Setta di Stato - Il caso Forteto, il libro escluso dal Salone di Torino

Torselli (FDI), Scaletti (LFV), Xekalos (M5S), Amato (AL), Cellai (FI) e Grassi (FRS): "Il libro di Francesco Pini e Duccio Tronci deve andare al Salone del Libro di Torino”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 aprile 2017 16:25
Setta di Stato - Il caso Forteto, il libro escluso dal Salone di Torino

L'inchiesta è stata ritenuta fuori tema dalla Regione Toscana e dunque esclusa dai titoli che saranno presenti al Salone del Libro di Torino. In Palazzo Vecchio le opposizioni hanno tentato di portare sulla scena politica fiorentina la vicenda, cercando un campo di valutazione diverso dal terreno regionale, ma la discussione in merito sarebbe stata bocciata da parte della maggioranza.Di diverso avviso il capogruppo PD che replica ritenendo "Falsità" le parole dell'opposizione e dichiarando invece che "Non siamo mai entrati nel merito sul contenuto del libro che dovrebbe essere presentato nel corso del Salone di Torino quindi non vedo perché si debba parlare di censura".

“Il libro ‘Setta di Stato - Il caso Forteto’ di Francesco Pini e Duccio Tronci deve essere presente al Salone del Libro di Torino, all’interno dello spazio riservato alla Regione Toscana. Viceversa, saremmo di fronte ad un atteggiamento oscurantista e di inspiegabile censura che non si addice né alla nostra regione, né a tutti coloro che hanno sperato, negli ultimi anni, di accendere finalmente la luce su una delle vicende più dolorose ed incresciose mai accadute in Toscana” a chiederlo sono tutte le forze politiche di opposizione presenti a Palazzo Vecchio.

“Dopo che la Regione si era costituita parte civile al processo - spiegano Torselli, Scaletti, Xekalos, Amato, Cellai e Grassi - e che ben due commissioni d’inchiesta, assieme al consiglio regionale, avevano svolto un preziosissimo lavoro finalizzato alla ricerca della verità su quanto accaduto all’interno del Forteto, la decisione della giunta regionale di vietare la presentazione del libro al Salone di Torino, adducendo una motivazione peraltro ridicola e offensiva delle stesse vittime (secondo la vicepresidente Berni il libro sarebbe fuori tema) è davvero un qualcosa di inspiegabile e, purtroppo, anche di molto grave”.

“Di fronte a questa assurda decisione - raccontano i rappresentanti dell'opposizione - volevamo che il consiglio comunale di Firenze non restasse in silenzio sulla vicenda: ecco perché abbiamo presentato una risoluzione per chiedere al sindaco di adoperarsi, con tutti i mezzi in suo possesso, per tentare di far cambiare idea alla Regione".

“Purtroppo - concludono Torselli, Scaletti, Xekalos, Amato, Cellai e Grassi - il Partito Democratico a Palazzo Vecchio ha superato, sul piano della gravità e della follia delle decisioni, i propri colleghi della regione, impedendoci di presentare l'atto nel corso del consiglio comunale odierno ed avallando, nei fatti, l'atteggiamento di censura che la Regione vorrebbe operare nei confronti dei testi scomodi. Un atteggiamento proprio dei peggiori regimi dittatoriali e che cozza assolutamente con il concetto di democrazia che, evidentemente, qualcuno porta esclusivamente nel nome". “E' pura falsità quel che sostengono i rappresentanti della minoranza in Consiglio comunale riguardo alla risoluzione sul libro sul Forteto che era in discussione” il capogruppo del Partito Democratico Angelo Bassi replica alle accuse mosse sul libro di Francesco Pini e Duccio Tronci e che doveva essere presentato al Salone del libro di Torino nello spazio della Regione Toscana.

“Non abbiamo mai parlato di votare la risoluzione. Ci è stato chiesto di sottoscriverla e, come prassi, ci siamo riservati di leggere l'atto prima di metterci le nostre firme. Se i consiglieri ce l'hanno con la Regione Toscana – aggiunge il capogruppo Angelo Bassi – questo non è affar nostro. Non siamo mai entrati nel merito sul contenuto del libro che dovrebbe essere presentato nel corso del Salone di Torino quindi non vedo perché si debba parlare di censura.

Il Consiglio comunale era oggi impegnato nell'approvazione di alcune delibere e non c'è stato il tempo materiale per dibattere la risoluzione. Tutto qui. Mi pare che i consiglieri di minoranza cerchino sempre spunti per fare polemiche sterili”.

In evidenza