Siccità: codice rosso per il rischio danni da ungulati

Lupi e predatori: tutela specie, estensione del piano di cattura e sterilizzazione ibridi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 agosto 2015 17:03
Siccità: codice rosso per il rischio danni da ungulati

La morsa del caldo e l'assenza di precipitazioni non danno tregua e se in città si soffre per l'afa la campagna non sta meglio. La mancanza di acqua in fonti e corsi d'acqua e la scarsità di cibo nei boschi inducono infatti gli ungulati a ricercare il loro sostentamento nelle aree coltivate. In particolare nei vigneti, poiché l'uva costituisce per la selvaggina spesso l'unica fonte di rifornimento idrico. "La situazione dei danni è già senz'altro grave - commenta il Presidente del Comitato di Gestione dell'Ambito territoriale di Caccia Firenze-Prato Piero Certosi - e visto che non si profilano sostanziali cambiamenti all'orizzonte, nel mese di agosto non potrà che peggiorare, a meno di non mettere in atto tutte le possibili forme di prevenzione.

Per questo, con l'obiettivo di arginare i danni alle colture, che nel territorio dell'Atc sono perlopiù di pregio, rivolgiamo un duplice appello. Il primo al mondo venatorio, affinché dia la più ampia disponibilità per interventi di controllo e prelievo di caprioli e cinghiali nelle zone vicine ai vigneti, in particolare dal prossimo mese di agosto fino alla fine della raccolta delle uve. L'obiettivo è di allontanare la selvaggina dalla zone coltivate, per non farla divenire stanziale. Altro contributo che possono dare i cacciatori è con la caccia di selezione al cinghiale nelle aree non vocate". Tanto per dare qualche cifra dal 21 giugno al 27 luglio questo tipo di intervento ha permesso di abbattere 350 capi nel territorio dell'Atc Firenze-Prato, mentre dal 1° marzo le guardie venatorie hanno effettuato 314 abbattimenti, anche in aziende faunistiche; sono poi stati abbattuti 560 caprioli. "Il secondo appello - prosegue Certosi - va al mondo agricolo.

Chiediamo agli agricoltori del nostro territorio di svolgere con cura la manutenzione delle recinzioni elettrificate e di mantenerle attive e nel pieno dell'efficienza. Invitiamo inoltre a segnalare tempestivamente all'Atc la presenza di ungulati nei pressi delle coltivazioni, in modo da poter individuare insieme le possibili soluzioni per interventi mirati di abbattimento". Dall'Atc si fa poi notare che anche la presenza di gruppi di lupi in tutto il territorio contribuisce a spingere la selvaggina verso le aree coltivate. Insomma, un quadro dalle tinte fosche ma di fronte al quale vi sono possibili risposte da attivare. La priorità dell'Atc è infatti sempre e comunque la corretta gestione del territorio, con un'attenzione particolare alla produzione agricola, in un'ottica non di risarcimento del danno ma di prevenzione e tutela di produzioni di pregio. "L'attività di prevenzione primaverile - conclude Certosi - era partita bene, con l'uso dei repellenti i risultati erano stati più che soddisfacenti.

Purtroppo questa situazione climatica che ci ricorda da vicino la torrida estate del 2003 potrebbe rendere tutto più complicato. Agricoltura, ambiente e territorio sono del resto le nostre priorità e lo testimoniano gli oltre 450.000 euro investiti in prevenzione e miglioramenti ambientali. L'Atc ha inoltre provveduto a liquidare nel 2014 altri 450.000 euro per il risarcimento dei danni causati dalla selvaggina alle colture. Questa e la strada che abbiamo intrapreso e che continueremo a percorrere nell'interesse di tutti i nostri interlocutori".

“La Regione Toscana è impegnata nel dare risposte serie sui temi che affliggono l’agricoltura. A partire dall’annosa questione degli ungulati e degli attacchi dei predatori. Ridurre i danni significa ridurre i risarcimenti alle imprese: quelle risorse potremo destinarle per fare altre scelte di programmazione, per stimolare nuovi investimenti”. Lo ha sottolineato l’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana,Marco Remaschi intervenendo, giovedì 30 luglio, in occasione dell’apertura dei lavori dell’assemblea Coldiretti a Firenze a cui è stato invitato per portare il saluto della Regione Toscana.

