Speciale Firenze Elettrica: 20 anni di colonnine, ora vanno usate

Partita con il piede sull'acceleratore Firenze e rimasta ferma al pit stop, è ancora davanti a tutti

Antonio
Antonio Lenoci
15 aprile 2016 18:05
Speciale Firenze Elettrica: 20 anni di colonnine, ora vanno usate

Negli anni '90 Firenze ha premuto il piede sull'acceleratore del motore elettrico e con il sindaco Mario Primicerio ha lanciato un programma di sviluppo per la Mobilità Alternativa toccando il dolente tasto del trasporto merci nei centri storici e sorprendendo così gran parte dei comuni italiani.Nel 2016 Dario Nardella, completata la scacchiera, può essere il sindaco della Mobilità Elettrica.All'inizio non sono mancati errori grossolani dovuti all'inesperienza come l'aver previsto incentivi ai privati per l'acquisto dei veicoli elettrici salvo però dimenticarsi che gli stessi, a batteria, necessitavano di stazioni per la ricarica.

Una volta compreso che le prolunghe domestiche non sarebbero bastate, ecco arrivare la prima colonnina all'ombra della Torre di Arnolfo in via delle Farine angolo piazza della Signoria: l'assessore Amos Cecchi inserisce la spina nel futuro.Seguiranno anni interlocutori in cui gli incentivi all'acquisto del veicolo privato spariscono, ma inizia a cambiare la sensibilità ed arrivano i primi scooter e le prime biciclette a pedalata assistita, mentre i padroncini investono nei mezzi elettrici sperando nelle consegne h24.

Il sindaco Leonardo Domenici e l'assessore Claudio Del Lungo calano l'asso delle colonnine per la ricarica e ne distribuiscono altre sul territorio. Intanto i cittadini ci prendono gusto e tra la selva di adattatori iniziano ad avvicinarsi al veicolo ibrido e totalmente elettrico, chi allacciandosi alla rete domestica attraverso la finestra o il garage e chi attingendo gratuitamente dalla rete urbana.Matteo Renzi riduce la libertà del trasporto elettrico su merci a vantaggio di un minor impatto visivo nelle aree di nuova pedonalizzazione, intanto si attende l'arrivo del bike sharing e del car sharing elettrici.

Il car sharing arriva e le compagnie si dividono il territorio inserendosi nel tessuto urbano servito dalle colonnine di ricarica. Il sistema si ritrova così gravato da un vuoto normativo che rende difficile la vita degli utilizzatori tra spazi occupati ed adattatori personalizzati dai comuni limitrofi.Con Dario Nardella l'amministrazione cala nuovamente l'asso delle colonnine che aumentano sino a superare qualsiasi altra città d'Italia, anche se il numero di prese diminuisce e non aumentano gli spazi per la sosta-ricarica che sono i soliti dei primi anni 2000 dedicati più alle due che alle quattro ruote.

Arriva la Card energetica, sono ad oggi oltre 300 le richieste per più di 1500 veicoli elettrici circolanti sul territorio della Città Metropolitana.Per localizzare le colonnine per il servizio pubblico di ricarica basta consultare il sito www.eneldrive.it inserendo "Firenze" nel campo di ricerca.La smart card viene distribuita previa registrazione.

Mentre Firenze dopo 20 anni conta e geolocalizza le sue colonnine, sulle strade italiane viaggiano automobili con il pilota automatico ed il parcheggio autogestito che vanno da zero a 100km in 3 secondi, hanno un motore da competizione ed accessori da jet privato ed una autonomia di centinaia di chilometri, ma il filo troppo corto per ricaricarsi in seconda fila.Firenze è arrivata per prima e poi si è fermata al pit-stop, ma nonostante tutto mantiene il suo primato davanti a città che non hanno ancora una rete di ricarica o peggio, accade a Roma, hanno le colonnine posizionate davanti alle barriere contro la sosta. Il panorama nazionale è deludente, la normativa lacunosa, ma manca veramente poco per poter dare ancora una volta il buon esempio.

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