storie che si aprono in continuazione senza mai concludersi, dando vita a una spirale metanarrativa, carica di una comicità trasversale e intelligente (27 marzo). A fine marzo a grande richiesta torna in scena a 11 anni dal debutto “Fotofinish” con Antonio Rezza di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, spettacolo crudele, surreale in cui il più grande performer contemporaneo vivente, come Rezza ama definirsi, raggiunge l'apice della massima espressione della performance.

Grande attesa per “La merda”, interpretato dalla strepitosa Silvia Gallerano, scritto e diretto da Cristian Ceresoli, che ha vinto il Fringe First Award 2012 al Festival Fringe di Edimburgo; “La Merda” è stato definito un urlo “pasoliniano” contro la società. Protagonista una donna che attraverso un flusso di coscienza espone se stessa, il proprio corpo al pubblico, quasi come una vittima sacrificale. (9 aprile). Dopo il successo portato in scena lo scorso anno “La semplicità ingannata”, ritorna la telentuosa Marta Cuscunà con “È bello vivere liberi”, uno spettacolo per riappropriarci della gioia, delle risate, delle speranze dei partigiani che sono state soffocate dallo sterile nozionismo; lo spettacolo si ispira alla biografia della partigiana Ondina Peteani (24 aprile).

Spettacoli fuori abbonamento

Non comprese nel pacchetto abbonamenti ma non per questo meno interessanti sono alcune proposte teatrali per la prossima stagione: alcuni sono repliche già andate in scena al Puccini nelle passate stagioni, altri sono assoluti debutti. In collaborazione con Antico Teatro Pagliano/Teatro Verdi, il 14 novembre andrà in scena Valjean Il musical, liberamente ispirato a Les Misérables di Victor Hugo, uno spettacolo unico, totalmente originale, forgiato sullo stile delle produzione off internazionali.

A grande richiesta andranno in scena Andrea Muzzi con Massimiliano Galligani in “Italiani veri 2… sempre più mostri” (7 dicembre), Alessia Innocenti in “Bye baby suite” (20-21 febbraio presso il Riva Lofts Hotel) e “I musicanti di Brema” della compagnia residente Catalyst (10 gennaio). Debutteranno sul palco del Puccini “La regina di Saba” di e con Valentina Cenni eStefano Bollani (6 dicembre) e “ViolaPop!” di e con Benedetto Ferrara e Leonardo Venturi (10 aprile), storie tra il surreale, il comico e l’esistenza, in un viaggio alla ricerca della passione, come benzina nel lungo viaggio alla ricerca della felicità con musiche di Orla e Nuto della Bandabardò.

Rinnovo abbonamenti: 3 e 4 luglio e 8 e 11 luglio dalle ore 15.30 alle 19.00 presso la cassa del Teatro.

Gli abbonamenti saranno in vendita a partire da lunedì 14 luglio fino a giovedì 25 settembre presso tutti i punti vendita Box Office e on line sul sito www.boxol.it.

Da venerdì 26 settembre si potranno acquistare gli abbonamenti solo presso la cassa del Teatro Puccini aperta venerdì e sabato dalle 15.30 alle 19.

INFORMAZIONI: 055.362067 – 055.210804

Venerdì 7 e sabato 8 novembre

Progetti Dadaumpa presenta una produzione Allibito

ALESSANDRO BERGONZONI in

NESSI

di e con Alessandro Bergonzoni

regia: Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi

scene: Alessandro Bergonzoni

ufficio Stampa: Licia Morandi

assistenza impianti tecnici: Tema Service

“Nessi”, ovvero connessioni ma anche fili tesi e tirati, trame e reti, tessute e intrecciate per collegarsi con il resto del pianeta. O meglio dell'universo. Perché infatti è proprio questo il nucleo vivo e pulsante del nuovo spettacolo dell'artista bolognese: la necessità assoluta e contemporanea di vivere collegati con altre vite, altri orizzonti, altre esperienze, non necessariamente e solamente umane che ci possono così permettere percorsi oltre l'io finito per espandersi verso un "noi" veramente universale.

Bergonzoni, per questo quattordicesimo spettacolo da lui scritto e interpretato e diretto in coppia con Riccardo Rodolfi, si trova quindi in un'assoluta solitudine drammaturgica, al centro di una cosmogonia comica circondato da una scenografia "prematura", da lui concepita, alle prese con un testo che a volte potrebbe anche essere, e questa è una vera e propria novità, una candida e poetica confessione esistenziale. Senza per questo rinunciare alla sua dirompente visione stereoscopica che è diventata, in questi anni, materia complessa, comicamente eccedente e intrecciata in maniera sempre più stretta tra creazione-osservazione-deduzione.Ma sicuramente i "Nessi" bergonzoniani, e la loro conseguente messa in scena, ci mostreranno quel personalissimo disvelamento, di fatto la vera cifra stilistica di questo artista, che porta molte volte anche grazie ad una risata, dallo stupore alla rivelazione.

Sabato 15 novembre

Theater Mogul presenta

MAURIZIO COLOMBI in CAVEMAN  - L’UOMO DELLE CAVERNE

di Rob Becker

regia di Teo Teocoli

Caveman”, il monologo più famoso al mondo dedicato al rapporto uomo-donna. “Caveman” con Maurizio Colombi per la regia di Teo Teocoli è arrivato in Italia nel 2008 e grazie al passaparola è diventato un cult per decine di migliaia di spettatori che lo hanno visto, lo hanno consigliato agli amici, ci hanno accompagnato il proprio partner. Il testo originale, scritto da RobBecker, è frutto di tre anni di studi di antropologia, psicologia, sociologia, preistoria e mitologia, ed è stato portato per la prima volta sul palco nel 1995 allo Helen Hayes Theatre di New York, diventando il monologo più longevo nella storia di Broadway.

Nel 2000 Caveman è vincitore del Premio Laurence Olivier come miglior spettacolo d'intrattenimento.La versione italiana è interpretata da un sorprendente Maurizio Colombi, conosciuto anche come regista di vari musical e spettacoli teatrali di grande successo (Peter Pan, We Will RockYou, La Divina Commedia, Heidi, Io Odio i Talent Show, Christmas Show, I Gormiti...), che in questo monologo si esibisce rivelandosi un attore comico irresistibile.

“Caveman” continua a riscuotere un successo dietro l'altro diffondendosi a macchia d'olio, come un vero e proprio fenomeno. Basti pensare che lo hanno già visto da 4.000.000 di coppie in tutto il mondo e solo a Milano da oltre 50.000 spettatori negli ultimi 4 anni. A fine serata il pubblico ha a disposizione delle cartoline umoristiche firmate Caveman, un modo divertente per spedire un pensiero e commentare liberamente lo spettacolo.

Da giovedì 20 a sabato 22 novembre

A.GI.DI. presenta

PAOLO HENDEL in COME TRUFFARE IL PROSSIMO E VIVERE FELICI

scritto da Paolo Hendel, Francesco Borgonovo e Marco Vicari

con Paolo Hendel e Carcarlo Pravettoni

musica dal vivo con Ranieri Sessa alla chitarra

Dopo anni di impegno come giornalista televisivo, Carcarlo Pravettoni, l'industriale cinico e baro, non poteva farsi mancare il teatro. Ed eccolo quindi prendere la parola dai palcoscenici italiani per dispensare le sue ricette anti-crisi, elargire pillole di saggezza e insegnare al prossimo tutti i trucchi del mestiere per vivere bene e in pace con se stessi. Come truffare il prossimo e vivere felici è la guida indispensabile per uscire dalla recessione e affrontare le sfide della società globalizzata, per trovare preziose indicazioni su come arredare l'ufficio, scegliere la segretaria, educare i figli, legittimi e no, e licenziare i propri dipendenti.

Più "culturalmente impegnato" di quando, anni fa, fece il suo esordio a Mai dire gol, Pravettoni terrà anche lezioni di letteratura e di alta finanza, a modo suo. Insieme a lui essere disonesti non è mai stato così divertente!

A controbilanciare gli eccessi di Pravettoni, tornato alla ribalta con la trasmissione di Gianluigi Paragone su La7, ci pensa Paolo Hendel, "invitato speciale" di questo nuovo spettacolo, che, prendendo le distanze dalla sua creatura ormai fuori controllo, reinterpreta i classici latini in chiave contemporanea, prende in giro il mondo della pubblicità e ci fa partecipi di un suo personalissimo coming out, che lo porta ad una assai vivace riflessione su omosessualità e eterosessualità.

Insomma, uno spettacolo per tutti i gusti, tutti i luoghi e tutte le posizioni, non solo politiche, anche le più audaci, come direbbe Carcarlo Pravettoni, il vate della nuova imprenditoria.

Non potrete non divertirvi: parola di Carcarlo Pravettoni e di Paolo Hendel, una volta tanto d'accordo!

Giovedì 27 novembre

SOSIA & PISTOIA presentano GIORGIO MONTANINI in NEMICO PUBBLICO

“Nemico Pubblico” è un monologo satirico di stand up comedy. In quanto satirico, mette in evidenza le contraddizioni della nostra società penetrandola come un bisturi, in profondità, e sollecitandone i nervi scoperti. Viviamo in un paese in cui nessuno si assume la responsabilità di quello che succede, l’origine di tutti i mali è sempre da ricercarsi nella tanto vituperata “casta”, ma se, come diceva George Carlin: “la classe politica è il massimo che una società possa esprimere”, forse dovrebbe sorgere il dubbio che la colpa è soprattutto nostra.

La satira da duemila anni sferza il potere con gioiosissima ferocia, e anche questo monologo non fa differenza, ma non prende di mira il classico potere costituito quanto quello rappresentato dall’ipocrisia della società, della gente, del vicino di casa, la nostra. Sesso, suffragio universale, razzismo, capitalismo, fede, catarsi, tutti argomenti osservati da un punto di vista originale che cerca di abbatterne i luoghi comuni, le certezze le convenzioni. Perché “Nemico Pubblico”? Perché mentre assistiamo all’inesorabile declino della comicità televisiva, ammiccante e rassicurante, un monologo che non fa sconti che abbatte gli steccati e mette in dubbio le nostre certezze potrebbe essere percepito come un nemico.

E perché il pubblico, in quanto pubblico e uomo comune, è il nemico di se stesso. Chi fa satira non è migliore di quello che denuncia, non sale su di un piedistallo per puntare il dito e pontificare, ma si sporca le mani. Per questo, in “Nemico Pubblico”, il comedian prende sotto braccio il pubblico e insieme affrontano un viaggio alla ricerca di quel marcio che ci è scivolato dentro e che è l’unica cosa che ci rende tutti uguali.

