Strutture sanitarie: la Toscana alza gli standard per l'accreditamento

Sarti (Sì): “La Regione continua ad accentrare funzioni col rischio di controlli meno efficaci e imparziali e un aumento dei costi”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 luglio 2016 20:00
Strutture sanitarie: la Toscana alza gli standard per l'accreditamento

FIRENZE 26.07.2016- Nuove norme e nuovi requisiti per ottenere l'accreditamento regionale da parte delle nuove strutture sanitarie private e pubbliche. L'approvazione a maggioranza del Consiglio regionale toscano delle modifiche alla normativa regionale.

Il provvedimento approvato oggi “è un’ottima legge”, ha detto in conclusione l’assessore Stefania Saccardi, “Introduce elementi di novità, va a snellire un sistema spesso molto burocratizzato, aggiunge qualità all’accreditamento e insegna al sistema a migliorarsi e a crescere. Un pezzetto importante che si aggiunge a una riorganizzazione complessiva del sistema sanitario, di cui c’era fortemente bisogno”. Quanto alle considerazioni dei gruppi Sì-Toscana a sinistra e Movimento 5Stelle, l’assessore ha risposto che “per il gruppo tecnico non c’è nessun aumento di costi, né è venuto meno il requisito di una terzietà per una funzione che deve essere fortemente ancorata a conoscenze e requisiti tecnici“.

"Quello di oggi è un passo importante nel segno della qualità delle cure, dell'attenzione al paziente e ai bisogni dei territori" - commenta il presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli (Pd). "Con le nuove procedure e i nuovi requisiti autorizzativi per l'accreditamento regionale, infatti, si alzano di standard di qualità richiesti alle strutture che erogano servizi per conto del servizio sanitario regionale. Inoltre, si rafforza il ruolo della programmazione sulla base di linee guida regionali e si affida ai Comuni un ruolo centrale e di verifica". "A seguito della riorganizzazione del servizio sanitario regionale e dei cambiamenti legislativi, era necessario disciplinare anche un nuovo sistema di accreditamento per le strutture, dinamico e rispondente all'evoluzione dei sistemi e dei bisogni sanitari, che allo stesso tempo introduce ulteriori requisiti, più attinenti ai processi aziendali e clinici e incentrati sull'attenzione al paziente e ai suoi bisogni assistenziali" - prosegue il consigliere regionale Pd - "Ai fini della valutazione, infatti, si alza l'asticella in termini di standard di qualità, indici costo-efficacia, rapidità dei tempi e la certezza delle risposte.

Dovranno essere utilizzati strumenti appropriati di valutazione e tenuto in considerazione il coinvolgimento del paziente e dei familiari nel processo di cura".

Nel corso del dibattito in Aula è intervento il consigliere Pd Enrico Sostegni, membro della commissione Sanità, che ha sottolineato una delle novità introdotte dal testo: "Per la prima volta abbiamo introdotto nel sistema di accreditamento un elemento di welfare generativo, che si basa sul principio di considerare il welfare non come una spesa ma come un investimento, impiegando utilità e risorse che ne generano altre, sulla base del principio che ogni persona rappresenta un potenziale di risorse da sfruttare per la collettività.

Lo abbiamo fatto perché, a fronte dell'aumento delle persone sotto la soglia di povertà, in una situazione di contrazione della spesa pubblica, l'interrogativo da porsi è quello sulla sostenibilità del nostro sistema di welfare. Rispetto all'accreditamento delle strutture private questo si traduce nell'introduzione di elementi di premialità per quelle strutture che puntano su percorsi d'eccellenza, su una presa in carico completa e sul pieno coinvolgimento del paziente". - ha dichiarato Sostegni.

"Secondo la nuova norma, che ci siamo presi l'impegno di rendere pienamente operativa entro settembre con la stesura del regolamento, i membri della commissione regionale unica di valutazione, che dovrà standardizzare le procedure e i criteri per rendere sempre più oggettiva la scelta dell’opportunità dell’attività sanitaria privata, nell'ottica di proseguire in una politica di riduzione della spesa senza incidere sui servizi e di valorizzare il grande patrimonio professionale della sanità toscana, saranno scelti tra i migliori dirigenti interni e non percepiranno più nessuna indennità o compenso". - conclude Stefano Scaramelli (Pd).

“La nuova legge sui requisiti autorizzativi e sui sistemi di accreditamento delle strutture sanitarie prevede, accanto alla già presente commissione regionale per la qualità e la sicurezza, l’istituzione di un nuovo organismo denominato “gruppo tecnico regionale di verifica”, scelto sulla base di un elenco regionale dei verificatoriin ambito sanitario istituito dalla Giunta regionale”. “A questo gruppo tecnico sarà affidata, sostituendo così le attuali strutture dei dipartimenti di prevenzione delle ASL territoriali, la verifica dei requisiti necessari per l’autorizzazione all’apertura, l’ampliamento e la trasformazione dell’attività, delle strutture private” spiega il Consigliere regionale di Sì Toscana a Sinistra Paolo Sarti. “Come Sì Toscana a Sinistra siamo contrari a questa scelta poiché i dipartimenti della prevenzione, costituiti da personale dipendente pubblico, danno più garanzie di trasparenza e imparzialità di un gruppo di verificatori esterni (costituiti sostanzialmente da professionisti) tra cui potrebbero prevalere, tra l’altro, eventuali conflitti d’interesse”.

“Inoltre le strutture territoriali sono garanzia di maggiore efficacia riguardo alla concreta, puntuale verifica e al controllo, rispetto a un gruppo di verificatori accentrato sul livello regionale”. “Se il problema fosse - continua Sarti - quello di una maggiore omogeneità regionale su questo terreno (tema pur vero) si poteva pensare a un coordinamento delle ormai solo tre aziende di Area Vasta riguardo all’assunzione di linee guida”.

“In questo modo, invece, le aziende sanitarie sono esautorate: l’aspetto della verifica, oltre che alla programmazione, passa in capo al livello regionale nell’ottica di quell’accentramento che abbiamo visto è segno distintivo di tutta la riforma della sanità regionale”.

"Concludendo: avremo un gruppo tecnico a gestione diretta della Giunta (compreso il compenso economico), non controllato dal Consiglio, lontano dai territori, con rischi di conflitti d’interesse e limitata terzietà, ”. “E oltre a tutto avremo anche maggiori costi" termina l’esponente di Sì Toscana a Sinistra.

Il consigliere Andrea Quartini ha motivato il voto di astensione del Movimento 5 stelle: “In commissione è stato fatto un lavoro apprezzabile. Bene la possibilità data ai Comuni di procedere a verifiche, buono il tentativo di snellire, anche se restano delle perplessità. Varrà la pena di ridiscutere il gruppo tecnico regionale di verifica, sulla cui terzietà restano dubbi. Vedremo poi con il regolamento attuativo se alcuni dubbi saranno fugati”.

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