TARI: Firenze spende più del necessario per i rifiuti?

​Confcommercio: “Imprese penalizzate, calcoliamo sulla reale produzione di rifiuti e introduciamo maggiori agevolazioni”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 febbraio 2016 15:18
TARI: Firenze spende più del necessario per i rifiuti?

Dati importanti sono emersi dall’indagine svolta su tutti i comuni capoluogo italiani da Confcommercio attraverso l’Osservatorio Nazionale sui rifiuti.

Dall’analisi della realtà fiorentina, afferma Confcommercio, emerge un quadro composito fra criticità e alcuni elementi positivi che però necessitano di una ulteriore valorizzazione. L’elemento cardine è che il Comune di Firenze spende circa il 20% in più rispetto al reale fabbisogno per il servizio di ritiro e smaltimento rifiuti, uno spreco che va a gravare soprattutto sulle imprese - su cui pesa la maggior parte del gettito (65%) - e sui cittadini. A ciò si aggiunge uno sbilanciamento del costo sulla quota fissa che, rappresentando il 59% della quota complessiva, indebolisce il legame tra tassa e reale produzione di rifiuti rendendo, quindi, poco incisive le agevolazioni, calcolate esclusivamente sulla quota variabile.

Le aziende sono le più penalizzate dall’introduzione della TARI sostenendo il 65% del gettito e le imprese commerciali risultano fra quelle che sono costrette a pagare di più. Da un raffronto con gli altri comuni inseriti nel panel infatti, si registrano differenze a sfavore delle imprese fiorentine che oscillano fra il + 13% dei supermercati e il + 38% degli alberghi senza ristorante.

Va meglio sul fronte agevolazioni, Firenze ne applica infatti 3 su 5 di quelle previste ma non risultano determinanti per un effettivo rispermio a causa dei parametri richiesti per accedervi e comunque confermano una logica di calcolo presuntiva.

“ I dati parlano chiaro, afferma Jacopo De Ria, Presidente di Confcommercio Firenze, con la TARI le nostre aziende sono state fra le più penalizzate e oggi la maggior parte della tassa di smaltimento rifiuti grava sulle imprese commerciali e turistiche applicando una logica presuntiva e non sulla reale produzione dei rifiuti. E qui volge la nostra prima richiesta introdurre elementi di calcolo che si fondino sul quantitativo effettivo prodotto oltre all’inserimento di agevolazioni per coloro che attuano comportamenti virtuosi o per esempio, come fanno in altri comuni, per coloro che avviano l’attività.

L’altro aspetto fondamentale – prosegue De Ria – sta in una riduzione della spesa complessiva da parte del Comune di Firenze che secondo i dati calcolati sostiene un costo del 20% superiore rispetto al fabbisogno. Uno spreco che non possiamo permetterci per cui chiediamo una revisione complessiva del piano di spesa grazie al quale potrebbe essere rivista anche la quota fissa, che attualmente rappresenta il 59% del costo. Una percentuale troppo alta che riduce ulteriormente l’incidenza sulla tariffa dei rifiuti realmente smaltiti.

Un altro dato chiave di carattere generale ma a mio avviso molto significativo emerso dall’indagine è l’enorme divario di costo fra i territori in tutto il paese con picchi che toccano il 900%. Vista l’entità della cifra è evidente che esiste un problema strutturale su questa tassa che negli ultimi 5 anni è incrementata del 55% e su cui pesa l’inefficienza amministrativa. Oggi che i dati sono chiari è il momento di intervenire per cambiare questa situazione insostenibile”

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