Venerdì 28 e sabato 29 novembre

ArtistiAssociati in collaborazione con Teatro Stabile delle Marche, AMAT e Comune di San Benedetto del Tronto presenta

CRISTIAN GIAMMARINI e GIORGIO LUPANO in

M A R A T O N A D I N E W Y O R K

di Edoardo Erba

diretto e interpretato da Cristian Giammarini e Giorgio Lupano

luci Mauro Marasà video Massimo Federico

Maratona di New York ha corso più di me, viaggiato più di me, fatto più carriera di me. E ho la sensazione che vivrà molto più di me. Una sensazione che si conferma ad ogni versione che mi capita di vedere. Se poi ne vedo una come quella di Giammarini-Lupano, la sensazione diventa certezza. Lo spettacolo non tradisce il testo originale, ma lo rilegge, lo re-inventa, lo inserisce in una dimensione drammatica nuova. La regia è modernissima, magistrale: passa indenne dai momenti comici, senza sottolinearli e senza averne paura, e arriva diretta al cuore del dramma fondendo incubo e realtà in una sola dimensione, un'unica grande notte stellata.

Notte che gli attori attraversano con una spontaneità che conquista e un'intensità che commuove. Difficile per il pubblico non ridere e non avere i brividi. La prova atletica sul palco è notevole, Lupano e Giammarini non si risparmiano, si partecipa alla loro fatica. La loro corsa è un gesto iperreale e tuttavia compone un disegno preciso, espressivo, rigoroso. Che ipnotizza e coinvolge, lasciandoti alla fine un grumo d'amore e di dolore da portare a casa, da elaborare con calma. Insomma, questa Maratona è un grande piccolo spettacolo che merita di restare nei cartelloni dei teatri per molti anni.

Edoardo Erba

Venerdì 5 dicembre

Terry Chegia presenta

RITA PELUSIO in

EVA DIARIO DI UNA COSTOLA

con Rita Pelusio

regia Marco Rampoldi

scritto con Alessandra Faiella, Marianna Stefanucci, Riccardo Piferi

"E Dio creò la donna...". Eva.

Sì, ma quale Eva? Dopo il successo di "Suonata" e "Pianto tutto" Rita Pelusio torna in scena per dare vita a una figura curiosa e ribelle che si affaccia al mondo con uno sguardo ancora puro, ispirata al "Diario di Eva" di Mark Twain. Eva è un clown, molto lontano dall'immagine della bella, bionda e ingenua a cui l'iconografia ci ha abituati. Un “fou” irriverente che si trova alle prese, prima della storia, con la più grande scelta dell'umanità: accettare le regole o disubbidire. Una trasgressione all'insegna della scoperta, di cui la mela è simbolo: morderla o non morderla? In un misto di consapevolezza e disincanto, Eva si chiede cosa succederà dopo, proiettandosi nella contemporaneità delle donne di oggi. Dalla suora in crisi mistica alla madre di figlio maschio, dalla manager multitasking all'anziana innamorata: umane nella loro imperfezione raccontano il coraggio di chi ogni giorno combatte per la propria felicità.

Perché la diversità manda avanti il mondo.

Perché il paradiso sarà pur perfetto, ma la vita è tutta un'altra cosa.

Giovedì 11 dicembre

GIUSEPPE BURSCHTEIN e UGO CAFFAZ in

GAN EDEN RESTAURANT

Seimila anni di gioie e dolori nella cucina tradizionale ebraica

È una sorta di sfida fra la cucina ebraica "ashkenazita", quella dell'Europa centro orientale (sostenuta da Burschtein) e la cucina "sefardita" quella di origine spagnola e quella ebraica italiana (sostenuta da Caffaz)

Sul palcoscenico Burschtein e Caffaz hanno due cucine davanti (o due tavoli da cucina), una proiezione alle spalle ed il pubblico davanti. Parlano, discutono, commentano le retroproiezioni (fatte di grafica, video e musica che narrano seimila anni di storia ebraica) e si "sfidano" cucinando in diretta. Dovranno -con toni leggeri- convincere il pubblico sulla bontà delle loro rispettive tradizioni. Alla fine sarà il pubblico, assaggiando, a esprimere un parere su questa o l'altra cucina.

Venerdì 12 e sabato 13 dicembre

Bananas presenta

GIOELE DIX in ONDERÒD

di GIOELE DIX

con la partecipazione di SAVINO CESARIO

Nella prima parte di stagione 2014/15 Gioele Dix si propone al pubblico in veste di solista con il recital: Onderòd.

Un repertorio di monologhi che riflettono e ironizzano su mode e gusti correnti, su abitudini e debolezze diffuse, su guasti pubblici e privati, nel segno di quella comicità a tratti feroce che caratterizza il suo stile di scrittura, in altalena costante fra leggerezza e insofferenza.

Una sorta di fotografia dello scombinato paesaggio italiano alle prese con fantasmi vecchi e nuovi: il mito del ritorno alla campagna, l’assenza di senso civico, il salutismo esasperato, l’invadenza diffusa, l’educazione dei figli, la mania del gioco e delle lotterie, l’indisciplina, i disservizi ferroviari e aerei, la ricerca ossessiva dell’amicizia, la schiavitù della furbizia.

E in più, uno speciale capitolo dedicato al personaggio dell’automobilista, aggiornato e rivitalizzato dalla lunga esperienza televisiva, grazie alla quale Gioele Dix ha saputo trasformare una felice intuizione, nata dall’osservazione critica di se stesso al volante, in una maschera contemporanea di grande successo.

A completare la drammaturgia di Onderòd, una serie di brevi racconti originali con commento musicale: “Il concerto diretto da Dio”, “L’uomo che voleva ringiovanire”, “Fortune e sfortune di un uccellino”.

Storie buffe e paradossali (ma non troppo) attraverso le qualiGioele Dix sperimenta le sue doti di affabulatore e autore di apologhi satirici.

In scena Savino Cesario, chitarrista esperto e compositore eclettico, dotato di rara sensibilità nell’accompagnare da anni le performance comiche di Gioele Dix.

Martedì 30 e mercoledì 31 dicembre

KATIA BENI e ANNA MEACCI in

NON C’E’ DUO SENZA TE

Happening semiserio, con coinvolgimento del pubblico.

Eccole di nuovo! Katia Beni e Anna Meacci tornano insieme, con un happening a sorpresa, nella formula a due che tanto successo ha riscosso nel fortunato sodalizio con lo spettacolo Ticket & Tac e nelle dimostrazioni del Laboratorio di Teatro Comico che le ha viste protagoniste in scena con i loro allievi nelle esilaranti serate dal titolo Piccole conferenze sulla comicità.

Le due attrici toscane, nonché due amiche dentro e fuori scena, hanno deciso di ripresentarsi in coppia anche stavolta, per una serata speciale in cui giocare con pubblico, coinvolgendolo attraverso improvvisazioni, sketch di repertorio in assolo o in duo, fino a mettere in scena un piccolo ed inedito evento: un quadro sulla cattiveria che vede protagoniste due donne non più giovani, grette, pettegole, razziste che da un terrazzino del centro di Firenze puntano il loro bieco sguardo sul mondo, dando sfogo al loro sarcasmo sui fatti della vita.

Considerate giocolieri della risata, caratterizzate ciascuna dal proprio stile e dal proprio modo di fare ridere partendo chi dalla testa, chi dalla pancia, Katia ed Anna sapranno stimolare tutti i punti erogeni della risata, con un ritmo scandito dal cuore. Due veri e propri clown, che sanno farsi da spalla a vicenda rendendosi irresistibili agli occhi del pubblico.

Venerdì 16 e sabato 17 gennaio

CESARE BOCCI, ELEONORA IVONE e MARCO BONINI in

OSPITI

di Angelo Longoni

“Ospiti” è una commedia divertente, cinica ma anche romantica. I tre protagonisti vivono l’amore come la più impegnativa delle loro attività, sia che lo inseguano, sia che lo fuggano, sia che lo sminuiscano.

Alla base dei loro comportamenti c’è la convinzione che, quando si è innamorati, ognuno dia contemporaneamente il meglio e il peggio di sé.

C’è sempre qualcosa di decisamente comico nell’amore, soprattutto dal punto di vista di chi lo osserva dall’esterno. Lo spettatore, riconoscendo come proprie alcune caratteristiche dei personaggi, comprende che anche i suoi comportamenti possono essere buffi o ridicoli.

L’amore ci rende tutti vulnerabili, nudi, teneri, ciechi, oppure eccessivamente guardinghi, sospettosi, aggressivi… insomma, l’amore aumentando i pregi e i difetti delle persone, mescolando i caratteri e generando conflitti ci rende per forza di cose anche comici.

“Ospiti” però si focalizza anche su un fenomeno purtroppo sempre più diffuso in questo periodo: la violenza che subiscono le donne da parte dei loro ex “innamorati”. In questa commedia c’è la volontà di denigrare la psicologia di questi “carnefici” mettendola alla berlina. L’uomo violento infatti è impulsivo, infantile, fragile, è incapace di sopportare privazioni, dolori e frustrazioni e, proprio per questo, è anche molto ridicolo.

Le persone adulte si distinguono dai bambini perché rispondono ai rifiuti e alle delusioni metabolizzando il proprio vissuto attraverso il superamento del dolore.

Il violento è come un bambino: picchia e poi si prostra per chiedere perdono. Giura che non lo farà più, promette di cambiare, di non essere più cattivo, poi ci ricasca. E’ ambivalente e inaffidabile. Confonde il desiderio sessuale col diritto di essere corrisposto. Non sa tenere a freno la propria sessualità e la impone. Non ha alcuna stima della sua donna ma le giura amore eterno. Insomma, se non fossimo di fronte a un delinquente vero e proprio, scambieremmo il suo identikit con quello di un attore talentuoso in grado di recitare una parte e il suo contrario nel giro di pochi secondi, un istrione manipolatore.

Quella dell’uomo violento è la tragedia di un personaggio ridicolo, la virilità ostentata che schiaccia la femminilità è una storia di debolezze penose, è la storia di un bambino che nel mezzo di un capriccio spezza il giocattolo più amato.

Venerdì 23 e sabato 24 gennaio

ANDREA KAEMMERLE con I GATTI MÉZZI in

MARINATI ‘43

Con Tommaso Novi, Francesco Bottai e Andrea Kaemmerle

Dopo il grande successo dello scorso anno torna, il trio Gatti Mézzi e Andrea Kaemmerle e propongono al pubblico utopico“Marinati 43” il nuovo spettacolo in cui se la giocano alla pari viaggi epici attorno al globo, con carichi di patate e vini turchi, amori conquistati e poi abbandonati, come la triestina Ilona, sbronze da marinai disperati, avanzi di cibo, riproposti in grande stile e le giornate ultra-pianificate delle navi da crociera, dove si va ovunque ma non si vede niente.

