Tav a Firenze: ripartono i lavori, ma i cittadini sono senza risposte

Non hanno mai mollato la presa e sono, forse, gli unici ad aver letto integralmente la documentazione prodotta in questi anni

Antonio
Antonio Lenoci
07 aprile 2016 16:20
Tav a Firenze: ripartono i lavori, ma i cittadini sono senza risposte

Fermare le Grandi Opere equivale a frenare l'Italia, più o meno è questo il messaggio rimbalzato in questi ultimi mesi da Roma ad ogni angolo della penisola, senza eccezione per Firenze, anzi sul capoluogo toscano l'accusa è quella di avere avuto fin troppi riflettori puntati addosso.Nonostante questo, davanti all'ipotesi di ripartire in estate con i lavori presso i cantieri aperti di Campo di Marte e via Circondaria, la cittadinanza attiva torna ad intervenire pubblicamente rilanciando accuse mai decadute: specifiche sulle opere tecniche, criticità e possibili sviste con relativi errori e costi di realizzazione.

"Non abbiamo le risposte" grida ancora chi le domande le ha fatte.Per "cittadinanza attiva", infatti, si intendono coloro che non hanno mai mollato la presa, poi ci sono quei pochi che sui cantieri si affacciano, quelli che si interesseranno alla talpa quando sapranno che è in zona e poi ci sono i fiorentini che hanno seguito a distanza l'evolversi dei fatti. Tanti, pochi? Non è dato saperlo.Niente soluzioni alternative quali lo sfruttamento dell'attuale rete ferroviaria, ma testa bassa verso lo scavo con la volontà di liberare i binari di superficie, con l'accusa dei Comitati di liberare binari che non serviranno visto che le Tramvie, da progetto, viaggiano sulle strade urbane e sotto le piazze.La politica, dopo la pausa meditativa dettata dalle indagini giudiziarie e dopo una lunga riflessione sulla caratterizzazione delle terre scavate, spinge nuovamente per il completamento dei tunnel che serviranno per oltrepassare l'ostacolo di Santa Maria Novella, che comunque dovrà essere raggiunta dai passeggeri attraverso la Linea 2 della Tramvia previo interscambio Fermata Redi - Stazione SMN e sfondamento del Palazzo Mazzoni in viale Belfiore, forse il più affascinante lotto del progetto."Fa un certo effetto vedere l'euforia che si è impadronita dei fautori dei Tunnel TAV: dal presidente Rossi all'AD delle FS Gentile senza dimenticare sindacati, sindaco, politici" commentano oggi i cittadini No Tav di Firenze che hanno promosso un presidio per venerdì 8 aprile 2016 presso il Ponte del Pino alle ore 17.30 dove saranno esposti striscioni e distribuiti volantini informativi alla cittadinanza.I cittadini parlano di un progetto che "per ripartire ha dovuto indurre il governo a cambiare la legislazione delle terre di scavo, mentre un paio di inchieste della magistratura hanno spalancato una finestra sul sistema criminoso che sta alla base delle grandi opere inutili.

Lo smaltimento delle terre è comunque molto problematico, ma si continua ad ignorare: le terre dovrebbero essere controllate tutte, lotto per lotto, per stabilire se dovranno andare in discarica o a Cavriglia. Le numerose e disastrose esperienze passate pare non insegnino nemmeno prudenza".

Le criticità del progetto TAV fiorentino. Due in particolare interessano i cittadini "Gli organi interessati, dall'Osservatorio Ambientale alle Ferrovie, non hanno mai risposto"Quali sono?

  1. Lo scavo con una sola fresa non creerà tanto problemi nei tempi (che sarebbero comunque biblici) quanto danni in superficie maggiori del 50%. La fresa, al secondo passaggio, troverà non più un terreno vergine, ma uno la cui struttura è stata cambiata e indebolita; si avranno cedimenti molto più elevati, mediamente del 50%
  2. Lo scavo della fresa in curva provoca il cosiddetto “effetto deriva”, cioè nei tratti non rettilinei (nel Passante ce ne sono due molto strette) di avrà un maggior “volume perso” che si traduce, in superficie, con cedimenti superiori; gli edifici in via Masaccio, viale Don Minzoni, nella zona di via delle Ghiacciaie, per non parlare dei bastioni della Fortezza, creano serie preoccupazioni.

"Questi problemi tecnici, non frutto di speculazioni comitatesche ma documentati dalla letteratura scientifica, sono stati ignorati sia dai progettisti che dall'Osservatorio Ambientale; sono stati suscitati più volte dal Comitato No Tunnel TAV, ma non hanno mai avuto risposta: un cocciuto, ostinato silenzio è stato opposto sempre, a tutte le missive inviate. Si fa anche un gran parlare di "monitoraggio", ma questo sarà possibile solo dopo che eventuali danni saranno procurati; il monitoraggio non è una misura preventiva, ma controllo di quel che è stato fatto.Un altro aspetto che viene ermeticamente occultato è quello dei costi: non è dato avere dati ufficiali dei costi, ma quel che è trapelato sono state documentati nel 2015 costi superiori, richiesti da Nodavia, la ditta costruttrice, per più di 500 milioni di euro. Anche su questo un silenzio vergognoso" conclude il Comitato No Tunnel TAV.

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