Remaschi, che ha parlato di fronte alla platea formata dai presidenti, direttori e dirigenti di tutte le province toscane ha assicurato “impegno e risposte per salvaguardare la zootecnica, e la sua presenza soprattutto nei territori marginali; una presenza strategica ed indispensabile che garantisce la manutenzione ed il paesaggio toscano così come oggi è apprezzato ed invidiato in tutto il mondo”. Proprio ieri il Consiglio Regionale della Toscana aveva approvato una mozione per il potenziamento del sistema degli indennizzi e per il superamento del regime de minimis, avanzate da Coldiretti anche nel corso degli incontri con il neo assessore nelle scorse settimane.

Nella mozione sono previste una serie di interventi come il piano di cattura e la sterilizzazione degli ibridi. “Ci aspettiamo molto – ha spiegato Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana- – dall’impegno della Regione Toscana e dal nuovo assessore che ci ha dimostrato la volontà di risolvere questo problema e di portare l’agricoltura nel futuro”.

Applicazione completa dell’accordo del 2014 in particolare per le misure di monitoraggio, prevenzione e contenimento del fenomeno predatorio pur garantendo la tutela della specie del lupo; attuazione piena ed estensione del piano delle catture e sterilizzazione degli ibridi già in fase di sperimentazione nelle province di Grosseto e Arezzo; potenziamento del sistema degli indennizzi agli allevatori e attivazione presso gli organismi comunitari per il superamento del regime “de minimis” (limita a 15mila euro in tre anni la possibilità per le imprese di ricevere aiuti).

Sono alcuni degli impegni chiesti alla Giunta toscana attraverso una mozione presentata dal Gruppo Pd, passata a maggioranza, e illustrata in Aula dal presidente della commissione Sviluppo economico e rurale Gianni Anselmi. Nel dispositivo si impegna inoltre la Giunta a farsi promotrice, insieme ad altre Regioni, di una spinta a produrre una nuova normativa che affronti il fenomeno predatorio nei settori dell’allevamento produttivo e riconosca il problema aggiuntivo degli ibridi lupo/cane. Sul contenuto della mozione ha dichiarato voto contrario il consigliere Roberto Salvini (Lega Nord): “Insistere col dire che sono ibridi è sbagliato.

A tutt’oggi i capi abbattuti in Toscana hanno ben dimostrato che per la maggior parte sono lupi. La situazione è sfuggita per eccesso di politiche animaliste. Chi immette animali e non ne controlla lo sviluppo, provoca danni e chi ha governato fino ad ora ne ha la diretta responsabilità”. Dal consigliere Stefano Scaramelli (Pd) occorre “affrontare con fermezza il problema. La sperimentazione su catture e sterilizzazioni deve essere inteso come.

Indipendentemente dalle responsabilità del passato, occorre guardare oltre”. Per il capogruppo Pd Leonardo Marras la mozione è “equilibrata. Occorre proteggere il lupo e le greggi, evitare l’inquinamento genetico ed intervenire sul sistema degli indennizzi perché il cosiddetto ‘de minimis’, peraltro già superato da molti allevatori, rischia di risultare insufficiente di fronte ai danni ripetuti subiti dalle aziende. In attesa di un auspicato cambio delle normative europee, pensiamo a potenziare il sistema degli indennizzi impegnando la Giunta ad attivarsi presso il sistema bancario e aiutare le imprese in difficoltà”. Di testo e di approccio “confusi” ha parlato Irene Galletti (M5S) che sulla mozione ha dichiarato un voto di astensione.

“La tutela della zootecnia è il nostro interesse primario. Secondo dati scientifici, in Toscana gli attacchi alla specie bovina si attestano su uno 0,3 per cento. È necessario tutelare la specie del lupo ed evitare l’ibridazione anche attraverso una maggiore attenzione al fenomeno del randagismo”. Stefano Fattori (Sì – Toscana a Sinistra), dichiarando il voto favorevole alla mozione, ha rilevato come il “rischio perdita identità genetica del lupo sia alto.

I lupi in tutta Italia sono qualche centinaia, gli ibridi superano il milione”.

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