Tra canzoni, scherzi, aneddoti, leggende e deliri assisterete ad un viaggio dove “molto alto” e “molto basso” si intrecciano. Un affresco divertentissimo dove poesia e slogan da sottosviluppati si alleano per rendere un omaggio commosso, quanto divertito al mare e alle sue storie.

Ci vediamo al porto della meravigliosa e incantevole Marsiglia, siate puntuali per partire anche voi con Bugia, Marcello e Meti.

Giovedì 29 gennaio

FUORIVIA PRODUZIONI presenta

NADA in

SCOMPAGINE

di Nada Malanima

luci e oggetti scenici di Andrea e Massimo Violato

costumi di Antonio Marras

regia di Alessandro Fabrizi

"... nel chiuso di una stanza, una donna è in attesa di un'operazione che dovrà cancellare dalla mente e dagli occhi la visione di un'altra lei, la sua confidente allucinazione con cui ha da sempre un rapporto di affetto e ostilità". Così scrive Nada Malanima ad incipit del suo "Scompagine", un monologo (o è un dialogo? o è un soliloquio?) che anche chiama: "commedia drammatica". Sulla scena, una donna, di età avanzata ma indefinibile, inchiodata a una vecchia poltroncina (evidentemente la sua, la sua preferita).

Si chiede, e ci chiede: dove sono?

E poi inizia a raccontare, tra se e Sè - letteralmente, in dialogo con una Se Stessa che ama e detesta.

Scorrono così le vicende di una storia, una vita, la sua: amori e terrori, il padre di sua figlia e l'Uomo Nero (anzi, ben quattro uomini neri!), viaggi reali e viaggi immaginari, un "matrimonio spento", le cure, gli ospedali, le osservazioni sbrigative degli "psicoqualcosa"... Sì, perché presto ci accorgiamo che questa donna non appartiene alla categoria dei "sani di mente", ma è parte di quegli "organismi studiati per essere capiti" e che troppo spesso vengono annientati. Lei invece ce la fa: seduta sulla sua poltroncina motorizzata, conquista la scena e vi scorrazza, mettendoci a confronto con una vita vissuta, dentro e fuori, pericolosamente, gioiosamente, ineluttabilmente...

Lei, dice, è in attesa della "neuroleptoanalgesia" che la libererà della se Stessa che la importuna.. E' un caso clinico, senz'altro. Ma noi capiamo. Sentiamo che racconta - estremizzando - un punto nevralgico del nostro essere al mondo, un esserci sempre per lo meno in due: i nostri pensieri e l'io che li ascolta.

Come finirà lo scontro? Davvero l'altra lei verrà sacrificata? O verrà infine e in fondo accolta in una profonda percezione della complessità di ciò che essere è? La donna si chiede e ci chiede: è preferibile essere sani ma sentirsi malati o essere malati ma sentirsi sani?

NOTA DI REGIA

Con il suo testo "SCOMPAGINE" Nada si offre un'occasione ghiotta: la vera e propria creazione di un personaggio, idiosincratico ed eccessivo, sopra le righe e umanissimo. A me ha subito fatto pensare a certi personaggi di Beckett, di cui mi pare proprio parente.

E offre al publico la possibilità di fare conoscenza con questa donna staordinaria, che ci confronta con domande indimenticabili, con fantasie più che condivisibili e una immaginazione che rende vibrante tutto ciò che tocca, tutto ciò che sente o vede.

Una vita vissuta e raccontata in un tono più acuto, ideale per la scena, per un teatro che voglia mostrare quel che tendiamo a nasconderci e ci dia l'occasione di aprire la nostra mente al mistero e il nostro cuore alla compassione per la creatura umana, questo curioso organismo da studiare per essere capito...

Alessandro Fabrizi

Venerdì 30 e sabato 31 gennaio

una produzione Andrea Maia Teatro Golden e Vincenzo Sinopolipresentano

GIANNI FERRERI, DANIELA MOROZZI e EMANUELE PROPIZIO e GIULIA MARINELLI in

CHIAMALO ANCORA AMORE

di Augusto Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia, VincenzoSinopoli

regia di Toni Fornari

“Chiamalo ancora amore” è la storia di una coppia “affiatata” alla vigilia delle nozze d’argento. Hanno un figlio laureato che “non schioda” da casa con una fidanzata “stravagante” e 2 I Pad.Proprio alla vigilia del 25° anniversario di matrimonio, il figlio scopre che il padre e la madre, l’uno all’insaputa dell’altra, intrattengono una relazione sentimentale via chat e che proprio quella sera, inventandosi reciproci impegni di lavoro, dovranno incontrare per la prima volta i loro “amanti virtuali”!

Una esilarante commedia che, ribaltando i ruoli, costringe un figlio ad inventare un piano diabolico per impedire il pericoloso incontro e salvare ad ogni costo il matrimonio dei suoi adorati genitori.

Gianni Ferreri napoletano è il Giuseppe Ingargiola di “Distretto di Polizia”. Fin da bambino si avvicina al teatro e alla musica. Lavora con attori come Lia Tanzi, Giuseppe Pambieri, Mario Scarpetta, Mario Merola, Isa Danieli. Tanti i suoi lavori in teatro,televisione e cinema. Tra i suoi fil cinematografici: Auguri professore di R. Milani; L’ultimo Capodanno di M. Risi; L’amore non ha confini di P. Sorrentino; Incantesimo Napoletano di L. Maniero e P. Genovese. In Tv ha lavorato in: Piper di F. Vicario;La Squadra di A. Peyetti; Suonare Stella regia di G. Nicotra.

Daniela Morozzi è conosciuta dal grande pubblico per aver interpretato, per 10 anni, Vittoria Ingargiola nella serie cult “Distretto di Polizia”. Attrice teatrale, fa parte dal 1988 della Lega Italiana Improvvisazione Teatrale di cui dal 1993 è anche insegnante e direttrice artistica. Tra i suoi lavori: Ovosodo e Baci e abbracci di Paolo Virzì; Ritorno a casa Gori di Alessandro Benvenuti.

Emanuele Propizio attore di cinema e televisione dove è Lucio Pregoni nella fiction Mediaset “I liceali”. Al cinema è interprete di: “Mio fratello è figlio unico” di Daniele Lucchetti; “Grande grosso e Verdone” di Carlo verdone; “Natale a Rio” e “Natale aBeverly Hills” di Neri Parenti; Manuale d’amore 3” di Giuseppe Veronesi e in “La mossa del Pinguino “ di Claudio Amendola.

Mercoledì 4 e giovedì 5 febbraio

TiesseTeatro presenta

MARCO COLUMBRO e GAIA DE LAURENTIIS in

ALLA STESSA ORA IL PROSSIMO ANNO

Alla stessa ora il prossimo anno, commedia di Bernard Slade, è stata prodotta per la prima volta nel 1975 ed è stata rappresentata per ben quattro anni consecutivi a Broadway. E’ forse la più famosa ed amata commedia romantica del ventesimo secolo, ed è stata considerata la migliore fra tutte quelle a due personaggi, che hanno inondato le scene di Broadway. E’ diventata un film di successo e resta una delle commedie più prodotte nella storia dello spettacolo.

In Italia la prima edizione è stata prodotta da Garinei e Giovannini nel 1978 con Enrico Maria Salerno e Giovanna Ralli, poi una seconda edizione del 1989 con Ivana Monti e Andrea Giordana. Nel 2001 la coppia Marco Columbro (nel 2002 verrà sostituito da Gianfranco Iannuzzo) e Maria Amelia Monti registra ovunque il tutto esaurito.

George è fuori casa per lavoro. Doris è fuori casa per un ritiro spirituale. Sono al ristorante, lui la nota e le manda una bistecca. Si, certo, alle signore si mandano fiori ma quel ristorante è rinomato per le bistecche non per i fiori. Comunque i due finiscono in quella camera di motel californiano come per caso. Entrambi sposati con figli, entrambi benpensanti. La mattina dopo si ritrovano oppressi da un devastante senso di colpa. Tanto devastante che decidono di rivedersi. Il prossimo anno, lo stesso giorno, la stessa ora, stesso motel, stessa camera.

E poi l’anno dopo, e poi l’anno dopo ancora. Anno dopo anno. Si sa come sono gli amanti, specie se si amano, ritengono se stessi e il loro amore il centro dell’universo. Là fuori scorre la storia, là fuori fanno la guerra, là fuori crollano idoli e ne sorgono di nuovi, là fuori muore la gente, ma là fuori... Qua dentro ci siamo solo noi due. I nostri figli erano bambini, ora sono donne e uomini. Mia moglie invecchia, mio marito invecchia, e noi non invecchiamo? Noi no, invecchiare è una cosa che capita agli altri, a quelli che stanno al di là della porta del motel.

Chiudi la porta e il tempo smette di passare. Gli dice Lei: “ci conosciamo da così tanto tempo che comincia a sembrarmi un incesto”. Le risponde Lui: “Tanto tempo? A un giorno l’anno ci conosciamo da una ventina di giorni, abbiamo si e no rotto il ghiaccio”. Come finirà? Non finirà... Andrà avanti... Giovanni De Feudis

Venerdì 6 febbraio

GUASCONE TEATRO in

ZONA TORRIDA

di Donato Sannini e Daniele Costantini

adattamento e regia di Andrea Kaemmerle e Riccardo Goretti

con Andrea Kaemmerle, Riccardo Goretti e Adelaide Vitolo

TORQUATO: Anatrone, a lascià quelle maiale, s’è fatto 12 ai’totocalcio!

ANATRONE: Come 12? 13!

TORQUATO: No, no. 12.

ANATRONE: E perchè?

TORQUATO: Lo so io.

Torquato e Anatrone non escono più di casa. Da chissà quanto. Passano la maggior parte del tempo sdraiati su due lettacci, e quando faticosamente si tirano su divorano panini inverosimili, discutendo se sia meglio imbottirli di Simmenthal o di Manzotin. Sono entrambi divorziati. Le ex mogli, “quelle maiale”, lontane, antipatiche, incomprensibili per i loro occhi di bestia, si fanno vive solo per ingiunzioni tramite i loro avvocati.

Torquato e Anatrone non ce la fanno più, dicono. Accendono la televisione, ma odiano tutto quello che viene trasmesso. Discutono di politica e di parmigiano, e poi si ributtano sui loro letti.

La stanza di Torquato e Anatrone è un deserto secco, una pozza di polvere, una camera a gas. La vita di Torquato e Anatrone è una zona torrida.

Tra “Berlinguer ti voglio bene” e “Aspettando Godot”, i due, che definire antieroi è davvero troppo troppo poco, conducono un’esistenza ai limiti del tragicomico, esilarante per troppo squallore, chiusa a doppia mandata dall’interno… finchè, proprio quando tutto sembra perduto, il mondo esterno offre una flebile speranza a Torquato e Anatrone, una speranza che ha le sembianze di Guendalina, fresca e avvenente cugina di uno di loro…

Che cos’è Zona Torrida? Il testo di Sannini e Costantini, nel 1984, ha realizzato solo 30 repliche, con Sannini stesso nei panni di Anatrone, e l’indimenticabile Carlo Monni in quelli di Torquato. Poi, gli eventi ci hanno strappato via questo capolavoro da davanti gli occhi. Oggi, ci sembra giusto che, finalmente, questo spettacolo viva. Esista. Non lo facciamo per noi, né per loro. Lo facciamo per voi.

