Studenti stranieri a Firenze: vengono, vedono e vincono

​Gli stranieri pagano per studiare in Italia il Made in Italy

Antonio
Antonio Lenoci
06 maggio 2015 14:12
Studenti stranieri a Firenze: vengono, vedono e vincono

L'Italia si è svegliata con l'Expo: ma il Made in Italy è una materia di studio che qualcuno paga a caro prezzo avendone intuito da tempo le potenzialità. Gli americani investono su di noi dai tempi della ricostruzione: ne sanno qualcosa coloro che abitano negli edifici rinati dai bombardamenti. Le rette sono in certi casi molto elevate? Ma i servizi sono tanti e nel settore la selezione avviene con un principio qualitativo invidiabile: il feedback. Quella valutazione del percorso di studi che per gli italiani è rimasta a film come "Io, speriamo che me la cavo" per alcuni istituti rappresenta il fiore all'occhiello. Esiste una reatà a Firenze in cui chi si è trovato bene lo dimostra con i fatti.

L'Istituto Internazionale Lorenzo de' Medici collabora con le Università americane che inseriscono il soggiorno studio a Firenze direttamente nei programmi: chi affronta il corso è consapevole che ad un certo punto si ritroverà a Firenze e questo, incredibilmente, alza la qualità dell'offerta culturale.Quaranta anni di esperienza, circa 3000 studenti ogni anno nelle due sessioni Fall e Spring che durano circa 4 mesi ciascuna, 500 corsi differenti e 90 nazionalità rappresentate.

Forse in via Faenza siamo nel posto giusto per capire quali siano gli effetti diretti ed indiretti dello studiare a Firenze.L'aspetto che caratterizza il lavoro svolto dagli insegnanti, italiani spesso precari che parlano inglese e sarebbero altrimenti costretti a fuggire all'estero, è quello di passare dalla teoria alla pratica coinvolgendo il più possibile i giovani ed offrendo loro le basi per crearsi un futuro. Non è insolito ed anzi accade spesso che i ragazzi, una volta tornati in patria, mettano in pratica quanto hanno appreso come architetti, restauratori, operatori nell'enogastronomia o ancora nel mondo della moda o dell'arte.

Altrettanto spesso, a fine carriera, tornano e vanno a vivere nel Chianti, da Bagno a Ripoli a Siena. Ci sono posti nel mondo in cui il dream non litiga con la burocrazia, aver studiato in italia fa curriculum, ed aprire un'attività è facile ed è un'esperienza che non si nega a nessuno.Alla direzione dell'Istituto piace ricordare come i corsi di Cucina, che oggi hanno portato alla creazione di una location scuola/lavoro al primo piano del Mercato Centrale di Firenze, siano nati negli anni '80 per rendere di facile apprendimento la lingua italiana.

Il voler mettere "le mani in pasta" spazia dalla sartoria alla scultura, passando per il restauro di reperti originali che le istituzioni locali affidano agli studenti riconoscendo loro una credibilità da esperti. Lungimiranza? Praticità. Pensare che la Scuola italiana riscopre solo oggi l'utilità dei laboratori.Ma li conosciamo davvero? Ad esempio sappiamo che "Gli studenti vengono accompagnati nelle botteghe artigiane dove conoscono la materia prima e gli attrezzi da lavoro.

Fanno tour nelle aziende agricole che producono olio e vino" stringono le mani callose dei contadini veri che spiegano loro i segreti del terreno ed il modo migliore per ottenere il meglio. Bevitori incalliti? Pasteggiano a Gallo Nero e Brunello riconoscendone colore, odore e buon gusto. Quello che noi perdiamo nell'accoglienza offrendo un ventaglio di opportunità che per un 20enne abituato alle rigide regole americane ed alle severe limitazioni, diventano vere e proprie tentazioni.Appena arrivati gli studenti vengono messi in guardia attraverso una attività di orientamento, viene assegnato loro un Advisor contattabile 24 ore su 24 e viene spiegato loro, attraverso progetti come lo "Slow Drink", quali siano le offerte da evitare: ad esempio i famosi shottini 5 per 1 che tanto piacciono allo street marketing, salvo poi lamentarsi della gradazione alcolica raggiunta dal malcapitato finanziatore dell'economia locale.Portano soldi, sì.

E qualcuno si approfitta di loro. Usano la carta di credito di famiglia per spostarsi da un locale all'altro, per pranzare e cenare in location spesso rivolte esclusivamente ad un target medio alto di 'turisti'. Visitano Parigi, Londra e Madrid nel fine settimana e raggiungono Roma, Venezia e Napoli come se si trattasse di fare una scampagnata a Monte Morello. Invidiabili, spregiudicati: fortunatamente per noi, curiosi. Attraversano San Lorenzo con i classici bicchieri del caffé americano che gli esercenti hanno importato per farli sentire a casa..

e "fare cassa". Grazie a loro guadagnano bene anche i proprietari di immobili che aprono la porta ed offrono posti letto con contratti brevi, ma vivono bene anche i fornitori di oggetti per l'arredamento, mercatini e prodotti tipici oltre alle imprese di pulizia. Anche i giovani precari della Scuola italiana si sentono gratificati dal lavoro svolto negli Istituti con contratti a tempo determinato. Le ore sono quelle assegnate e la paga è buona e sicura. Un'occasione per scoprire chi sono i nostri finanziatori speciali? Sabato 9 maggio Art is in the Square è l'evento organizzato dall'Istituto in piazza San Lorenzo ed inserito all'interno del Festival d'Europa per aprire le porte verso la città.

Gioielleria, fotografia, moda e grafica, architettura ed interior design, pittura e disegno, incisione e danza, tutto sarà messo in mostra alla cittadinanza e qualcuno potrebbe restare sorpreso nello scoprire che esiste una Firenze attiva animata da mani straniere

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