La vicenda di Anita è una ferita per Firenze

Secondo il Sindaco Nardella: "Il sessismo è una piaga da combattere con tutte le nostre forze"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 agosto 2017 14:48
La vicenda di Anita è una ferita per Firenze

(DIRE) Firenze, 17 ago. - C'e' un filo rosso che lega lo sfogo di Anita Fallani, la figlia del sindaco di Scandicci Sandro Fallani, importunata, seguita, spaventata da un uomo, di notte, nella corsa del tram dell'una e trenta, alla storia di Dora, la ragazza di Verona, esclusa da una gara canora perche' non italiana, di colore. Che mette in connessione la tragica fine a Roma di Nicoletta Diotallevi, uccisa e fatta a pezzi dal fratello, con la violenza social denunciata dal presidente della Camera Laura Boldrini.

Si tratta "del filo rosso del sessismo", una piaga "da combattere con tutte le nostre forze". Ne e' convinto il sindaco di Firenze Dario Nardella. La violenza contro le donne, sottolinea a margine del sopralluogo organizzato nei cantieri del tram, "e' una malattia della nostra societa'". Se il tema e' la violenza contro le donne, "l'Italia e' uno dei Paesi in Europa con i dati piu' preoccupanti. Viviamo ancora in un mondo e una societa' sessista".

Per questo "non mi stupisco che la violenza verbale contro il presidente della Camera avvenga contro una donna. Non mi stupisce questo: non ho mai visto barbarie del genere, come quelle lette sui social, contro un uomo delle istituzioni. Il fatto che il presidente della Camera sia una donna ha di gran lunga accentuato la violenza con cui si sono scatenati i social. Ripeto, fosse stato un uomo probabilmente non avremmo assistito a offese cosi' volgari e gratuite". Detto questo, se sui media rimbalza il caso sollevato da Anita Fallani, Il sindaco assicura: "Non alzo bandiera bianca, perche' per me e' inaccettabile che in una societa' moderna succedano cose di questo tipo.

Dobbiamo essere tutti impegnati su questo fronte, senza far finta di non vedere la realta'. E dobbiamo combatterla con tutti gli strumenti: pene piu' severe, piu' presenza delle forze dell'ordine, ma anche con la cultura e l'educazione".

E qui il sindaco ricorda, per quel che riguarda l'impegno messo in campo da Palazzo Vecchio, i corsi gratuiti di autodifesa per le donne in collaborazione con alcune societa' sportive ("che riprenderanno a settembre"); ma anche 'Siamo sicure!', l'app da scaricare sul cellulare "che abbiamo messo a disposizione delle donne non solo per avere informazioni ma per poter chiamare le forze dell'ordine rapidamente. Penso poi alle telecamere a bordo del tram", anche se "con Gest abbiamo l'obiettivo introdurre strumenti piu' incisivi, come la registrazione delle videocamere".

Infine, insistere "sui modelli educativi: ho chiesto al vicesindaco Giachi di intensificare i progetti nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi, a partire dalle elementari". Resta il fatto che la vicenda di Anita "e' una ferita per Firenze e per tutta Italia. Ahime' potrei consolarmi pensando che si tratti solo di un caso fiorentino, circoscritto, ma purtroppo non e' cosi': tutto il paese e' malato". E se la patologia e' estesa e generale "non bastano gli interventi di un'amministrazione comunale.

Serve lo Stato", conclude Nardella. "Abbiamo bisogno di un supporto sia legislativo" che sul campo, ovvero "il presidio che arriva dalle forze dell'ordine. Servono pene molto piu' severe verso chi commette violenza contro le donne. In Parlamento e' in discussione un disegno di legge. Ne ho parlato con David Ermini", il responsabile giustizia del Pd, "ancor prima di quello che e' successo ad Anita Fallani e da lui ho avuto rassicurazioni: sul tema ci sara' il massimo impegno su questa legge". (Dig/ Dire)

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