Chi è Donato Sannini? Primo regista di Monni e Benigni durante la loro avventura romana, drammaturgo, autore surreale e pungente osannato dalla critica, cofondatore del teatro Alberico, attore di grande carisma. Morto a soli 38 anni (“di disagio” come soleva dire l’amico Monni). Completamente dimenticato.

Qualche anno fa, la Titivillus Editrice ha dedicato a Sannini il volume “Chi Dio? La poesia? Misteriosamente – poesie e teatro di disperata attualità”, a cura di Andrea Mancini, pubblicando tutti i testi di Donato corredati con interventi critici di Cordelli e del compianto Garrone, e scritti in forma di ricordo di Roberto Benigni, Laura Morante, Lucia Poli, Carlo Monni, Sandro Schwed e molti altri. Da questa opera abbiamo inteso trarre questo spettacolo. Per omaggiare il nostro stesso passato, al quale siamo legati a doppio filo. Per omaggiare Donato e Carlo. Ma soprattutto per divertirci, come hanno sempre fatto loro, e, speriamo, per far divertire chi verrà a vederci.

Quando un albero raro ed inimitabile muore , si deve sperare che dalle sue radici spunti ancora nuova linfa, si devono conservare gli ultimi frutti e proteggere gli ultimi semi. In Zona Torrida c’erano due uomini da leggenda, Donato Sannini e Carlo Monni, due artisti fortemente anarchici e geniali.

Con Carlo ho condiviso moltissimi spettacoli ed ancora più cene. Notti condite di risate, pianti e deliri. Mattinate fatte di camminate interminabili e pisciate furtive. Quei semi lui li aveva visti e coltivati in me apparendo in una casa buia 18 anni fa , dicendomi “sei precoce ragazzo e nemmeno troppo malato, tu sei piuttosto sano di mente”. Io li rivedo fortemente in Riccardo Goretti, uno dei pochi nuovi attori totalmente fuori dalla banalità, animale di razza ed abbastanza sano anch’esso.

Perchè si sa, Dio o chi per lui ha sbagliato equilibri nella costruzione dei geni, li ha creati con l’anima smisuratamente più robusta del fegato , è lì che tutti si rompono.

Piantando e coltivando questi semi voglio mantenere un vizio. Voglio coccolare quel disordine che tanto mi ha commosso e che mi ha fatto entrare nel mondo di un uomo struggente ed a struggimenti m’ha iniziato. (Andrea Kaemmerle)

Giovedì 12 e venerdì 13 febbraio

Equipe Eventi presentano

SONICS in

DUUM

Creato e diretto da: Alessandro Pietrolini

Testi e regia di: Antonio Villella e Alessandro Pietrolini Costumi di: Ileana Prudente e Irene Chiarle

Luci ed effetti speciali: Niki Casalboni Produzione e distribuzione: Fanzia Verlicchi per Equipe Eventi

Acrobati: Claudio Bertolino, Viola Cappelli, Irene Chiarle, Giorgio Richetta, Micol Veglia, Lucio Rizzi, Federica Vaccaro Attore: Antonio Villella

Pensato e creato insieme a: Ileana Prudente, Claudio Bertolino, Viola Cappelli, Irene Chiarle, Giorgio Richetta, Micol Veglia, Lucio Rizzi, Federica Vaccaro, Antonio Villella

Dopo gli enormi successi riscossi in tutta Italia nelle prime due tournée teatrali e dopo la partecipazione al FESTIVAL FRINGE di EDIMBURGO il prossimo mese di Agosto, per la Stagione 2014/2015 torna a grande richiesta nei teatri lo spettacolo DUUM della compagnia italiana di acrobati SONICS, che giunge così alla sua quinta tournée teatrale (la seconda con DUUM). Nei teatri italiani a partire da Ottobre, DUUM avrà anche una nuovissima “veste” musicale, con brani inediti firmati dal compositore e musicista Sergio Mari.

Un team di straordinari acrobati danzatori guidati dall’architetto Serafino raccontano la storia degli abitanti di un regno sotterraneo ostile e i loro tentativi di riconquistare il mondo perduto della superficie. “DUUM” è infatti il rumore di un salto, quello che Serafino e i suoi compagni di avventura cercano di compiere nel tentativo di abbandonare per sempre le viscere della Terra.

La storia di DUUM diventa così metafora di un viaggio alla scoperta della felicità: i racconti di Serafino daranno vita ad unsusseguirsi di quadri scenici dove acrobazie aeree mozzafiato, performance atletiche di grande grazia e potenza, insieme a giochi di luce e ad effetti speciali, condurranno grandi e piccini nei luoghi di un mondo mitico, del quale potranno rivivere i colori, le regole, i ritmi e gli equilibri.

Venerdì 27 e sabato 28 febbraio

SERGIO ASSISI e BIANCA GUACCERO in

OGGI STO DA DIO

Tre uomini, Ambrogio, Pietro e Gennaro, vengono convocati, per un motivo di cui non sono al corrente, da un’entità non meglio definita in un luogo evidentemente irreale. Li riceve una Segretaria che appare piuttosto bizzarra e scarsamente accogliente. I tre danno subito libero sfogo ai loro caratteri ed evidenziano i rispettivi difetti. Prima che la cosa travalichi i confini della civiltà, la Segretaria informa i tre Santi (perché i tre uomini sono Sant’Ambrogio, San Pietro e San Gennaro) che il Signore Iddio li ha convocati per sottoporli a una serie di test onde comprendere la loro capacità di sostituirLo nel caso Egli voglia prendersi una pausa dai Suoi affanni divini.

Soprattutto, devono dimostrarGli di essere in grado di collaborare per un fine comune. Ai tre Santi non resta che mettere da parte i difetti nazionali e tentare di risolvere tre casi esemplari di "italianitudine" che Dio propone loro. Se non ci riusciranno, il prezzo del loro fallimento sarà altissimo: l'Italia e gli italiani verranno cancellati dalla faccia della Terra, perché sia di monito per tutti gli esseri umani rimasti. I Santi hanno solo il secondo atto per riuscire a evitarlo. Ce la faranno? 

Una commedia che con assoluta leggerezza ci fa ridere di noi e della tipicità del nostro carattere per poi condurci a una sorprendente soluzione. Perché gl’italiani, si sa, quando vogliono davvero perseguire uno scopo sono capaci di tutto, perfino di essere migliori di come sembrano.

Venerdì 6 marzo

CRDL – Residenza delle Contaminazioni Coreutiche,ZONAFRANCA SPETTACOLO - Teatro Lyrick Assisi e Mauro Giannelli Eventi presentanoMVULA SUNGANI company eMARLENE KUNTZ live in“IL VESTITO DI MARLENE”la DANZA incontra il ROCKcon DANZAEmanuela Bianchini – stella internazionaleed i solisti della Mvula Sungani CompanyMUSICA LIVECristiano Godano – voce e chitarraRiccardo Tesio – chitarraLuca Bergia – Batteriacoreografie Mvula Sunganimusiche e testi Marlene Kuntzsoggetto Tom Cardinalidrammaturgia Mvula Sungani / Paolo Cardinali

Lo SPETTACOLO

Il CRDL Residenza delle Contaminazioni Coreutiche in collaborazione con il Zona Franca Spettacolo, hanno dato vita ad un progetto innovativo che traccia i contorni di un garbato profilo muliebre dal titolo “Il Vestito di Marlene” la DANZA incontra il ROCK.La nuova produzione, nata da una residenza multidisciplinare al Teatro Lyrick di Assisi, fonda le sue basi sudue elementi portanti la Physical Dance ed il Rock, forza e poesia di due anime artistiche da sempre all' avanguardia: la Mvula Sungani Company ed i Marlene Kuntz.

Un cast d'eccezione che propone sul palco Emanuela Bianchini ed i solisti della Mvula Sungani Company uniti ai Marlene Kuntz per un opera simbiotica coreografata da Mvula Sungani su soggetto di Tom Cardinali e drammaturgia dello stesso coreografo e di Paolo Cardinali."Il Vestito di Marlene" è tanto la veste di seta che accondiscende le flessuosità di un corpo femminile quanto la pelle che le costringe, le vessa o in estrema sintesi i lividi, lascito di un rapporto possessivo a farle da vestigia.

Dalle muse delle notti insonni dei poeti alle prostitute complesse, spigolose, profonde di EgonSchiele. Da Marlene a Marlene senza che Marlene sia mai la stessa. Una sorta di intima esposizione che attraverso il ponte metaforico del vestito cuce lo sviluppo dello spettacolo ai fianchi partendo dalla mente, in una sintesi ammaliante, a tratti lisergica e corporale attraverso il viatico della fisicità della danza di MvulaSungani dritto alla poetica dei Marlene kuntz, carezzandola, al petto cingendola.

Due anime, la danza e la musica, che si alternano nel ruolo di modella e sarto, di musa e cantore, alcove di un'anima comune. Un "Flash nevrotico" o una quiete ammaliante, confortante. Un passaggio/transito degli stati d'animo vittime del concetto tempo/umori. Un ritratto di donna che si esaurisce in un gemito tanto quanto di quella capace di protendere all'eterno.Il filo conduttore dello spettacolo è la figura femminile in tutti i molteplici aspetti che la contraddistinguono. Figura alla quale spesso non si rende adeguata giustizia ma che altrettanto spesso si impone quale fonte di ispirazione.

Protagonista assoluta dell'arte che non può trovare rappresentazione migliore, tenuto conto chiaramente anche di arti quali pittura e scultura, che nella danza e nella musica. Espressioni artistiche che grazie al loro dinamismo favoriscono l'interazione ed il coinvolgimento emotivo dello spettatore, estremamente funzionali all'esplicazione del concetto senza che venga meno il fondamentale aspetto della cura dell'estetica con la spettacolarità e la godibilità che inevitabilmente ne deriva. La particolarità del progetto sta nel fatto che, cosa senza precedenti nell'ambito della danza contemporanea e della musica rock, sia i danzatori che la band saranno presenti in scena.

Generalmente, in progetti similari, la musica è solamente un supporto registrato funzionale alla coreografia. In questo caso le due espressioni artistiche si fondono dal vivo dando alla rappresentazione un corpo, una forza ed un'anima che altrimenti verrebbero meno. Le melodie ammalianti, tanto quanto le sonorità acide e disturbate dei Marlene Kuntz, in una simbiosi perfetta con la fisicità e la grazia della MvulaSungani Company. Le molteplici sfaccettature dell'attività che entrambi portano avanti con successo ormai da anni consentono di avere una veduta a 360° dell'universo femminile.

