Stadi in crisi: il migliore è a Firenze, ma con pochi italiani

Un’animazione di Bwin mette a confronto i maggiori campionati europei

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 giugno 2015 16:06
Stadi in crisi: il migliore è a Firenze, ma con pochi italiani

 Poca attenzione ai talenti nazionali e stadi mezzi vuoti in Italia. L’Italia è il paese con gli stadi più grandi, ma anche con gli stadi più vuoti.Il calcio come spettacolo, ma non in Italia. Gli stadi italiani sono tra i più capienti in Europa, insieme a quelli tedeschi (rispettivamente, in media, 41.052 e 42.270 posti a sedere), ma c’è una sostanziale differenza: a fronte di una percentuale pari al 91% di biglietti venduti, in media, durante la Bundesliga, si registra, in Italia, una media del 46% di posti occupati durante il campionato di Serie A.

Una delle motivazioni principali probabilmente è da ricercare negli stadi italiani non al passo con i tempi e poco sicuri. Uno dei principali stadi italiani sia lo stadio comunale Artemio Franchi, realizzato quasi un secolo fa. 

Pochi giocatori Italiani in maglia viola. Un altro dato molto interessante che salta all’occhio osservando l’indagine effettuata da Bwin evidenzia che la Fiorentina è il club che a livello europeo schiera il minor numero di giocatori nazionali come titolari, meno di Stoke e Manchester City, club appartenenti alla Premier League.Valorizzazione dei vivai locali. Le statistiche sembrano inoltre evidenziare un fatto di cui spesso si discute, soprattutto quando si avvicinano Europei o Mondiali: il vivaio di giocatori italiani sembra non essere valorizzato nel modo corretto. Sono infatti solo le squadre più piccole – Sassuolo, Cesena, Empoli, Parma, Sampdoria e Cagliari – a inserire, tra gli 11 titolari, un numero consistente di giocatori italiani.

Italia e Inghilterra – che schierano rispettivamente il 45% e il 35% di giocatori locali nei rispettivi campionati – hanno ottenuti scarsi risultati durante gli ultimi campionati europei e mondiali. Dall’altro lato, invece, La Liga (58%), la Ligue 1 (52%) e la Bundesliga (48%) hanno dimostrato che favorire la crescita e valorizzare i talenti locali sono le chiavi giuste per il successo.

Grande varietà di squadre vincitrici in Francia. Pochissimi pareggi in Spagna. Se volete l’emozione dei goal il vostro campionato preferito è di certo quello tedesco. Se preferite le competizioni combattute che non si decidono fino all’ultima partita non potete perdervi la Premier League. Se odiate i pareggi scegliete La Liga.

Sono queste solo alcune delle evidenze che emergono dall’animazione grafica delle statistiche dei campionati di calcio dell’ultimo secolo realizzata da Bwin che ha messo a confronto Premier League, La Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue 1. Obiettivo dell’indagine? Scoprire il miglior campionato di calcio di sempre.

E quali sono i campionati dove si spende di più? Quali quelli che valorizzano meglio i vivai? Chi vuole può scoprilo da solo all’indirizzo http://greatestleagueintheworld.com/it. La Bundesliga è il campionato più spettacolare.

Per quanto personaggi come Jose Mourinho possano far sembrare uno 0-0 qualcosa di epico, c’è chi pensa che nulla possa emozionare più di vedere la rete “gonfiarsi”. Se sei in cerca di reti, è la Bundesliga tedesca che regna sovrana perché può contare su una media di 2,77 gol a partita, sul 51% delle partite che metà terminano con oltre 2,5 gol. La Ligue 1 francese porta a casa il punteggio più deprimente, con 2,44 gol e solo il 43% di partite che si concludono con tre o più reti. Sorprendentemente il campionato inglese, con 2,55 gol a partita, è al penultimo posto tra le “big 5” e ha una media inferiore al campionato italiano (2,57 reti a partita) e alla La Liga (2,61 reti a partita).

