Sinistra Italiana: gli esponenti fiorentini si auto-sospendono dal partito

Come segnale di disagio per le vicende relative alla preparazione della lista alle prossime elezioni politiche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 novembre 2017 14:10
Sinistra Italiana: gli esponenti fiorentini si auto-sospendono dal partito

"Ci autosospendiamo da tutti i ruoli interni a Sinistra Italiana, come segnale di disagio per le vicende relative alla preparazione della lista della Sinistra alle prossime elezioni politiche". Così annunciato oggi in una Conferenza stampa a Palazzo Vecchio da diversi esponenti fiorentini di Sinistra Italiana: i tre consiglieri Comunali, Tommaso Grassi, Donella Verdi e Giacomo Trombi, la coordinatrice di circolo quartiere 2/Fiesole, Vania Valoriani, che è stata anche Presidente del Quartiere con i Comunisti Italiani, l'ex Consigliere Regionale Mauro Romanelli, il componente della segreteria provinciale Roberto Burberi. Martedì si erano dimessi altri tre componenti giovani della Segreteria Provinciale, Giuseppe Scappaticcio, Daniele Vichi, coordinatore anche della Valdisieve, e Juri Landi. Queste le loro dichiarazioni:

"La pubblicazione prima di un documento, che contiene alcuni aspetti positivi di merito, ma anche importanti omissioni, poi di assemblee locali e di un'assemblea nazionale il 2 Dicembre, tutto ad opera delle Segreterie politiche nazionali di Mdp, Sinistra Italiana e Possibile, ci ha colto di sorpresa, e ci ha molto colpito, soprattutto per il metodo, molto verticistico, che è parso subito scavalcare e mettere perlomeno in un angolo, il percorso popolare e partecipato iniziato il 18 Giugno scorso al Teatro Brancaccio di Roma". "Ed infatti a stretto giro di posta sono arrivate le fibrillazioni nelle assemblee territoriali, e poi la revoca dell'assemblea del 18 novembre, con prese di posizione molto dure ed esplicite verso il nostro partito, da parte di Tomaso Montanari". "Vorremmo chiarezza sul perché di queste accuse, da parte di una persona limpida e stimabile come Montanari che ci è sempre stato detto essere perfettamente concorde con le nostre iniziative, anche se si era capito da tempo che non era esattamente così". "Non ci è piaciuta l'esclusione preventiva dalle trattative partitiche di due forze politiche, come Rifondazione ed AltraEuropa, fin dall'inizio e lealmente partecipanti alle assemblee popolari, così come siamo molto perplessi da questa leadership di Pietro Grasso annunciata mediaticamente, anch'essa non discussa, e che riguarda certamente una figura autorevole ed encomiabile come percorso personale, ma che fino a poche settimane orsono ha condiviso la politica del Pd, e che non ha mai detto come la pensa su tutta una serie di tematiche fondamentali". "E per di più nelle ultime ore arrivano le notizie del nome della lista che sarebbe già stato scelto: forse anche le liste sono già state spartite e concordate? Dove va a finire la promessa partecipazione dei cittadini e dei militanti?" "E ancora ci pare non sciolto il tema del centrosinistra, che per noi è finito, seppellito dalla storia, mentre la sua ricostruzione è obiettivo prioritario e dichiarato quotidianamente da Mdp, il partito che dovrebbe essere nostro alleato, anzi a volte sembra quasi nostro azionista di maggioranza, e che qui in Toscana governa la Regione e il Comune di Firenze con politiche con noi incompatibili, in alleanza col Pd più renziano d'Italia, nella città e nella Regione cuore del renzismo". "Ci sentiamo quindi di lasciare i nostri incarichi interni, la qual cosa non vuol dire abbandonare il partito, ma sentiamo il dovere di dare questo segnale forte, intanto per dire che noi ci sentiamo accanto ai cittadini che avevano in programma di partecipare all'assemblea di Sabato prossimo 18 a Roma, e che pretendiamo dal nostro partito che esso trovi il modo di ridare a questo popolo la sovranità delle scelte, senza scavalcarlo con accordi calati dall'alto". "Crediamo che siamo veramente all'ultima spiaggia per costruire non solo un'offerta elettorale ma anche un soggetto politico unitario, rinnovato, partecipato, della sinistra italiana, che guardi alle esperienze europee di Corbyn, Melenchon, Syriza, Podemos.

E invece vediamo il serio rischio che si profili un'accordicchio elettorale ambiguo, di segreterie politiche, avente il solo scopo di riconfermare in Parlamento Deputati e Senatori uscenti, o comunque quel ceto politico ormai usurato e logoro, penalizzando il rinnovamento che deve portare al protagonismo il ceto sociale che attende da troppo tempo risposte". "Ci autosospendiamo per questo: perché se così fosse, non abbiamo alcuna intenzione di legittimarlo. La nostra autosospensione avrà termine quando potremo essere certi che il percorso elettorale e politico dei prossimi mesi sarà pienamente coerente nei contenuti e nei metodi, rispetto alle aspettative e alle premesse con cui è nata sinistra italiana, e degno sia degli straordinari militanti del nostro partito, sia di tutti i cittadini che hanno partecipato alle assemblee di questi mesi, e che non possiamo accettare che si sentano presi in giro e depauperati di uno spazio di scelta". "Siamo disponibili a prendere la parola per spiegare le nostre motivazioni in tutte le sedi di dibattito interno di sinistra italiana, ove ci sarà consentito e si riterrà di concedecela.

Non ci sottraiamo alla vita interna del nostro partito nè alle sedi di dibattito. Anzi, con questo atto, speriamo di suscitarlo, ancora più franco e sincero di quanto stato finora". 

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