Permettono non solo, al fruitore, di godere di un'immagine complessiva e soddisfacente del tema trattato nonostante la sua complessità, ma lo ammalierà con sfumature e prospettive che generalmente non si è usi contemplare. Il progetto ha l'ambizione di rappresentare una proposta innovativa per il panorama culturale italiano, di ampliare le vie di comunicazione, allargare l'orizzonte dell'espressione artistica portandola ad una dimensione più compiuta.

Sabato 7 marzo

MARGHERITA ANTONELLI, ALESSANDRA FAIELLA, RITA PELUSIO, CLAUDIA PENONI in

COMEDIANS

testo Trevor Griffiths

regia Renato Sarti

con Margherita Antonelli, Alessandra Faiella,

Rita Pelusio, Claudia Penoni,

Pia Engleberth e Rossana Mola

Restare fedeli ai propri ideali o tradire gli insegnamenti ricevuti per o ttenere successo?

Questo il dilemma che anima “Comedians”, riflessione seria in chiave comica che parte dal mondo dello spettacolo per diventare metafora della vita. Il testo, scritto dal drammaturgo britannico Trevor Griffiths nel 1975, ci presenta un gruppo di aspiranti comici, allievi di un ex attore impegnato politicamente, alle prese con il provino che potrebbe cambiar loro la vita. Ad esaminarli sarà un pezzo grosso dello show business, nonché una vecchia conoscenza del loro insegnante, che con lui condivide un passato da comico ma non ce rto gli stessi gusti artistici.

Il tutor, una sorta di Dario Fo che non ha conosciuto il successo, è portavoce di una comicità graffiante, che vuole incidere sulla realtà affron tando temi di carattere sociale; il talent scout, al contrario, vede nella comicità il puro svago che non deve impensierire il pubblico. Tanto idealista è il primo, quanto pragmatico è il secondo, capace di dire “non siamo missionari, siamo dispensatori di risate”. Quando fu messo in scena dal Teatro dell’Elfo nel 1985, nella storica edizione diretta da Gabriele Salvatores, “Comedians”anticipava problematiche e temi che nel nostro Paese sarebberodiventati dirompenti con l’accrescersi d’importanza delle televisioni private e il conseguente obnubilamento di massa.

Lo spettacolo ebbe uno straordinario successo e il suo gruppo, composto da artisti giovanissimi e allora quasi sconosciuti, tra cui Paolo Rossi, Claudio Bisio, Silvio Orlando, Antonio Catania,Bebo Storti, Gino e Michele, contribuì all’affermazione dell’anima comica di Zelig che, nato come piccolo cabaret inperiferia, avrebbe poi dato vita all’omonimo programma televisivo record d’ascolti.

Riproporre oggi, a trent’anni di distanza, quella stessa versione diComedians rischierebbe di risultare meno incisivo. Son cambiati i tempi. Da questa ultima riflessione è nata l’idea di innovare completamente la messa in scena dello spettacolo facendolo interpretare da un gruppo, affiatatissimo, di attrici, per offrire al pubblico una versione assolutamente inedita, completamente al femminile. Margherita Antonelli, Alessandra Faiella, Rita Pelusio e Claudia Penoni, attrici comiche di grande spessore e amatissime dal pubblico, che le ha applaudite nel recentissimo successo “Stasera non escort”, saranno le “aspiranti comedians”, affiancate dalle bravissime Pia Engleberth, attrice di teatro e cinema, e Rossana Mola.

Poco importa sapere chi resterà fedele ai propri ideali e chi tradirà gli insegnamenti ricevuti per ottenere successo, di certo c’è che a vincere sarà la comicità che fa pensare. Il tipo di comicità a cui ci ha abituati Renato Sarti, che fece parte di quella storica messa in scena e che, con spettacoli come “Nave fantasma”, “Io santo tu beato”, “Ritter, Dene, Voss”, in questi ultimi anni ha proposto un teatro popolare che cerca di svelare le lacerazioni della società e della vita anche tramite la risata e lo sberleffo.

Martedì 10 marzo

Attori & Tecnici presentano

ASSASSINIO SUL NILO

Traduzione di Edoardo Erba

con Viviana Toniolo, Annalisa di Nola. Stefano Messina, CarloLizzani, Roberto Della Casa, Claudia Crisafio, Elisa di Eusanio, Sebastiano Colla, Viviana Picariello, Luca Marianelli

regia di Stefano Messina

Scene Alessandro Chiti

Costumi Isabella Rizza

Luci Emiliano Baldini

Dopo i successi di Trappola per Topi e Tela del ragno, continua il felice sodalizio della Compagnia Attori & Tecnici con Agatha Christie che porta in scena uno dei suoi titoli più famosi: Assassinio sul Nilo.

Scritto nel 1946 e tratto dal romanzo omonimo pubblicato dieci anni prima, Death on the Nile rappresenta uno dei testi più noti e apprezzati della giallista inglese, come testimonia anche il film di grande successo del 1978 con protagonisti, tra gli altri, Peter Ustinov, Bette Davis e Mia Farrow.

Un ritmo serrato e una tensione continua, dove gelosia e denaro, passione e vendetta e l'epilogo davvero inaspettato, regalano a tutti gli appassionati del giallo uno spettacolo ricco di suspense e a tutti gli appassionati di teatro una commedia noir ironica e raffinata con un’Agatha Christie al meglio di sé.

Venerdì 13 marzo

BAM teatro con il sostegno del Comune di Cagliari e di XXXVII Cantiere Internazionale D'arte di Montepulciano, Festival L'Opera Galleggiante presenta

NOVANTADUE Falcone e Borsellino, 20 anni dopo

di Claudio Fava

testo inedito-novità italiana

con Pierluigi Corallo, Antonio Fazzini, Ugo Giacomazzi, Rosario Lisma

regia di Marcello Cotugno

Novantadue è una moderna tragedia classica. Suo malgrado.

La modernità è nei fatti, nel titolo che scandisce la nostra ridottissima distanza (solo temporale, perché nei fatti c'è già un universo a separarci) dalla storia che mette in scena.

La sua classicità è nella dimensione epica, consapevolmente eroica, dei suoi protagonisti: sarebbero piaciutia Sofocle, Falcone e Borsellino.

Lo si potrebbe peraltro credere un testo di denuncia: Novantadue - o meglio, il 1992 - è stato un anno orribile

della nostra storia, iniziato peraltro con la pronuncia da parte della Cassazione della sentenza storica e definitiva di condanna che chiuse di fatto il Maxi-processo.

Invece, Novantadue è soprattutto, sorprendentemente il racconto di una doppia solitudine. Che si staglia sullo sfondo di una fase epocale della nostra storia repubblicana, ma sempre solitudine umana resta. E' il racconto di due uomini abbandonati da quello Stato che hanno giurato di servire.

Due volti che in Novantadue tornano persone, dopo essere stati trasformati in icone.

Oggi li troviamo fotografati e riprodotti dappertutto, dalle aule di tribunali agli interni delle macellerie.

Fino al paradosso: una loro foto compare persino in quel circolo Arci di Paderno Duniano dove il 31 ottobre

del 2009 i boss delle ‘ndrine si sono riuniti per eleggere il nuovo capo della ‘ndrangheta lombarda.

Ma erano - e non dobbiamo dimenticarlo - uomini, che lo Stato ha lasciato soli, a consumarsi ed immolarsi in

una tragedia assolutamente annunciata.

E fuori dalla retorica celebrativa che si è affannata a piangerne l’eroico sacrificio, di loro non si è forse mai veramente parlato. Della loro umanità, delle loro passioni, delle loro piccole ostinazioni. Delle paure con cui hanno convissuto fino all’ultimo, del rigore dei loro pensieri, di quel senso dello Stato altissimo, non negoziabile, con cui ogni giorno servivano il Paese. Delle loro ore insonni o dei 200 e più caffè consumati (e

messi in conto) durante il soggiorno di sicurezza al carcere dell’Asinara, quando erano “reclusamente” intenti a preparare il Maxi-processo.

Una storia del genere non si può raccontare con la retorica.

Per questo il nostro spettacolo trova la sua cifra estetica nell’essenzialità, funzionale a uno scavo profondo nell'intimità di due esseri umani.

A innescare sulla scena il contradditorio narrativo con Falcone e Borsellino, altri due personaggi: un collega magistrato e un mafioso comune. Il primo è il nemico che si cela dentro casa, è la zona grigia, è il terreno della contraddizione, dove crolla ogni rassicurante steccato tra il bene e il male. Il secondo è un mafioso, uno che abbassa la testa ed esegue gli ordini, ma che si è rifiutato di eseguirne uno: uccidere Paolo Borsellino.

Tutti i codici che circondano la recitazione degli attori sono dismessi: luci scarne e scenografia minimale ricordano un teatro povero, di ispirazione kantoriana. Ed ecco che bastano pochi elementi (come già nelle intenzioni dell’autore) - un tavolo, delle sedie - per mettere in scena la tragedia di due uomini comuni, chiamati dalla propria indole testarda a una missione straordinaria quanto impossibile: ripulire la Sicilia (e l’Italia) dalla mafia. Pochi altri segni ricostruiscono per accenni l’universo e la gestualità dei due personaggi.

Tutto, anche la musica (le note sussurrate di Nils Frahm, gli archi implacabili di Olafur Arnalds, le elaborazioni post neo-melodiche di Hugo Race e del suo The Merola Matrix, le canzonette pop del tempo, che vengono dalla radio), più che fare che da commento all’azione scenica, servirà da veicolo emozionale per attingere alla solitudine di ciascuno di noi, ai momenti di abbandono che anche noi abbiamo vissuto, al senso di impotenza che anche noi abbiamo patito. Ai sentimenti di rabbia, paura, sconforto, entusiasmo, che appartengono a tutti.

E che rendono umani anche gli eroi.

Così erano Falcone e Borsellino.

Così siamo tutti noi davanti alla menzogna di Stato che li ha uccisi.

E che continua ogni giorno a contaminare le nostre vite.

Marcello Cotugno

Sabato 14 marzo

Terry Chegia presenta

MICROBAND in

CLASSICA “FOR DUMMIES” (musica classica per scriteriati)

di e con Luca Domenicali e Danilo Maggio

Dopo un corteggiamento lungo quanto la sua strepitosa carriera, Microband decide infine di dedicare un intero spettacolo alla musica classica, e lo fa alla sua maniera, con le sue irresistibiligags, le sue magiche invenzioni, e quella vena di comica follia che tanto li ha fatti apprezzare dai pubblici dei teatri europei e da quello dei più prestigiosi Festival internazionali. Musica classica "for Dummies", o meglio, per "scriteriati", perché nulla è ortodosso in Microband : Luca Domenicali e Danilo Maggio giocano con gli strumenti, li confondono, li mescolano, in un contagio sorprendente e virtuoso; eppure in tanta bizzarria e in tanta abile confusione i brani dei grandi autori acquistano nuova vita e ne escono magicamente esaltati.