Tuttavia, la Premier League, insieme a La Liga, si portano a casa la vittoria per la minor frequenza di partite terminate con un punteggio di 0-0. Solo l’8% degli incontri dei campionati inglese e spagnolo terminano con dei pareggi senza reti, contro il 10% della Bundesliga e della Ligue 1.

Quando si tratta invece di vittorie, troviamo La Liga in testa alla classifica con il 77% degli incontri conclusi con un vincitore. Quelli a cui piace scommettere sui pareggi dovrebbero, invece, considerare i risultati della Serie A: il 33% delle partite della scorsa stagione sono terminate con un pareggio.

Premier League un campionato da godere fino all’ultima partita.

Uno dei principali punti di forza della Premier League è la competitività tra i club più forti che rende assai difficile prevedere il vincitore del campionato: possiede la più bassa differenza punti media tra il primo e il secondo posto in classifica. Solamente 6 punti separano i vincitori dai secondi classificati del campionato inglese. Non così la Bundesliga, che a causa alla recente supremazia del Bayern Monaco, è di gran lunga la meno competitiva con una differenza di ben 10 punti tra il primo e il secondo in classifica.

Diversa è la storia quando si confrontano i punteggi dei primi classificati rispetto a quelli degli altri partecipanti. Nella Premier League, una media di 63 punti separa i primi dagli ultimi: si tratta del gap maggiore tra tutte le leghe, il che dimostra una sostanziale differenza tra i club più competitivi (ed economicamente più forti) e quelli meno competitivi. In confronto la Bundesliga, ha solo una differenza di 52 punti tra i primi e gli ultimi. I critici della Liga, spesso fanno notare la mancanza di capovolgimenti nell’arco del campionato, ma solo 61 punti (2 meno della Premier League) separano i campioni dalle squadre in retrocessione. La Liga ha il maggior numero di punti (40) richiesti per garantire la sopravvivenza nella divisione. Mentre la Bundesliga e la Premier League ne richiedono rispettivamente 33 e 36.

La forte disparità di spesa tra i club della Premier League è evidenziata anche da un altro dato: nell’ultima decade solo 7 delle 24 partecipanti si sono classificate ai primi posti e 3 di loro sono sempre risultate vincitrici. Al contrario la Ligue 1 ha generato 6 differenti squadre vincenti e ben 14 squadre si sono avvicendate ai primi 4 posti della classifica. Ne consegue che verso fine campionato i primi tre in classifica nella Premier League hanno tutti un punteggio molto simile.

Calcio mercato, dove si spende di più? Parlando di potenza economica, la premier League è quasi senza rivali. Osservando gli investimenti effettuati nella stagione 2014/15, le squadre inglesi sono i top spender sul mercato con 529,9 milioni di Euro spesi quest’anno. A seguire la Bundesliga con quasi 147 milioni di Euro, e la Serie A italiana con 38,8 milioni.

Il 60% dei club in Spagna ha effettuato trasferimenti profittevoli, così come il 65% di quelli francesi. In confronto solo 4 squadre (25%) della Premier League hanno realizzato profitti netti grazie ai trasferimenti, nella stagione 2014/2015.

E a livello di singoli giocatori? Il record assoluto è del Real Madrid che ha speso per il campione Gareth Bale 100 milioni di Euro, nel 2013. A seguire, lo United che per assicurarsi il talento di Angel Di Maria ha speso 80 milioni di Euro, nel 2014. Più parsimoniose sembrano essere, invece, le squadre della Bundesliga: Javi Martnez è costato al Bayern Monaco “solo” 40 milioni di Euro.

Jay Dossetter di BWIN ha dichiarato: “Questo studio mostra come nonostante la relativa vicinanza tra i vari paesi europei, sia grande la differenza tra gli stessi. Da un lato la Premier League con la sua potenza economica dall’altro la Liga con le sue prodezze sono entrambi parte di un quadro che raffigura un continente europeo ricco di tradizione calcistica. Mentre ci avviciniamo alla conclusione di stagione abbiamo l’impressione che non vi sia un vero e proprio vincitore tra i diversi campionati, sono i tifosi a dover decidere.”

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