Chopin, Brahms, Paganini, Bizet, Rossini, Handel, Mozart, Bach, Ravel, Beethoven, Verdi e tanti tra gli autori delle musiche più clamorosamente belle di tutti i tempi, vengono riproposti per scandalizzare, ma anche per incantare l’esigente pubblico della ‘Classica’. Ma "Classica for Dummies" sarà una piacevolissima sorpresa anche per quelli che, pensando che la "Classica" sia una musica noiosa e per bacchettoni, scopriranno invece quanto possa essere frizzante e divertente,quasi "eversiva" nell'esilarante rilettura che ci viene offerta da questi due funamboli del pentagramma.

Certo possiamo dire che quelli che il Frankfurter Allgemeine ha definito “I Fratelli Marx della musica comica” e che l'Herald Tribune inserisce "nella tradizione di Laurel & Hardy e di Spike Jones", hanno avuto un’ottima idea per festeggiare i 30 anni di carriera!

Giovedì 19 e venerdì 20 marzo

GENNARO CANNAVACCIUOLO, ENZO CASERTANO,ANTONIO GROSSO, ANTONELLO PASCALE, ROBERTA AZZARONE in

L’INVISIBILE CHE C’È

di Antonio Grosso

regia Paolo Triestino

luci Luigi Ascione

scene Alessandra Ricci

costumi Adelia Apostolico

ufficio stampa Daniela Bendoni

Mio figlio? È sempre stato curioso. Una volta mi disse: papà, ma davvero esiste il paradiso? Non c’è padre che possa fornire questa risposta pensando di poter essere preceduto, in questo passaggio ultraterreno, dal proprio figlio. È un dolore senza nome perché inverte le leggi della Natura e come tutte le cose contro Natura ha in sé qualcosa di abominevole. Un padre e un figlio, un figlio e il suo papà: un legame ovviamente profondo e viscerale, un legame che porta l’uomo della nostra storia, un padre, appunto, a vivere emozioni forti e profonde. Vedere il figlio nascere, crescere, diventare uomo e...

Ne “l’invisibile che c’è” tutto rimane sospeso, tutto orbita intorno a quella ´e`. E come il modellino di un trenino elettrico, dove tutto funziona in virtù della perfezione di una serie infinita di minuscoli meccanismi, così le nostre esistenze scorrono fino a quando qualcosa non inceppa quei meccanismi e tutto si blocca, si complica e anche percorrere pochi metri diventa un’impresa improba.

La vita, si sa, è imprevedibile, ma cosa accadrebbe se lo diventasse anche la morte?

Pochi si sono presi la briga di narrare la storia d’amore tra un figlio e suo padre e questa vicenda ne è intrisa, con semplicità.

In questo spettacolo di Antonio Grosso si vola: lo spettatore fluttua e non sempre se ne accorge. Le emozioni sono fortissime e contrastanti. Si affrontano temi drammatici, ma con fantasia e leggerezza, con ilarità e misticismo, il tutto avvolto da un’atmosfera surreale. Una commedia sul dolore, quasi un ossimoro. Anche la morte di un figlio, del resto, è un concetto profondamente contraddittorio. Insomma, l’amore e la vita sono faccende con dinamiche straordinarie. Ma anche la morte...

Papà... Figlio mio, ma sei tu?

Si papà, so’ io. Ma, addo’ stai?

Qua, giusto dietro a te. Dietro a me? Ma io non ti vedo!

Però mi senti...

Giovedì 26 marzo

SOSIA&PISTOIA presentano

MAX PAIELLA in STASERA PAIELLA PER TUTTI OFFRO IO

Scrivere la canzone perfetta questo è il mio scopo!

Una canzone che lasci il segno come OH SOLE MIO oppure VOLARE.

Se le parole sono importanti, le canzoni sono fondamentali! La musica che abbiamo intorno ci influenza!

Siamo in Italia: come ti giri inciampi su un Tiziano Ferro che gorgheggia durante una sera nera, nera per i vicini di casa. Dietro l’angolo è sempre pronto un Minghi ad allietarti con un trottolino amoroso du du du da da da , che tra l’altro ricorda inspiegabilmente un brano dei Police. Come entri dal fruttivendolo ti assale Ramazzotti “dietro gli steccati degli orgogli tuoi”! Vai in un centro commerciale e ti arriva Emma Marrone tra capo e collo, corri nel parcheggio i Moda’, e se cerchi rifugio alla toilette, trovi tutti e due i fenomeni contemporaneamente.

Noi ci esprimiamo a canzonette!

Siamo talmente influenzati dalla musica leggera, che addirittura parliamo con le frasi delle canzonette che ascoltiamo.Anche le parole di un sindaco, o di un capo di un governo sono cmparabili a delle canzonette, delle sinfonie o delle grandi hit, che dopo un mese sono gia sorpassate..

Descriverò il nostro paese attraverso la musica. Lasciamo stare le notizie, ma concentriamoci sulle note. Attenti, o una canzonetta vi distruggerà!!!

Nello show, ci sono i politici interpretati da Max Paiella in radio e in tv: Niky Vendola, Matteo Renzi, Barak Obama,Ignazio Marino,Beppe Grillo.. E i personaggi radiofonici Vinicius Du Marones, Leccha Julio, Parakulis, Nikolai Te Corkov, Fata Paiella.

Venerdì 27 marzo

Pierfrancesco Pisani presenta

ANDREA COSENTINO in

ANGELICA

Uno spettacolo di e con Andrea Cosentino

regia Andrea Virgilio Franceschi

collaborazione alla drammaturgia e alla messa in scena Valentina Giacchetti

Questo spettacolo conclude un dittico: L’asino albino era uno spettacolo sul tempo che passa, angelica è un lavoro sulla morte. Non è previsto un seguito.

Comunque. Entrambi sono un tentativo di parlare del presente. A chi c’è. Accettando fino in fondo ciò che il teatro è: un monumento effimero.

Come al solito non c’è storia. Ogni tentativo di abbozzarne una sfiora la retorica e scivola nel ridicolo. C’è semmai - come e più del solito - il gusto di smontare le storie. Ne l’asino albino raccontavo uno spettacolo, l’impossibilità del suo farsi che scivolava in una epifania derisoria e tragica, in una apparizione invisibile per eccesso di luce. In angelica tento di entrare nei meccanismi stessi della mitopoiesi, prendendo a pretesto una sua manifestazione degradata: il mondo delle fiction televisive.

Ci sono dunque degli ingredienti, dei brandelli di dialoghi e situazioni abbozzate. Una troupe che sceglie di girare uno sceneggiato televisivo in una casa di un quartiere popolare romano; un’attrice - Angelica appunto - che continua a recitare la propria morte, fino allo sfinimento. Ciò che si ripete in teatro ci fa ridere. Perché è il passato che pretende di ritornare come niente fosse.

Ci sono delle immagini - poche - che mi faccio carico di scuotere sul loro asse per ottenerne un alone di movimento: l’icona di un papa tremante che fende la folla giubilare sulla sua papamobile, il ricordo della statua della Madonna portata in processione nel giorno del venerdì santo a Chieti. E’ la dialettica sacro/dissacrazione come le due facce di unaPierfrancesco Pisani presenta stessaPierfrancesco Pisani presenta aspirazione. O il rovescio bifronte di un medesimo vuoto.

Non c’è storia. Ma c’è una concessione al bisogno di tirare avanti. Una trama. Ed è quella dello sceneggiato ricostruito in scena senza ausili tecnologici, ma utilizzando la cornice vuota di ciò che fu un televisore, e parrucche e primi piani e piani interi e bambole e pezzi di oggetti e dettagli di corpi. Si tratta innanzitutto di mimare con la povertà di mezzi scenici la povertà di un linguaggio. Farsi doppio parodico del linguaggio standardizzato del racconto televisivo. Ma c’è anche altro.

Pasolini scriveva che materia del cinema - dell’audiovisivo - è il pianosequenza come presente assoluto. E’ il regista che selezionando e tagliando e montando tra loro pezzi di presente dà loro un senso. Creando nessi. Facendone materia di narrazione, cioè storia. Dunque passato. Però mi chiedo: come può il presente raccontarsi a se stesso?

Io tento di installarmi nei tagli del montaggio, di dilatare i nessi, creare gioco tra i giunti; voglio disincantare l’impostura ipnotica dei raccordi narrativi, far emergere ludicamente il nonsenso che fa da sfondo alla costruzione del senso.

Aggiungeva Pasolini che come il montaggio dà senso al cinema, così la morte dà senso alla vita. Però mi chiedo: cos’è che dà un senso alla morte?

Se non c’è storia dovrà esserci da ridere. E’ ciò che credo di avere imparato dal teatro popolare, dalla cultura dei subalterni. Di coloro che, ben prima di noi smarriti postmoderni, hanno dovuto imparare a vivere senza il sostegno di un passato né prospettive di futuro. E’ il senso profondo dell’intrattenimento. Perché va bene la denuncia e la memoria e la controinformazione e il mondo a capinculo. Ma innanzitutto esserci. Qui e ora. Comunque. Andrea Cosentino

Sabato 28 marzo

ANTONIO REZZA in

FOTOFINISH

di Flavia Mastrella, Antonio Rezza

(mai) scritto da Antonio Rezza

allestimento scenico Flavia Mastrella

assistente alla creazione Massimo Camilli

con Ivan Bellavista

disegno luci Mattia Vigo

prodotto da Flavia Mastrella e Antonio Rezza

E’ la storia di un uomo che si fotografa per sentirsi meno solo.

Apre così uno studio dove si immortala fingendosi ora cliente ora fotografo esperto. E grazie alla moltiplicazione della sua immagine arriva a credersi un politico che parla alla folla. Una folla che non c’è. Ma che lo galvanizza come tutte le cose che non avremo mai.

Tra un comizio e l’altro arriva a proclamarsi costruttore di ospedali ambulanti che si spostano direttamente nelle case dei malati.

Ed all’interno di questi ospedali c’è sempre lui: sotto le vesti del primario, sotto quelle del degente e sotto quelle delle suore cappellone che sostituiscono la medicina con gli strumenti della fede.Ben presto, grazie all’inflazione della sua immagine, è convinto di non essere più solo.E continua nelle sue scorribande politiche delegando se stesso alla cultura per costruire impossibili cinema dove l’erotismo differisce dalla pornografia solo per qualche traccia labile di dialogo.

Ed ipotizza incendi e sciagure, ipotizza uscite di sicurezza per portare in salvo lo spettatore medio che lui stesso rappresenta.

Di tanto in tanto torna dal fotografo che è per costringersi a scattarsi nuove foto.

Ed impazzisce a poco a poco.

Ma mai completamente.

Nel pieno del suo delirio auto presenzialista arriva a farsi donna con tutta la sua nudità camuffata; e a farsi uomo, pensandosi ora l’una ed ora l’altro, immaginando di uscirsi insieme per rientrarsi accanto.

E come politico sblocca ogni piano regolatore per regalarsi una casa ambulante, come gli ospedali, come la disperazione di chi tenta di imbrogliar se stesso.

E solo quando è costretto a mettere un cane a difesa della sua abitazione capisce di esser solo e di essere lui quel cane posto a tutela della proprietà.

Ma con un colpo di coda inaspettato torna da cane a politico ed accusa gli elettori di non aver capito. Di non aver capito che nulla è mai esistito. L’unica cosa che esisteva era la sua solitudine.

Che non può essere fotografata perché la solitudine è l’assenza di chi non ti è vicino.

Giovedì 9 aprile

FUORIVIA PRODUZIONI presenta

LA MERDA

interpretato dalla strepitosa Silvia Gallerano scritto e diretto da Cristian Ceresoli

vince il FRINGE FIRST AWARD 2012 AL FESTIVAL FRINGE DI EDINBURGO

La Merda è stato definito un urlo “pasoliniano” contro la società. Protagonista una donna che attraverso un flusso di coscienza espone se stessa, il proprio corpo al pubblico, quasi come una vittima sacrificale.

LA MERDA vince il FRINGE FIRST AWARD 2012

LA MERDA vince l’ARCHES BRICK AWARD 2012

SILVIA GALLERANO BEST PERFORMER 2012

LA MERDA riceve la nomination ai TOTAL THEATRE AWARD

A fine marzo del 2012 la Première Italiana de La Merda al Teatro i di Milano va completamente sold out, con replica straordinaria esaurita in poche ore. Nel maggio 2012 al Teatro Palladium e al Teatro Valle di Roma La Merda registra altri due sold out. Ad agosto la versione in inglese de La Merda viene presentata al Festival di Edimburgo, dove registra un incredibile record di pubblico fino a diventare un Fringe Sell Out Show 2012. Nel frattempo riceve scioccanti recensioni sui maggiori media internazionali e in fine l’opera vince il Fringe First Award 2012 for Writing Excellence, vince l’Arches Brick Award 2012 for Emerging Art, riceve la Nomination per il Total Theatre Award 2012 for Innovation e l’attrice italiana Silvia Gallerano è la prima attrice italiana a vincere il The Stage Award for Acting Excellence 2012 come Best Solo Performer, il più alto riconoscimento per attori/attrici al Edinburgh Fringe Festival.

In ottobre 2012 La Merda è sold out a Venezia e Torino, in novembre vince il Premio della Critica 2012 come spettacolo dell’anno ed è di nuovo sold out al Primavera dei Teatri Festival e di nuovo tutte le repliche al Teatro Valle Occupato (compresa la replica straordinaria). Da questo momento in poi inizia ad essere programmata in Europa mentre in Italia in ogni città e provincia dove è presentata ottiene sempre il tutto esaurito, un evento raro in un paese dove l’umanità viene invece esclusa dai teatri.

Per via dei molti che non son riusciti ad assistervi, nel gennaio del 2013 La Merda viene ripresentata al Teatro i di Milano,dove tutte le date finiscono esaurite con una settimana di anticipo. Per la stessa ragione viene ripresentata al Teatro Valle Occupato di Roma dove più di 2,000 persone sfondano la capienza e raggiungono La Merda in soli cinque giorni di repliche, divenendo di fatto un fenomeno al di fuori delle categorie. Dall’aprile al luglio 2013 il tour viene interrotto e da questo momento in poi La Merda è co-prodotta dalla Richard Jordan Productions Ltd e distribuita in Italia da Produzioni Fuorivia.

Una prima lettura della traduzione in danese al European Contemporary Playwright Festival di Copenhagen registra il tutto esaurito e viene accolta da una clamorosa standing ovation, mentre brani dell'opera vengono trasmessi in prima serata dalla Radio Nazionale Danese con un'intervista all'autore. A grande richiesta in agosto 2013 viene di nuovo presentata al Festival di Edimburgo dove ognuna della dodici repliche viene accolta da una standing ovation registrando di nuovo il tutto esaurito, mentre la notizia viene soppressa dai servizi dedicati al festival da parte della Radio Televisione Italiana, alla stregua di alcuni quotidiani nazionali che non ne pubblicano il titolo originale.

Da novembre 2013 riprende il tour in Italia con le date al Teatro Elfo Puccini di Milano. Intanto sul 2014 e 2015 si va programmando il tour mondiale. Una versione filmica de La Merda è in fase di realizzazione. Già tradotta in inglese, danese e ceco, La Merda è in corso di traduzione in francese e portoghese brasiliano. Il testo è pubblicato in edizione bilingue Italiano-Inglese dalla Oberon Books di Londra.

...Si deve ridere. È una tragedia in tre tempi: Le Cosce, Il Cazzo, La Fama e un controtempo: L’Italia.

Nella sua nudità e intimità pubblica, l’attrice costruisce una maschera fisica/vocale sfidando un testo scandaloso, provocatorio e rabbioso. La scrittura è cantabile, ma il canto non emerge mai, ed è invece preponderante la chiave dell’invettiva, del grido, del corpo che sussulta la sua storia personale in un flusso dipensieri/parole raccontati come suoni. Strazianti. Urla assordanti e contratte. Sopite. Implose. La femmina si offre dal vivo come in un banchetto, pronta a venire sbranata da tutti. Una partitura poetica che nasce così dalla carne e alla carne ritorna, pur dentro a una rigidissima confezione estetica. Applausi obbligatori.

La Merda ha come spinta propulsiva il disperato tentativo di districarsi da un pantano o fango, ultimi prodotti di quel genocidio culturale di cui scrisse e parlò Pier Paolo Pasolini all’affacciarsi della società dei consumi. Quel totalitarismo, secondo Pasolini, ancor più duro di quello fascista poiché capace di annientarci con dolcezza.

Venerdì 17 aprile

SOSIA E PISTOIA presentano

ANTONIO CORNACCHIONE in

CRONACHE SESSUALI

Dopo il rapporto Kinsey che svelò al mondo tutte le abitudini sessuali degli americani negli anni ’60, Antonio Cornacchioneprova a scrivere il suo rapporto sulle abitudini sessuali degli italiani. Si parte dagli anni ’70 per capire se la rivoluzione sessuale di quegli anni si è compiuta, se ha finalmente portato la felicità che prometteva o se invece ha alimentato soltanto frustrazione in quanto creatrice di un mondo di illusioni lontano dalla realtà.. . Le domande sono semplici e dirette: se il sesso è la felicità dell’uomo moderno, allora le persone più felici della terra sono gli attori porno? L’orgasmo è un diritto o un dovere? In tutto questo c’entra qualcosa Berlusconi?

Venerdì 24 aprile

E' BELLO VIVERE LIBERI!

Un progetto di teatro civile per un'attrice,

5 burattini e un pupazzo.

Ideazione, drammaturgia, regia e interpretazione: MARTA CUSCUNÀ

PREMIO SCENARIO PER USTICA 2009

Ispirato alla biografia di ONDINA PETEANI

Prima Staffetta Partigiana d'Italia

Deportata ad Auschwitz N. 81 672

Oggetti di scena: Belinda De Vito

Luci e audio: Marco Rogante

Disegno luci: Claudio “Poldo” Parrino

Co-produzione: Operaestate Festival Veneto

Cura e promozione: Centrale Fies

Lo spettacolo “È bello vivere liberi!” è uno spettacolo per riappropriaci della gioia, delle risate, delle speranze dei partigiani che sono state soffocate dallo sterile nozionismo.

È uno spettacolo per riscoprire l'atmosfera vitale e vertiginosa di quel periodo della nostra storia in cui tutto sembrava possibile. Per questo “È bello vivere liberi!” è dedicato a tutti quelli che l'antifascismo l'hanno studiato solo sui libri di scuola, perché anche per loro la Resistenza diventi “festa d'aprile!”. Motivazioni della giuria “È bello vivere liberi” restituisce il sapore di una resistenza vissuta al di fuori di ogni celebrazione o irrigidimentoretorico. Resistenza personale, segnata dai tempi impetuosi di una giovinezza che è sfida, scelta e messa in gioco personale.

Resistenza politica, dove la protagonista, Ondina, incontra la storia e la sua violenza. Resistenza poetica, all’orrore che avanza e annulla. Resistenza adolescente, che incontra il sangue, lo subisce, lo piange, ma continua ad affermare la necessità della felicità e dell’allegria anche nelle situazioni più estreme che Ondina vive.Ondina, di cui Marta Cuscunà ha ricercato le tracce attraverso un lavoro accurato sulle fonti storiche, dentro la memoria del proprio territorio e attraverso le parole di chi l’ha conosciuta.

Spettacolo felicemente atipico, coniuga un fresco ed efficace lavoro di narrazione, attento ai piccoli gesti del quotidiano, a stupori di ragazza, con il mestiere del burattinaio, che riprende i propri personaggi, ne soffia via la polvere e li riconsegna, felicementereinventati, a una comunicazione efficace, archetipica, popolare.In questa ricerca anche l’orrore del lager può essere raccontato, senza che lo spettacolo perda lo straordinario candore e la felicità nel racconto della storia che ancora siamo.

Lo spettacolo si ispira alla biografia di Ondina Peteani scritta dalla storica Anna Di Giannantonio, (Edizioni IRSML FVG 2007).Ondina che, a soli 17 anni, si accende di un irrefrenabile bisogno di libertà e si scopre incapace di restare a guardare, cosciente e determinata ad agire per cambiare il proprio Paese. Ondina partecipa alla lotta antifascista nella Venezia Giulia, dove la Resistenza inizia prima che nel resto d'Italia grazie alla collaborazione con i gruppi partigiani sloveni nati già nel 1941 per opporsi all'occupazione fascista dei territori Jugoslavi.

Il suo percorso inizia con le riunioni clandestine della scuola di comunismo dove, con straordinario anticipo, fioriscono anche i valori di emancipazione femminile e di parità tra uomo e donna. A 18 anni, Ondina diventa staffetta partigiana e comincia ad affrontare le missioni più impensabili, perfino entrando a far parte di un commando speciale per l'eliminazione di un famigerato traditore: Blechi. Ondina partecipa anche alla formazione della Brigata Proletaria, quando più di 1500 operai, tutti insieme e ancora in tuta da lavoro, si avviano verso il Carso, per unirsi alle formazioni partigiane.

La sua vicenda però, è stravolta bruscamente nel '43 quando, appena diciannovenne, viene sprofondata nell'incubo della deportazione nazista. Ma è proprio in questo drammatico momento che Ondina ritrova con ostinata consapevolezza l'unica risposta possibile: Resistenza! Perché è bello vivere liberi!

orario spettacoli: ore 21 (31 dicembre ore 22)

Rinnovo abbonamenti: 3 e 4 luglio e 8 e 11 luglio dalle ore 15.30 alle 19.00 presso la cassa del Teatro.

Gli abbonamenti saranno in vendita a partire da lunedì 14 luglio fino a giovedì 25 settembre presso tutti i punti vendita Box Office e on line sul sito www.boxol.it.

Da venerdì 26 settembre si potranno acquistare gli abbonamenti solo presso la cassa del Teatro Puccini aperta venerdì e sabato dalle 15.30 alle 19.

SPETTACOLI FUORI ABBONAMENTO

Venerdì 14 novembre

In collaborazione con Antico Teatro Pagliano/Teatro Verdi

VALJEAN IL MUSICAL

liberamente ispirato a Les Misérables di Victor Hugo

di FULVIO CRIVELLO e FABRIZIO RIZZOLO regia di FULVIO CRIVELLO

VALJEAN è stato definito uno spettacolo unico in Italia. Totalmente originale, forgiato sullo stile delle produzioni “off” internazionali (Broadway, West End, Avignone), ha stupito pubblico e critica nelle sue prime repliche in tutta Italia. Lo spettatore è fin dalle prime battute trasportato indietro di due secoli, in un'atmosfera emozionante e intensa.

6 attori che interpretano 29 personaggi, e un pianoforte: tutto dal vivo per raccontare l'intramontabile storia dell'ex forzato Jean Valjean e della lotta all'ultimo respiro per cambiare il proprio destino. Gli attori/cantanti ruotano intorno ad una struttura rappresentata dal carro di Valjean, sul quale tutta la storia e tutta la sua vita vengono trasportate. I 6 interpreti cambiano, si trasformano e trasformano, vestono e svestono continuamente i panni e la scena che diventa carcere, telaio, arredamento, barricata, e ci racconta insieme agli interpreti la favola di Jean Valjean.

Sabato 6 dicembre

La Corte Ospitale e Stefano Bollani presentano

VALENTINA CENNI e STEFANO BOLLANI in

"LA REGINA DADA"

scritto da Valentina Cenni e Stefano Bollani

musiche di Stefano Bollani

sound design Francesco Giomi

regia del suono Tempo Reale

light design Luigi Biondi

scenografia e costumi Andrea Stanisci

aiuto alla regia Emiliano Masala

regia di Stefano Bollani

"Più in alto che l' amore per l' uomo

io pongo l' amore per i fantasmi"

I fantasmi sono esseri fantastici ma anche fantasiosi.

Fanno cose che noi ci sogniamo solamente, e senza preoccuparsi di esercitare un potere.

La nostra Regina Dada ha qualcosa dei fantasmi ma è anche molto umana.

Abbiamo cominciato a immaginare e a inventarci esercizi di scrittura che sono poi culminati in una vera e propria idea di spettacolo. Ci siamo cibati di molte letture sane, partendo dal teatro Dada che ci aveva affascinato sin dall' infanzia, quel periodo in cui le persone cercano, coscienti o no, di instradarti e ingabbiarti.

Il mondo rigidamente umano delle nozioni utili, dei simboli delineati e delle convenzioni socialmente accettabili sembrava già all' epoca poco plasmabile. E il senso comune sempre più pare allontanarsi dalla sola idea di "creatività". Per questo ci siamo immaginati una situazione scenica in cui far agire una coscienza, regina del proprio mondo, frenetica e assorta al tempo stesso.

Il testo andava portato verso il pubblico attraverso un percorso musicale fondante.

L' invenzione del mondo sonoro nel quale la Regina Dada si muove è stata così affidata a Francesco Giomi e all' associazione Tempo Reale, che da anni plasma nuove forme di interazione fra voce, strumenti, ambienti ed elettronica.

Le musiche le abbiamo affidate a Stefano Bollani, che sul palco dà corpo ai fantasmi che dialogano con la Regina Dada e quest' ultima ha il volto, la voce e la fisicità di Valentina Cenni.

Valentina Cenni e Stefano Bollani

Domenica 7 dicembre

ANDREA MUZZI e MASSIMILIANO GALLIGANI in ITALIANI VERI 2… sempre più mostri

di Andrea Muzzi e Marco Vicari

giornalista video Alberto Severi

regia di Andrea Muzzi

Dopo il successo della prima edizione di “Due Italiani veri”, Andrea Muzzi e Massimiliano Galligani ritornano in scena con un’esilarante carrellata di mostri, vecchi e nuovi, tipicamente italiani.

Come sono considerati gli italiani all'estero? Male. E nell'universo? Anche peggio.

I disoccupati Andrea e Max vengono rapiti da un' astronave aliena in cerca di esemplari umani per il grande Zoo interstellare. Ma gli alieni, dopo averli identificati, si fanno una strana domanda: C'è da fidarsi a tenere due esemplari di italiani nello Zoo? Non saranno troppo pericolosi?

Cosi' quello che parte come un rapimento galattico si trasforma in un viaggio nelle mostruosità dei vizi italiani. Dai babbi ultras che ricorrono alla violenza pur di far vincere i figli alla cosiddetta società (in)civile che si lamenta dei politici e della casta ma poi, nel suo piccolo, razzola male anzi malissimo. Dai teleimbonitoriche pur di vendere ucciderebbero i loro nonni (o i loro artisti. O tutti e due, quando le cose coincidono) all'eterno mistero italiano secondo cui qualsiasi cosa accada "La colpa non è mai di nessuno" (Che si parli della strage di Ustica, della presunta trattativa Stato-Mafia o della mancata messa in onda del cartone "Peppa Pig").

Tra i mostri inediti d questa edizione, vedremo l’amaro confronto tra i successi di un vip della tv e le difficoltà arrivare a fine mese di un ricercatore universitario. Un “highlander” della poltrona che a 80 anni suonati non ne vuole sapere di lasciare il posto ad un giovane. E infine il tragicomico viaggio di un cittadino che vuole rifarsi i denti dell’est Europa.

Scritto da Andrea Muzzi con Marco Vicari (Autore satirico per il Fatto Quotidiano e autore Tv per "Se Stasera Sono Qui" su La7) "Due italiani veri" è un viaggio cinico e allucinato nella realtà dell'Italia visto da un punto d'osservazione particolare: l'universo. Sul palco due purosangue della nuova comicità toscana: AndreaMuzzi e Massimiliano Galligani che accompagneranno il pubblico in un esilarante tour dei nostri vizi nazionali. Quasi un "2014: Odissea nello strazio" che affronta con risate e colpi satirici le tante ombre del nostro essere italiani.

Sabato 10 gennaio

Catalyst presenta

I MUSICANTI DI BREMA ovvero Mein Lieben Bremen

testo e regia Riccardo Rombi

con Riccardo Rombi e i Camillocromo

musiche originali Camillocromo

Alberto Becucci Fisarmonica Francesco Masi Tromba RodolfoSarli Trombone Gabriele Stoppa Batteria Jacopo RugiadiClarinetto

Liberamente ispirato alla celebre fiaba scritta dai Fratelli Grimm, I Musicanti di Brema è uno spettacolo fatto di musica, energia e divertimento intelligente

Nella rilettura scenica scritta e diretta da Riccardo Rombi, seiscatenatissimi e irriverenti musicisti-animali irrompono nel Teatro dell’Opera di Brema dove un compassato direttore d’orchestra si prepara a eseguire la “famosa” opera “Mein Lieben Bremen” e nella vana attesa dei veri musicisti accetta di dirigere i sei animaleschi musicanti.

Si tratta però di un’impresa impossibile: l’improbabile disciplina austro ungarica si scontra con la multietnica follia musicale dei protagonisti ma alla fine la musica diventa un linguaggio universale, strumento d’intercultura che scavalca i confini e le differenze tra i popoli in una sinfonia finale che abbraccia terre e culture diverse.

Gli animali provenienti dalla strada, con un approccio alla musica di tipo istintivo e popolare, nell'esecuzione della sinfonia faranno emergere la loro provenienza stravolgendo i brani classici con i colori dei loro paesi di origine: un gallo francese, un cane balcanico, tre gatti sud americani e un asino romagnolo daranno vita ad una nuova sinfonia, basata non su uno spartito, ma sull'incontro delle diverse culture, cui fa da sfondo l’opera dei Fratelli Grimm.

Venerdì 20 e sabato 21 febbraio

(lo spettacolo si terrà presso Hotel Riva Lofts via Baccio Bandinelli 98 Firenze)

ALESSIA INNOCENTI in BYE BABY SUITE

regia di Alessia Innocenti

testo di Chiara Guarducci

40minuti in camera con Marilyn.

Pochi spettatori nello spazio intimo di una vera camera d’albergo, a spiare Marilyn Monroe nella sua intimità più scomoda. Lo spettacolo è un ritratto a nervi scoperti di una artista abusata e mal compresa, di una donna alla deriva, in una notte che trabocca di ricordi, di sogni e di ombre.

Marilyn in una notte come tante, forse l'ultima, che consuma pillole ed alcool e si ripercorre d'un fiato senza pudore. Ne esce un ritratto mosso, dissacrante e tragico, un'onda che si disfa per rimontare, scandalosa come una preghiera. La pièce, rappresentata con successo da Catania a Venezia è ormai un piccolo /grande caso la cui poesia ha travalicato i confini nazionali guadagnandosi una celebrazione anche su Le Monde.

Venerdì 10 aprile (data da confermare)

Teatro a Manovella presenta

BENEDETTO FERRARA e LEONARDO VENTURI in VIOLAPOP! (meglio in teatro che ladri!)

Scritto da Benedetto Ferrara e Leonardo Venturi

Con musiche dal vivo di Orla e Nuto della Bandabardò

Regia di Leonardo Venturi

ViolaPop: perché dentro c’è tutto ciò che muove le nostre passioni. Raccontiamo di calcio, di musica e di Firenze, ma in realtà parliamo d’amore. Un giornalista si confronta con un giovane attore che, a sua volta, lo guida su quel territorio magico che è il palcoscenico, mettendo a nudo scontri generazionali e idee che non muoiono mai, insieme a due musicisti che rappresentano la parte scanzonata delle nostre vite.

Storie tra il surreale, il comico e l’esistenza, in un viaggio alla ricerca della passione, come benzina nel lungo viaggio alla ricerca della felicità (Benedetto Ferrara).

orario spettacoli: ore 21 (“Bye baby suite” ore 20.45 e 22)

INFORMAZIONI: 055.362067 – 055.210804

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